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Bocciodromo, il custode: «Sono al freddo, non posso accendere»

L'appartamento di Gibelli è collegato al riscaldamento generale, ma l’impianto sportivo è chiuso

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

18 Gennaio 2024 - 05:25

Bocciodromo, il custode: «Al freddo, non posso accendere»

CREMA - Per riscaldare l’appartamento del custode del bocciodromo comunale (80 metri quadrati) è necessario accendere l’impianto dell’intera struttura sportiva. Vale a dire: per riscaldare tre locali più servizi, occorre dare calore anche ai 1.600 metri quadrati che ospitano il bar e le sei corsie, che però sono chiusi dal 25 luglio, per i danni causati dalla grandinata. In aggiunta, le caldaie sono comunque malfunzionanti e inefficienti.

Risultato: appartamento del custode al gelo e per riscaldarsi, chi lo abita ha dovuto acquistare, a sue spese, tre stufette elettriche. Per evitare una bolletta del gas insostenibile, il gestore commerciale Guglielmo Gibelli non accende i termosifoni a metano, ma quand’anche il bocciodromo dovesse riaprire e le caldaie fossero sostituite, il problema sussisterebbe. Perché le corsie di gioco, quando non ci sono gare, vengono utilizzate solo dalle 13 alle 18. Poi, se si spegne il riscaldamento della struttura sportiva, in automatico si spegne anche quello dell’appartamento.

«All’interno del mio alloggio — spiega il gestore — ci sono due termoventilanti, ma sono collegati alle caldaie dell’impianto, che risalgono a quando è stata inaugurata la struttura e ancora non sono state sostituite. Meno male che per fare la doccia c’è uno scaldabagno elettrico».

gibelli

Guglielmo Gibelli

Per ordine della Federbocce, che la gestisce, la struttura sportiva di via Indipendenza rimane chiusa, in quanto inagibile. Inagibile per tutti, ma non per Gibelli, che deve per forza accedervi per entrare nel suo appartamento. Nel progetto originario di ristrutturazione del bocciodromo era previsto un ingresso indipendente, ma non è stato realizzato. In mezzo a questa situazione, la struttura è ancora chiusa e non ci sono notizie sulla sua riapertura.

«Ho parlato nei giorni scorsi con l’avvocato della Federazione, Egilberto Papotti — afferma Antonio Vannucchi, referente per le bocce del Cremasco — mi ha detto che contatterà il Comune per fissare un appuntamento. Poi ho sentito anche l’assessore ai Lavori pubblici Gianluca Giossi, che spera in una riapertura entro la primavera».

Il complesso comunale — come detto — è chiuso dal giorno della gradinata. Da allora sono state soltanto riparate le falle apertesi sulla copertura.

«Dentro è ancora tutto come prima — spiega Vannucchi — con i detriti sui campi e con la controsoffittatura caduta a metà. Riaprire in primavera, se mai fosse vero, vorrebbe dire evitare il problema dell’impianto di riscaldamento che va sostituito».

Intanto, l’attività agonistica invernale è pressoché nulla. «Si può giocare solo a Capergnanica — conclude Vannucchi — anche perché a Scannabue il bocciodromo è ancora chiuso. Faremo una gara la prossima settimana, ma poi saremo fermi fino a maggio».

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