L'ANALISI
14 Gennaio 2024 - 14:48
CREMA - Anche se a fatica, per i problemi tecnici alla campana della frizione del loro Mercedes Unimog, Antonio Cabini e i figli Carlo e Raffaella hanno portato a termine l’avventura all’Africa Eco Race. Ossia il rally raid, corso in camion dai cremaschi, che da Montecarlo li ha portati a Dakar. Da 15 anni, la competizione si svolge lungo il tracciato di quella che un tempo era la classica Parigi-Dakar. Dopo un’ultima notte sotto il cielo stellato africano, ancor prima dell’alba, l’intera carovana dell’Africa Race ha imboccato in mattinata la strada verso il lago Rosa, a ridosso della capitale del Senegal. Si è trattato della passerella finale, visto che la classifica era stata fissata il giorno prima, al termine dell’undicesima tappa.
Il centinaio di moto, auto e camion, che hanno dato vita all’edizione, ha preso il via in fila indiana sulla spiaggia di Niokob. Con l’oceano sullo sfondo, gli ultimi 22 chilometri, che hanno portato al podio allestito dalla Federazione senegalese degli sport automobilistici e motociclistici, non sono stati altro che gioia.
A seguire, la cerimonia di premiazione, momento di gloria e condivisione dopo gli oltre 6.000 chilometri percorsi nel continente africano.
L’equipaggio della famiglia Cabini si è classifica al ventesimo posto tra le auto e i camion. Meglio ha fatto l’altro Mercedes Unimog del Team Orobica Raid, con a bordo Giulio Verzelletti e Beppe Fortuna (già compagni dell’imprenditore cremasco Cabini in tanti rally), piazzati quattordicesimi.
Antonio Cabini, unico con la partente del camion del suoi equipaggio, ha guidato complessivamente per quasi 108 ore in due settimane. Basta questo dato per definire la sua ennesima partecipazione un’impresa. Il fatto di aver corso per metà gara a velocità ridotta per evitare di peggiorare il guasto alla frizione, ha penalizzato il risultato finale, che comunque poco importa per chi ha partecipato per il piacere di tornare in Africa dopo diversi anni.
Per sistemare l’Unimog, il 67enne imprenditore cremasco aveva fatto venire dall’Italia, a rally in corso, un meccanico con il pezzo di ricambio, ma quando è atterrato a Casablanca gli è stato comunicato che il pacco era andato smarrito.
Veterano della Dakar, che ha corso più di venti volte in moto, auto e camion, Cabini non si è comunque arreso. Per questo, la soddisfazione di essere arrivato al lago Rosa è ancora più grande.
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