L'ANALISI
17 Gennaio 2024 - 08:39
CREMONA - «I nostri cervelli non funzionano sotto 0»: è il grande lenzuolo all’ingresso dell’istituto Stradivari di via Monte Nero. Gli studenti dell’indirizzo moda hanno detto basta, non sopportano più di stare al freddo. «E’ da novembre che il riscaldamento va a singhiozzo – afferma il rappresentante di istituto Nicola Chiari-. Si è rotta una pompa di calore, poi i termoconvettori non vanno. Ci hanno detto che i tecnici sono passati, ma non è cambiato nulla. Su tutto l’edificio solo tre aule sono riscaldate, nelle altre siamo al freddo. E così da novembre. Per questo protestiamo, non potevamo più sopportare oltre». E i ragazzi dell'indirizzo moda urlano: «Abbiamo freddo, abbiamo freddo, abbiamo freddo».
«Paghiamo la retta per essere i nuovi pinguini!» o ancora «I giubbotti andrebbero usati non in classe». C’è chi si è portato una coperta, chi racconta come «ieri abbiamo fatto il compito in classe con indosso giacconi e coperte – dice Elia Montani -. Per carità si è fatto, ma dopo un po’ ti si ghiacciano le dita mentre scrivi». Maryan Eladl è imbacuccata per il freddo e la pioggia ghiacciata ma dice: «Non sono vestita troppo diversamente da quando sto in classe. Speravamo con le vacenze di Natale che la situazione migliorasse ed invece nulla. Fare scuola così è davvero difficile».
All’interno qualche studente c’è. Il bidello mostra il termometro che segna 15 gradi. C’è chi ha deciso di entrare ugualmente: «Avere freddo fuori e averlo dentro. Ho deciso di entrare, ma è giusto comunque protestare», dice una studentessa. Così l professoressa Elisa Mosconi: «Sì oggettivamente fa freddo, la cosa si è resa più evidente con la diminuzione della temperatura esterna. Io che non mi ammalo mai e che non faccio influenza, mi sono trovata a casa con febbre per due giorni».
E intanto fuori dallo Stradivari la protesa prosegue, i cartelloni inumiditi e i ragazzi infreddoliti non demordono. «Per non parlare poi dei cali di tensione elettrica – spiega Alesia Bushi -. Io stavo cucendo un abito da sposa per la mia prova di maturità, ad un certo punto la corrente elettrica è saltata e io sono rimasta lì, bloccata, col rischio di rovinare il lavoro a pochi mesi dall’esame. Per non parlare poi di quando salta la corrente elettrica e magari si sta facendo lezione con la lim. Il prof si blocca e deve riformulare tutto. Ma non è possibile andare avanti così».
RIPRESE: FOTOLIVE/PAOLO CISI
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