L'ANALISI
L'INTERVISTA AL SINDACO
05 Gennaio 2024 - 07:59
CREMONA - La fine del 2023 e l’inizio del 2024 è un passaggio importante per il sindaco Gianluca Galimberti il cui mandato scadrà dopo le amministrative che, verosimilmente, si terranno insieme alle europee di giugno. Ancora sei mesi di lavoro, dunque, ma il Capodanno è l’occasione per un bilancio.
Come ha passato le feste?
«In famiglia. Mia figlia ha avuto un’influenza abbastanza impegnativa e le giornate, e le notti, sono state di accompagnamento a lei. Una cosa che ci ha accomunato con tanti cremonesi».
Ma fra chi in altre città non ha passato le feste in famiglia sono molti quelli hanno scelto di visitare Cremona
«Sì, Cremona è diventata una città turistica e questo ha un impatto economico importante sulla ricettività, sulla ristorazione e su tutta la città. Ma ha anche un impatto culturale in termini di apertura del cuore e della mente della città. Questo risultato corrisponde a un lavoro molto grande e impegnativo di promozione nazionale e internazionale, di incontro costante con i tour operator e di relazione con altre città per sviluppare un turismo internazionale ma anche di prossimità. C’è poi tutto il tema degli eventi. Tanti vengono perché la città offre. Abbiamo anche creato l’Osservatorio sul turismo. Il nostro è un approccio fondato sull’analisi dei dati, la verifica delle azioni in atto e la costruzione di azioni nuove».
Città turistica e sempre più anche città universitaria: il 2023 è stato un anno importante.
«Una città si promuove se i suoi fondamentali di sviluppo sono sono saldi. La promozione di una città ha come primo elemento percorsi di sviluppo forti e su questo abbiamo lavorato fin da subito, fin dal 2014. Le prime scelte fatte furono scelte di investimento sulle università che vivevano un momento di difficoltà. Ora abbiamo una città universitaria perché gli atenei sono molto connessi al tessuto produttivo e culturale di Cremona con interazioni molto forti con il mondo del lavoro. Gli interventi enormi fatti insieme alla Fondazione Arvedi Buschini e come Comune, sono stati anche sulle strutture: Santa Monica, l’ex caserma Manfredini e poi i palazzi Raimondi e Grasselli. Questi investimenti enormi hanno rigenerato luoghi con progetti importanti. Ma il fatto che Cremona sia una città universitaria ha ricadute sociali importanti. Avere giovani che si stabiliscono qui è un anche investimento per contrastare il trend demografico. Ma ha anche un impatto economico per le imprese, il mercato immobiliare e il commercio».
Una città che vuole essere turistica e universitaria ha però anche responsabilità maggiori verso chi vuole accogliere, sapendo offrire un biglietto da visita accattivante. E nel cuore di Cremona, nei Giardini di piazza Roma le Montagnole sono transennate ormai dal 2018. Il progetto è stato affidato, quando saranno sistemate?
«Progetto affidato e i tempi esatti saranno scanditi nell’evoluzione del progetto. Piazza Roma è stata candidata a diversi bandi di finanziamento. Abbiamo vinto decine di milioni sui nostri progetti, e sono convinto che anche quello di piazza Roma troverà un finanziamento, ma al momento non ne ha. Abbiamo quindi messo direttamente risorse per un’operazione di manutenzione e decoro con gli interventi su statue, aiuole e panchine che sta funzionando ed è apprezzata. Per quanto riguarda le Montagnole, c’è il percorso da fare con il passaggio in Soprintendenza. Mi auguro che nei prossimi mesi si possano vedere i frutti anche di questo lavoro. I lavori in atto sono comunque significativi per fare di quella piazza, molto animata, un bel biglietto da visita».
Sono tanti i cantieri avviati, alcuni procedono e altri sono fermi. Penso al parking multipiano, alla palestra di San Felice, all’asilo Martiri della Libertà che non è ancora stato demolito. Ci sono opere che sono a rischio di non essere terminate entro i termini dettati dal Pnrr?
«No, assolutamente no. Siamo nei tempi. La quantità di opere, che si aggiungono alle tante già completate, vede un impegno enorme da parte del vicesindaco Andrea Virgilio, di tutta la Giunta e di tutti i tecnici che ringrazio per il grande lavoro. Molti di questi progetti vedono anche il cofinanziamento importante del Comune».
Passiamo in rassegna i cantieri
«A San Felice c’è solo la palestra che non è completa. Tutto il resto o è in via di completamento o è terminato. Sulla palestra abbiamo avuto la sfortuna oggettiva di avere a che fare con ditte che non hanno garantito i tempi. E cambiare una ditta è un percorso complesso e difficile. Ma anche la palestra sarà portata a compimento in un quartiere che oggettivamente è stato cambiato da questo intervento. Il ponte sul Morbasco in viale Po vedrà la progettazione entro pochi mesi. Spero che questa fase sarà ultimata in primavera per fare poi i passaggi con la Soprintendenza. Il nuovo polo scolastico che prenderà il posto dell’asilo Martiri della Libertà è dentro il cronoprogramma. È vero che l’abbattimento della vecchia struttura avrebbe dovuto avvenire in autunnno, ma slitta solo di qualche mese. Siamo dentro il cronoprogramma, con l’assegnazione dei lavori e la gara fatta. Però la decisione di chiudere e ricostruire la scuola Martiri rientra in un lavoro sulla sicurezza che questa Giunta ha fatto con molta serietà e attenzione. Siamo partiti dalle verifiche sui controsoffitti delle scuole e poi siamo passati all’analisi antisismica. Adesso sono in fase di chiusura i lavori di adeguamento antisismico alla Virgilio e anche alla Anna Frank. Poi tutto il tema della rimozione dell’amianto da scuole e palestre. Ma questa tipologia di intervento si inserisce in una più ampia prospettiva di lavori sulla sicurezza che ha visto cantieri per milioni di euro finanziati in diversi modi che hanno visto rimettere in sesto in termini di sicurezza tante palestre e scuole. Il polo scolastico Martiri della Libertà sarà la seconda scuola nuova realizzata in città nell’arco di qualche anno. Per quanto riguarda il parcheggio multipiano di via Dante, questa primavera avverrà l’apertura. Anche qui, come ho detto in Consiglio comunale, ci manca solo che io e l’assessore Simona Pasquali e il dirigente lavori andiamo in cantiere con il piccone a lavorare, poi per il resto abbiamo fatto tutto. Non è facile avere a che fare con le ditte e non dipende da noi. Anche se ovviamente ci assumiamo le responsabilità e ci scusiamo per il ritardo. Ma il parcheggio multipiano si farà e quando sarà finito, quella zona vedrà il raddoppio complessivo dei posti auto. Perché entro l’anno sarà finito e messo a posto anche quello usato come parcheggio a raso. Arriveremo quindi ad avere mille posti, quasi tutti gratuiti. Con una sistemazione di via Dante e di via della Vecchia Dogana dalle pensiline alla ciclabile alla viabilità automobilistica messa finalmente a posto. E sono convinto che ci potrebbero essere anche ulteriori investimenti in quella zona. Fra l’altro le fermate degli autobus le stiamo mettendo a posto per superare le barriere architettoniche ai disabili. L’abbiamo fatto anche, ad esempio, in viale Trento e Trieste e in via Milano. C’è poi tutto il capitolo dei parchi restituiti alla città, l’ultimo è il parco Braille. Ma sto pensando al parco Monti, al Cambonino, al parco dello Zaist, al Cascinetto, il parco dedicato a Monsignor Galli, parco Rita Levi Montalcini. Ci sono problemi di convivenza e di sicurezza percepita e cerchiamo di mettercela tutta insieme alle forze dell’ordine, Ma questi luoghi sono tanti, più di dieci, che sono stati rigenerati e restituiti alla comunità».
Come un regalo di Natale anticipato, a novembre sono arrivati i soldi del tesoretto di Centropadane che i soci hanno deciso di dividersi dopo l’accordo che ha posto fine al contenzioso con le banche. Al Comune è arrivata una prima tranche di 600mila euro. Come li avete impiegati?
«Sono stati messi nel bilancio e spesi per erogare servizi. Così come avviene per i dividendi di Aem e delle Farmacie municipali. Ricordiamoci che la nostra città garantisce un livello alto di servizi con bassa compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie. Dobbiamo avere consapevolezza che la qualità dei servizi che ci sono dà speranza alla città e alle persone fragili».
Ma questa è stata un’entrata extra, se serve a garantire servizi come ne terranno conto i prossimi bilanci?
«Non è un’entrata extra, ma era una possibilità contemplata e prevista nel bilancio. Abbiamo infatti lavorato molto perché questa partita potesse risolversi. Certamente questa è una partita che andrà a chiudersi. Continueranno invece quelle di Aem e Afm perché sono realtà sane e consolidate».
Venendo al core business di CentroPadane, la progettazione e realizzazione dell’autostrada Cremona-Mantova attraverso la partecipata Stradivaria, la partita è ormai impantanata? Non conviene cominciare a pensare alla riqualificazione della strada esistente?
«Non penso che la partita sia chiusa. Vedremo nelle prossime settimane. Certamente se ci fosse la volontà di chiudere il tratto di TiBre, questo aiuterebbe moltissimo».
Ma chi la costruirebbe? Aria e Stradivaria sono al Tar, il fondo di investimento se n’è andato.
«Io penso che la partita non sia ancora chiusa. Abbiamo sempre mantenuto attenzione alla riservatezza. Quello che posso dire è che mi auguro, spero e penso che la partita con il fondo non sia ancora chiusa. Quanto alla riqualificazione, se pensiamo non a una riasfaltatura, ma al raddoppio e quindi alla costruzione di tangenziali, io penso che il costo sia paragonabile a quello dell’autostrada. Il consumo di suolo sarebbe analogo, anzi, intorno alle tangenziali si potrebbero sviluppare insediamenti. E io non ho capito chi pagherebbe. Dovrebbe essere il Governo, ma nessuno di quelli che si sono succeduti ha mai manifestato l’intenzione di fare un intervento come questo, Penso che in termini di denaro, di consumo di suolo e di fattibilità la riqualificazione sia meno conveniente dell’autostrada. In ogni caso il nostro territorio ha bisogno di infrastrutture. Per questo, passando alla ferrovia, mi auguro che il raddoppio sia sostenuto da tutti. All’interno del procedimento del dibattito pubblico tutti i portatori di interesse faranno le osservazioni di cui si terrà sicuramente conto. Ma questa è un’opera strategica in atto. Verrà fatta, tutti ci auguriamo nel minor tempo possibile. Ma io auspico che abbia il sostegno di tutti. Ci manca che questa opera storica che dà un contributo significativo all’infrastrutturazione del territorio, trovi perplessità. Non trascuriamo anche la Bs-Cr-Pc su cui insistiamo da anni e su cui ora Lombardia ed Emilia sembrano disponibili. Il raddoppio e il ripristino della linea per Piacenza sarebbero due risultati storici».
Un bilancio dell’anno appena passato?
«I progetti in atto sono tantissimi e la città sta cambiando. Ma in questi anni abbiamo imparato che la Storia bussa alla porta di ogni territorio. Abbiamo affrontato la pandemia, è scoppiata la guerra in Ucraina e ora è scoppiata la guerra nella Striscia di Gaza, dopo l’attentato orribile e inumano del 7 ottobre e con i bombardamenti sui civili a Gaza. La Storia ci interpella e la risposta che possiamo dare è la consapevolezza degli aspetti positivi della nostra comunità. Averne cura e promuoverli. Fare in modo che le cose continuino e continuino bene. Serve una speranza operosa, questo non è il momento della paura, di una rassegnata chiusura, ma della responsabilità. Difendere le cose belle e farle crescere dipende da ognuno di noi. La comunità è bella e forte se ognuno vuole che lo sia. E penso anche all’ambiente e alle scelte anche individuali che migliorano la qualità dell’aria».
Sul tema dell’ambiente, però, sta suscitando proteste la scelta di realizzare l’impianto di biometano. E l’inceneritore chiuderà?
«Sul tema dell’ambiente abbiamo lavorato tantissimo per quanto riguarda la mobilità sostenibile, il verde e l’efficientamento energetico. E siamo al 12° posto nella classifica dell’ecosistema urbano di Legambiente e al secondo posto per numero di alberi, quasi uno per abitante. Non sono tante le città che avranno una flotta di bus totalmente elettrica. Sul tema dell’energia pulita adesso con Aem si sta lavorando per l’impianto del Megawatt sul fotovoltaico. Per quanto riguarda l’impianto di biometano, c’è una Via in atto ed è giusto ascoltare tutte le voci. L’idea è di rendere sempre più autonoma la città dal punto di vista energetico e anche le sorgenti di calore del teleriscaldamento sempre più indipendenti dal gas. Il biometano è una fonte sostenibile che può aiutare a dare calore al teleriscaldamento senza usare gas fossile. A questo si aggiunge l’altro progetto di recupero del calore dal depuratore. Quindi: fotovoltaico, il Megawatt che Aem sta per produrre, il milione di metri cubi del biometano, il calore recuperato dal depuratore sono fonti pulite che possono dare maggiore indipendenza energetica alla città e, in particolare le ultime due dare calore al teleriscaldamento, consentendo quindi la chiusura dell’impianto di termoutilizzazione, che per un terzo fornisce calore al teleriscaldamento».
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