L'ANALISI
08 Gennaio 2024 - 05:05
CREMA - Un anno di passione, con la città spezzata in due dal cantiere per il restauro del ponte sul Serio di via Cadorna: l’annuncio dell’assessore ai Lavori pubblici, Gianluca Giossi, manda su tutte le furie le minoranze consiliari. Che si dicono preoccupati per i contraccolpi — senza dubbio duri — sulla circolazione veicolare e usano parole avvelenate per commentare la linea politica adottata dalla giunta.
Critiche al vetriolo arrivano da Giovanni De Grazia, capogruppo di Fratelli d’Italia: «Mi aspettavo che un’informazione su un intervento così importante fosse data in un consiglio comunale straordinario. Mi preoccupano in primo luogo i tempi: basterà un anno? E poi mi chiedo, l’amministrazione comunale ha un piano per risolvere le problematiche che sorgeranno per gli abitanti di San Bernardino, Castelnuovo e Vergonzana e per chi viene dai paesi a est della città? E ha pensato ai danni alle attività commerciali?». Ma non è tutto: «Se le amministrazioni di centrosinistra avessero affrontato per tempo il problema del ponte – prosegue De Grazia – avrebbero speso la metà senza bisogno di chiudere il ponte e di creare tutti i disagi che sorgeranno ora».
Bando ai mezzi toni: «Questo è l’ennesimo fallimento dell’amministrazione comunale — dichiara Ilaria Chiodo, consigliera della Lista Borghetti —, stavolta nella trattativa con la Soprintendenza riguardo la necessità di abbattere l’attuale ponte per sostituirlo con uno di nuova costruzione. Alternativa che avrebbe comportato meno disagi ai cittadini, poiché una sostituzione del ponte può essere prevista in tempi molto più ristretti, nonché meno costi per le casse comunali, considerato che ora si spenderà una cifra estremamente elevata e destinata ad aumentare nei prossimi mesi per riparare per l’ennesima volta un ponte che invece va demolito e ricostruito senza il pilone centrale. Questo è il frutto della mancata capacità di programmazione, monitoraggio e controllo dei lavori pubblici da parte dell’assessorato di competenza».
Poi Chiodo aggiunge: «Il sindaco avrebbe dovuto insistere nella scelta della sostituzione del ponte, spingendo la Soprintendenza a prendersi responsabilità, anche in forma scritta, dei disagi sia viabilistici che economici che questa decisione causerà ai residenti, per poi essere pronto a portare il tema, se fosse stato necessario, anche fino a Roma. Questo fallimento comporterà incredibili disagi ai cittadini e alle attività commerciali di San Bernardino e Castelnuovo con un’evidente mancanza di senso di responsabilità da parte dell’amministrazione comunale. La giunta si è confrontata con i cittadini? Ha ascoltato i comitati di quartiere? Ha mappato i singoli disagi dei cittadini e delle attività commerciali? Ha offerto supporto o proposto soluzioni? Ovviamente no. Probabilmente qualcuno crede che a Crema si possa affittare un elicottero per recarsi quotidianamente in centro, al lavoro o a scuola».
Nessuno sconto nemmeno da parte della Lega: «Un classico esempio di responsabilità politica — commenta il consigliere del Carroccio Andrea Bergamaschini —. Questa amministrazione non ha dato priorità a un’opera fondamentale in tema viabilistico, poiché collega alla città quartieri come San Bernardino, Castelnuovo e Vergonzana. La chiusura del ponte sarà un disastro. Non c’è stata alcuna programmazione nel corso degli anni e, al momento, non c’è certezza della data di fine lavori sulla tangenziale: un’informazione essenziale, dato che un’opera preclude l’altra. Già in consiglio comunale l’assessore Giossi era stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, che tramite la consigliera Teresa Caso aveva proposto una mozione incidentale a quella presentata dal consigliere Beretta. Ricordo che per quattro mesi la giunta ha tenuto ferma la città per verificare lo stato dell’arte del ponte, definito non sicuro. Dopo un anno, la ditta che ha vinto la gara si è ritirata e l’amministrazione comunale non ha neanche sentito la seconda arrivata, rifiutandosi di mettere mano all’avanzo disponibile allora. Il sindaco Fabio Bergamaschi, ex assessore ai Lavori pubblici nella precedente amministrazione, decanta sempre il suo metodo riformista, ma qui l’unica riforma che deve fare è nella sua giunta, facendo un bel rimpasto».
Sull’argomento è intervenuto più volte, fin da quando la prima gara d’appalto, che pure aveva avuto un vincitore, non era andata a buon fine. Ora, Simone Beretta, consigliere di Italia Viva, presenta il conto: «Rispetto al primo progetto e alla prima gara d’appalto, l’intervento costerà il doppio e comporterà la chiusura totale del ponte, mentre prima era a senso alternato. Fino a ieri, gli amministratori comunali hanno sempre detto che il ponte era sicuro. Ci dicano chi ha sbagliato e chi ne pagherà le conseguenze. Il resto è tutta fuffa».
A chiedere spiegazioni è anche Laura Zanibelli, capogruppo di Forza Italia: «È stato sbagliato il primo progetto oppure le condizioni del ponte sono peggiorate? Qualcuno ci dovrà spiegare perché il senso alternato non è più fattibile». Sull’intenzione della giunta di incontrare i cittadini dei quartieri interessati, Zanibelli aggiunge: «È certamente opportuno incontrare la gente, ma le esigenze dei cittadini si dovrebbero conoscere, così come i problemi di viabilità che la chiusura del ponte comporterà. Non solo agli abitanti di San Bernardino e di Castelnuovo. La chiusura avrà dei riflessi sulle vie Visconti e Libero Comune e su altri quartieri. I nostri amministratori hanno una visione di queste problematiche? Come pensano di gestire, ad esempio, le tempistiche dei ragazzi che vanno a scuola. Al sindaco che dice ‘siamo lenti però arriviamo’, io suggerisco maggiore efficienza e operatività».
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