L'ANALISI
13 Gennaio 2024 - 08:54
I sindaci Angelo Bergamaschi, Graziano Cominetti e Gianpaolo Gansi
CICOGNOLO - «Noi non sappiamo più come fare per risolvere la questione, ma certo è che i cittadini non possono essere lasciati ancora una volta senza medico». È Gianpaolo Gansi, sindaco di Isola Dovarese, a prendere per primo la parola nell’incontro a tre di ieri mattina con il primo cittadino di Cicognolo, Angelo Bergamaschi, e di Pescarolo, Graziano Cominetti, dopo l’avviso da parte dell’Asst di Cremona della cessata attività della dottoressa Valeria Gandolfi.
Ancora una volta i tre paesi, a partire dal 20 gennaio, rimarranno scoperti del servizio del medico di base. «Sono quattro anni che siamo in questa situazione e non vediamo via d’uscita. Siamo in difficoltà anche perché oltre a non avere un servizio fondamentale per i nostri cittadini, si provoca una 'diaspora' di mutuati verso medici di paesi limitrofi che non può che far peggiorare la cosa. Se non ci sono pazienti come possiamo rimanere appetibili per i medici?».
Una questione non da poco che va ad aggiungersi alle numerose problematiche di una situazione certamente complessa. «Oltretutto noi abbiamo investito soldi e fondi negli interventi sugli ambulatori – spiega Bergamaschi – e nelle convenzioni con Auser, ad esempio, per l’organizzazione dell’ambulatorio stesso. Non possiamo permetterci di rimanere scoperti, anche perché le nostre popolazioni stanno invecchiando e abbiamo bisogno del medico di base in loco. Capiamo che il problema sia complesso, ma i cittadini non ne hanno colpa».
I tre sindaci chiedono la presenza fissa negli ambulatori dei rispettivi paesi di un medico almeno un paio di giorni la settimana. «Purtroppo non si può pensare di far spostare semplicemente i cittadini nei paesi limitrofi – aggiunge Cominetti – il servizio va garantito sia in situazioni momentanee, ma anche nella gestione della malattia cronica. Il paziente e la garanzia del servizio territoriale sono prioritari rispetto a qualsiasi altro aspetto».
In particolare i tre sindaci vedono nella libertà di mercato, ovvero la scelta individuale del medico stesso di andare ad esercitare dove meglio crede, la vera causa della carenza di medici di base. «L’inquadramento dei medici permette loro di scegliere, ma crediamo che la vocazione alla professione debba andare oltre. Anche i nostri cittadini hanno diritto al medico, in più a conti fatti noi offriamo ambulatori gratuiti ed un aiuto nella gestione del servizio stesso».
«Credo si debba guardare alla realtà dei fatti – spiega Valentina Brunelli, direttore del distretto Asst di Cremona – il contratto dei medici non prevede obbligatorietà per cui ci possiamo solo limitare a chiedere la disponibilità a coprire le carenze. Anzi, ringrazio i professionisti per questo e i sindaci per la pazienza. Stiamo cercando di fare il possibile, ma la situazione è complessa. Le criticità sono tante e purtroppo, al momento, non consentono di garantire una presenza medica capillare, soprattutto nei piccoli comuni. Stiamo facendo il possibile per garantire assistenza e libera scelta, ma fino a che non si invertirà la rotta noi non possiamo assicurare la continuità desiderata».
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