L'ANALISI
11 Gennaio 2024 - 05:05
CREMONA - «Totale paralisi» dei Comuni nell’affidamento dei lavori dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti. È questo l’Sos lanciato dal sindaco di Gerre de’ Caprioli Michel Marchi che è anche vice presidente del Dipartimento piccoli Comuni di Anci Lombardia. E l’allarme trova eco anche a Cremona, dove il vice sindaco con la delega alle Opere pubbliche, Andrea Virgilio, sbotta: «Alla faccia della semplificazione, lo abbiamo visto rispetto alla gestione dei Pnrr con le difficoltà quotidiane di rendincontare i processi nelle piattaforme ministeriali, ma lo vediamo anche rispetto a queste scelte incomprensibili».
In una nota firmata insieme al segretario comunale Fabio Malvassori. Marchi contestualizza il problema: «Spesso abbiamo segnalato gli aggravi burocratici che rendono difficile il lavoro negli enti locali, soprattutto se di piccole dimensioni. Quello che però sta succedendo in questi giorni assume una rilevanza di estrema gravità in quanto si sta decretando il sostanziale blocco delle attività dei Comuni». Quindi la spiegazione tecnica: «I lavori che una amministrazione locale affida, dalla grande opera pubblica al rappezzo di una buca stradale, alla manutenzione di una scuola, si basano su codici denominati Cig (Codice identificativo di gara). Le modalità di gestione di questi codici dal 2016 ad oggi garantiva una gestione semplificata per quegli affidamenti di importo inferiore a 5mila euro (per un piccolo comune sono circa il 70% degli affidamenti in un anno).
Dal primo gennaio 2024 questo metodo, senza un congruo preavviso, è decaduto in osservanza all’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti. Ad oggi la situazione nei Comuni è la totale paralisi in quanto il vecchio sistema è stato chiuso e quello nuovo non funziona e rende le operazioni amministrative complesse e molto lunghe, vincolando inoltre gli acquisti su pochi e grandi fornitori».
«Oltre a questo — prosegue Marchi —, l’impossibilità di affidare lavori e servizi sotto i 5mila al di fuori delle centrali di committenza regionali e nazionali blocca di fatto tutti i rapporti che da anni i Comuni hanno con le piccole e medie imprese del territorio, impoverendo di fatto tutto e tutti e rallentando l’esecuzione dei lavori, eliminando quella ‘prossimità’ che spesso ha aiutato a gestire le situazioni più urgenti e contingenti».
E poi l’allarme sul Piano nazionale di ripresa e resilienza: «L’esigenza di garantire la corretta prosecuzione degli interventi legati al Pnrr, oggi è altresì messa in seria discussione».
Quindi la proposta: «È necessario che tutti i soggetti interessati, dai sindaci e amministratori locali, ai segretari comunali e i dipendenti pubblici, ai rappresentanti delle associazioni di categoria, ai sindacati, ai rappresentanti politici e amministrativi del Governo presenti sul territorio, si attivino tramite e propri canali affinché si ponga immediato rimedio a questo grave problema che si riversa, come sempre, sui nostri cittadini, limitandoci la possibilità di intervenire tempestivamente in assolvimento ai compiti che la Costituzione ci ha affidato».
Virgilio parte invece dalle difficoltà affrontate dagli uffici alle prese con le piattaforme ministeriali per la rendicontazione dei progetti Pnrr: «Basta dire che questa mattina (ieri mattina, ndr) con il nuovo sistema per la digitalizzazione totale degli appalti per una spesa di 52 euro sono state coinvolte tre persone per un’ora. E questa è la semplificazione? Una Pubblica amministrazione che sia un comune, un ospedale, una scuola — è il monito di Virgilio —, non può essere in una condizione di difficoltà nell’emettere ordini. Se a questo aggiungiamo il tempo di lavoro inutile a carico del personale utilizzato per affrontare le carenze di un sistema di digitalizzazione che complica e non semplifica, questo tempo è un costo per la Pubblica amministrazione è un costo per la comunità. Un sistema dovrebbe sostenere le persone a lavorare meglio invece di rallentare il lavoro attraverso processi inutili».
«La cosa — aggiunge Virgilio — diventa ancora più complicata in quelle realtà che non dispongono di uffici appalti strutturati. Aggiungo anche il costo di tutti questi portali, piattaforme, software: questo aspetto sembra faccia perdere di vista la finalità di una Pubblica amministrazione ossia l’erogazione di servizi alla comunità e al cittadino che sembrano essere diventati marginali rispetto a una burocrazia che spesso sembra ignorare la cultura del risultato». Insomma una bocciatura completa per il nuovo codice che complica le cose facili e invece «avrebbe dovuto semplificare».
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