L'ANALISI
02 Gennaio 2024 - 05:15
Il sindaco Canzio Posio
OSTIANO - L’allarme sulla carenza dei medici di base è stato lanciato da tempo e riguarda non solo i piccoli paesi di campagna, ma anche i grandi centri urbani. Un problema generalizzato e che a livello pratico a fronte delle cessate attività fatica a trovare i sostituti necessari. Ma la situazione piuttosto complessa è dettata anche da un cambio di visione che inevitabilmente porterà a nuovi scenari.
«Quello che si profila è certamente un cambiamento per la medicina del territorio – spiega Canzio Posio, primo cittadino di Ostiano, ma anche medico di igiene e medicina preventiva – che porterà ad avere una struttura centrale con piccoli spoc distribuiti sul territorio e sulle zone più periferiche. I problemi cui assistiamo sono di carattere strutturale certamente dipendenti dal progressivo spopolamento della popolazione, ma anche da un sistema che sta cambiando».
La riforma della sanità sia a livello regionale, che nazionale, prevede infatti ambulatori centrali, o case di comunità come vengono chiamate, in grado poi di servire i centri più periferici del territorio. «La riforma ha dei capisaldi imprescindibili che portano ad avere una casa di comunità cui gli ambulatori di paese dovrebbero allacciarsi. Ma per fare questo si deve implementare la tecnologia ed avere personale. Al giorno d’oggi i medici sono soprattutto spaventati dal lavoro meramente burocratico che, senza un supporto di personale, ricade completamente sulle loro spalle. Chi glielo fa fare di andare a lavorare in un paese piuttosto che in una struttura come la casa di comunità dove è decisamente più agevolato?».
La soluzione dovrebbe essere la medicina di gruppo. «Ostiano ad esempio non piange la perdita di medici. Ci sono quattro medici che fanno capo al paese e hanno porzioni di utenza anche nei paesi limitrofi. Questo perché ad inizio anni 2000 si era investito sulla medicina territoriale incentivando ambulatori e dividendo in fasce di servizio. Si erano formate le medicine di gruppo che possono adesso ben supportare il nuovo sistema».
Secondo Canzio Posio dunque una struttura centrale ben organizzata, con oculati investimenti su sistemi di telemedicina e teleconsulto, favorirebbe anche i paesi periferici attualmente scoperti e agevolerebbe medici e soprattutto utenti.
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