L'ANALISI
02 Gennaio 2024 - 19:21
CREMONA - Avviato l’11 dicembre scorso, il dibattito pubblico sul raddoppio ferroviario Codogno-Piadena continua ad arricchirsi di osservazioni e contributi. Molti hanno un denominatore comune: le perplessità sull’eccessivo consumo di suolo. Cesare Vacchelli e Marco Pezzoni intervengono a nome delle Associazioni ambientaliste delle province di Cremona e Mantova: Coordinamento Comitati No autostrade Cr-Mn e Ti-Bre, Legambiente Cremona, Wwf Cremona, Italia Nostra Cremona, Italia Nostra Mantova, ArciBassa, Fiab Lombardia, Noi Ambiente, Salute Odv Viadana, Crea Futuro per le energie rinnovabili, Associazione Persona-Ambiente, Gruppo ecologico El Muroon Pro Natura, Forum delle idee, NoTriv Lombardia, Comunità laudato Sì Cremona, Gruppo ambiente il Quadrifoglio di Commessaggio, Slow Food Oglio Po, Stati generali clima ambiente e salute della Provincia di Cremona.
Ribadiscono la necessità «di conciliare l’esigenza del mantenimento dell’esercizio della linea con quella del minor consumo di suolo possibile» e chiedono delucidazioni specifiche in merito alla già contestata scelta progettuale di realizzare il raddoppio nel tratto Cremona-Piadena in presenza di esercizio, ma con la realizzazione di una nuova sede a doppio binario in variante, a distanza di circa 20,50 metri dal binario esistente. «La necessità di ridurre al minimo il consumo di suolo, tema a noi molto caro, è in questa occasione condivisa anche dalle aziende agricole cremonesi interessate agli espropri e dalle rispettive associazioni di categoria», precisano.
Altro tema fondamentale è rappresentato dai tempi di realizzazione: il cronoprogramma ne vede la conclusione alla data del 2036/2038, cioè ben dieci anni dopo l’avvio. «Considerato che per il tratto Piadena-Mantova, di 34 chilometri, e con il ponte sul fiume Oglio, i lavori avranno una durata di tre anni – continuano gli ambientalisti –, logica vorrebbe che proporzionalmente, quelli per il tratto Piadena-Codogno di 50 chilometri e con il ponte sul fiume Adda di Pizzighettone (da demolire e ricostruire, ndr) dovrebbero avere una durata di circa quattro anni e mezzo. Come mai si prevedono tempi così biblici per un’opera tanto necessaria ed attesa? Qualcuno suggerirebbe, non a torto, di appaltarne i lavori all’omologa cinese della nostra Italfer, che in tempi rapidissimi ne eseguirebbe i lavori».
In un secondo contributo – firmato sempre da Vacchelli e Pezzoni ma anche da Ezio Corradi, Michele Arisi, Anna Lucia Maramotti e Pier Luigi Rizzi – gli ambientalisti precisano che «pur condividendo gli obiettivi dichiarati dal progetto, si chiede che in fase di progettazione definitiva vengano adottate le migliori soluzioni progettuali atte a ridurre l’impatto ambientale e il consumo di suolo, in particolare per quanto riguarda le opere viabilistiche necessarie alla ricucitura della viabilità in seguito alla soppressione dei passaggi a livello».
Viene anche chiesto un efficiente servizio sostitutivo del trasporto ferroviario visto che la tratta Codogno-Cavatigozzi comporterà una interruzione di esercizio. Infine, per sgravare la statale 10, vengono richiesti anche i seguenti raccordi ferroviari: dallo stabilimento della ditta Mercegaglia alla stazione di Castellucchio, dalla stazione di Casalmaggiore allo stabilimento stesso. Altro raccordo richiesto è quello tra la linea Parma-Piadena e la Piadena-Mantova. I contributi al dibattito sono pubblici e consultabili integralmente alla pagina web dpcodognopiadena.it. Fra quelli già depositati sono da citare i dossier del Comune di Cappella de’ Picenardi, del Comune di Pieve San Giacomo, dell’oratorio parrocchiale di Pizzighettone, della Libera associazione agricoltori cremonesi.
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