L'ANALISI
06 Gennaio 2024 - 18:56
CREMONA - Non è vero che «l’Epifania tutte le feste si porta via». Questo, almeno, è il pensiero del vescovo Antonio Napolioni che stamattina, nell’omelia del pontificale in Duomo, concelebrato con il Capitolo, ha proposto due modifiche al noto adagio: «L’Epifania di tutte le feste ci traccia la via» o, ancora, «L’Epifania della vita... della vita eterna ci traccia la via». Poco prima, un cantore aveva solennemente annunciato, secondo la tradizione, la data della Pasqua e delle altre ‘feste mobili’. Quest’anno la domenica della Resurrezione arriverà presto, il 31 marzo, mentre il 14 febbraio, Mercoledì delle ceneri, avrà inizio la Quaresima che alla Pasqua prepara.
Dunque il calendario liturgico è costellato «di memorie potenti, di celebrazioni fruttuose, di incontri del popolo di Dio per rigenerarsi, ritrovare se stessi, ricevere la grazia, vivere la riconciliazione, ripartire per la missione» nonostante le «mille ragioni di stanchezza, di paura, di pessimismo». Il «bellissimo» Vangelo dei Magi, ha sottolineato monsignor Napolioni, non è «una favola natalizia». Ci parla di magi, di re, di sapienti che vengono da lontano a Betlemme. Essi «esprimono anche la condizione del nostro tempo in cui i re, i potenti, i popoli, le culture, la ricerca, la scienza» sembrano come «illudere e deludere nello stesso tempo». Spesso «le stesse persone che incarnano questi poteri godono momenti di grande rilevanza» ma altrettanto «corrono il grande rischio di fallire e di far fallire coloro che subiscono gli effetti della loro responsabilità».
Il profeta Isaia, nella lettura della Messa, offriva la visione di «genti che cammineranno alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere». Ma la tentazione dei potenti è quella di dire «siamo noi che abbiamo la missione di salvare», in un mondo segnato da un «delirio pseudo-spirituale», partecipando con «le nostre armi e i nostri uomini a guerre cosiddette sante». I Magi, invece, sono stati attirati da un’altra luce, che non è nemmeno la Chiesa, è solo Cristo Gesù, solo quel Bambino che ha diritto di essere adorato e riconosciuto». Anche noi, seguendo il loro esempio, dobbiamo renderci consapevoli che il Natale «non è una messinscena religiosa» ma una «potenza di cambiamento» per «affrontare la storia» insieme con il Signore, non ascoltando «il proprio istinto, il potente di turno o la società del consumo».
Da qui la preghiera del vescovo: «Dio, fa’ che come i Magi noi ascoltiamo il bisogno profondo del cuore e ci mettiamo in cammino, come insaziabili cercatori di senso, finché non troviamo anche una rinnovata lettura del Vangelo, una scossa alla nostra coscienza e alle nostre scelte, perché diventi possibile la seconda grande Epifania. Non basta l’Epifania di Gesù se non avviene nella storia l'epifania dei suoi discepoli, della Chiesa, degli innamorati di Dio, degli uomini e delle donne delle Beatitudini, degli operatori di pace». A Sant’Abbondio a celebrare la messa dell’Epifania è stato il vescovo missionario cremonese Carmelo Scampa, emerito di Sao Luis des Montes Belos in Brasile. Monsignor Carmelo Scampa è nato a Scandolara Ripa d’Oglio il 27 gennaio 1944. Ordinato presbitero il 27 giugno 1971, è stato vicario a San Bernardo in città e poi a San Daniele. Nel 1977 è partito come missionario CEIAL per il Brasile dove è rimasto fino al 1989, quando è rientrato in Diocesi per assumere l’incarico di parroco di Villarocca e direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Nel 1990 è tornato in Brasile ricoprendo incarichi sempre più prestigiosi, fino alla nomina a vescovo.
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