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SORESINA: LA STORIA

«Io, dalla cascina al santuario dei cetacei»

La 35enne Francesca Fusar Poli è biologa marina e vicedirettrice del centro studi Secac alle Canarie

04 Gennaio 2024 - 05:25

«Io, dalla cascina al santuario dei cetacei»

La biologa Francesca Fusar Poli mentre effettua delle riprese di un cetaceo in mare aperto nell’arcipelago della Canarie

SORESINA - Dalla terra delle frisone alle isole dei cetacei. Esiste un ‘fil rouge’ che collega due mondi lontani come Soresina, cittadina immersa nella campagna cremonese e Lanzarote, una delle isole spagnole delle Canarie. Questo legame ha un nome: Francesca Fusar Poli, diploma al liceo scientifico Da Vinci di Crema e poi laurea a Pavia.

«Devo ringraziare mio papà Paolo se oggi sono cetologa — afferma la 35enne —. Grazie a lui sono cresciuta circondata dalla natura, natura che poi è diventato il mio mondo, la mia vita. Mio padre ha sempre fatto l’agricoltore e fin da piccola ho avuto la fortuna di trascorrere le mie vacanze estive nella cascina Castelletto. Potevo scorrazzare in spazi immensi, in un ambiente rurale per me magico; ricordo i lunghi portici, i profumi dei fiori di campo, il canto dei grilli e i muri di mattoni rossi intervallati da ampie finestre che mi regalavano una bellissima vista della campagna circostante. I miei compagni di gioco erano gli animali da cortile e un bastoncino di legno con cui sulla terra arida disegnavo dei cerchi. Solo più tardi ne ho compreso il significato».

Un gruppo di delfini ripreso nelle acque di Lanzarote 

È risaputo che le esperienze dell’infanzia possono avere un impatto duraturo sulla nostra identità e sulle scelte di vita e così è stato per Francesca. «Ora che sono grande riconosco al mio mentore il titolo di ‘naturalista sul campo’. Ero una bambina molto curiosa e puntualmente lui rispondeva alle mille domande che gli rivolgevo sui pesci, sulla varietà degli uccelli; lì, in quel mondo bucolico, è nata la mia passione per i cavalli che ancora oggi coltivo». Un libro dell’austriaco Lorenz incide profondamente su questa bambina. «Alle elementari - spiega la cetologa - i miei vicini di casa Alberto e Serena mi regalarono ‘L’anello di Re Salomone’. Ne rimasi stregata e da quel momento, come Salomone e l’etologo Konrad, decisi di cercare l’anello magico che mi avrebbe permesso di decifrare il linguaggio degli animali».


Nel 2013 la biologa soresinese rivoluziona la sua vita. «Durante un viaggio a Praga con la mia famiglia conosco casualmente un ragazzo che vive a Lanzarote e decido di compiere un passo decisivo. L’imprinting di mio padre, sempre citando Lorenz, è stato fondamentale per avvicinarmi al mondo degli animali, ma certamente è grazie anche due donne incredibili se oggi vivo il mio sogno. Da mamma Antonella ho imparato la perseveranza, a gestire in modo strutturato i miei obbiettivi. Nonna Alice mi ha insegnato invece a ‘buttarmi’ senza paura, proprio come ha fatto lei trasferendosi giovanissima dal Veneto a Soresina. A Praga decido quindi di partire per Lanzarote, termino il master in biologia sperimentale ed applicata che nel frattempo finisco, divento a tutti gli effetti una biologa marina in grado di divulgare e vigilare sui gruppi di visitatori che si muovono negli habitat naturali protetti».

Francesca trascorre un breve periodo alle Maldive, poi «per merito di mio fratello Andrea, che mi aiuta col francese, riesco a superare un colloquio di lavoro importante e la mia carriera decolla. Ma il mio primo amore, Lanzarote, per me la più bella di tutte le isole, mi chiama e ritorno da lei». La ricercatrice da cinque anni vi lavora come cetologa. Di recente è diventata vicedirettrice della Secac, l’ong scientifica fondata nel 1993, che mira a condurre e promuovere progetti di ricerca e di conservazione dei cetacei nell’arcipelago delle Canarie. «La mia è una professione fatta di tanti sacrifici — spiega Fusar Poli — a volte senza soste, ma appassionante che mi vede impegnata con animali spiaggiati vivi da reintrodurre in mare o morti da analizzare attraverso la necroscopia. Qui ho trovato il mio anello di Salomone: quando lavoro con l’idrofono che registra i suoni, percepisco le vocalizzazioni degli odontoceti, riconosco i ‘clik’ attraverso cui comunicano, una sorta di alfabeto morse che proviamo a decifrare».

Francesca ha aperto un canale YouTube e scritto un saggio in fase di pubblicazione che parla di viaggi, di coincidenze, di voglia di sperimentare, di crescita personale. «Una delle esperienze più emozionanti che ho vissuto nel mio lavoro è stato vedere le balene disporsi a margherita per proteggere i piccoli. Ho compreso che c’è un’immagine che ricorre nella mia vita che col tempo ha rivelato il suo significato: il cerchio che da piccola disegnavo in cascina sulla terra asciutta, il cerchio dell’anello di Re Salomone. Io stessa sono parte del cerchio, sono uno di quei cuccioli di cetacei al centro della margherita, protetto dai suoi affetti, ancorato alle proprie radici ma comunque in grado di essere dinamico, libero di muoversi in mare. Facendo tesoro di tutto ciò ho voluto condividere la mia esperienza attraverso il libro ‘La felicità in un cerchio’ perché un ambiente familiare stabile e amorevole fornisce un senso di sicurezza emotiva che può influire sulla fiducia in se stessi e sulla capacità di affrontare sfide nella vita adulta. Ma il cerchio è anche interezza, consapevolezza di ciò che siamo, assunzione di responsabilità verso il nostro destino fatto di scelte giornaliere. Il cerchio non ha inizio e fine, non ha limiti come dovrebbe essere la nostra vita. Basta volerlo».

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