L'ANALISI
28 Dicembre 2023 - 18:23
CREMONA - Milioni di italiani a letto con l’influenza proprio a cavallo del Natale: nella sola Lombardia nel giro di due settimane i casi sono passati da 70.000 a 150.000 e il picco non è ancora arrivato, atteso la prossima settimana. Purtroppo, non fa eccezione il territorio provinciale con migliaia di cremonesi, cremaschi e casalaschi che fanno i conti con febbre, mal di gola, dolori articolari e tutti gli altri sintomi tipici del malanno di stagione. La buona notizia, come ha confermato oggi il direttore sanitario dell’Asst Rosario Canino, è quella relativa ai casi di Covid.
«Nelle ultime settimane non c’è un incremento, si mantengono costanti» ha ricordato il manager. Con l’influenza che galoppa si intasano anche i pronto soccorso. Lo ha ricordato l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso. «Circa il 70% di coloro che hanno sintomi influenzali si reca nei pronto soccorso in assenza di filtro sul territorio, capiamo bene che l’immunità sul territorio sia insufficiente e che i virus trovino terreno fertile». Al Maggiore se ne stanno rendendo conto giorno per giorno, con il picco di accessi, almeno fino ad ora, che si è registrato nella giornata di mercoledì e che probabilmente sarà destinato ad essere superato già nelle prossime ore.
«C’è stato un iper-afflusso pazienti – prosegue Canino –: siamo arrivati a quota 125, rispetto alla media di un giorno normale, che si attesta intorno alle 90 persone. La stragrande maggioranza sono casi di influenza stagionale». Un incremento che è dunque superiore al 38%. «Avendo ben presente che questo periodo di festività è storicamente quello più favorevole alla diffusione dell’influenza stagionale, ci eravamo attrezzati per tempo. Sono state predisposte delle soluzioni per ridurre l’attività chirurgica che non ha carattere di urgenza e recuperare così posti letto per questa fase. Ci penalizza, però, un fattore, che è legato alla scarsità di posti negli istituti di riabilitazione e nelle residenze sanitarie assistenziali del territorio cremonese e casalasco. Abbiamo un numero importante di pazienti, che oscilla da 55 a 64, che è proprio in attesa di poter essere dimesso dal Maggiore o dall’Oglio Po per essere trasferito nelle strutture per anziani e riabilitative».
Fortunatamente, al picco di influenza, non si sta aggiungendo quello dei casi di Covid. «Sono stazionari – conclude il manager sanitario –: compreso l’ospedale Oglio Po, gli allettati sono al momento una quindicina. Ricordo a tutti i cittadini l’importanza della vaccinazione anti influenzale. Fanno ancora in tempo, specialmente per proteggere le persone più fragili, come gli anziani e coloro che sono affetti da patologie croniche». Anche a Crema la situazione viene seguita passo passo dalla direzione sanitaria, pur in una fase di grandi cambiamenti, dovuta all’ormai prossimo passaggio di consegne tra il dg uscente Ida Ramponi e il nuovo incaricato Alessandro Cominelli e al pensionamento dal primo gennaio del direttore sanitario Roberto Sfogliarini.
«In questi giorni gli accessi in pronto soccorso per influenza A sono lievemente aumentati, ne registriamo circa 10 al giorno – chiarisce il primario Giovanni Viganò –: i sintomi sono lievi. Fortunatamente al momento non abbiamo nessun ricovero in terapia intensiva. In pronto soccorso la situazione di sovraffollamento trova la sua ragion d’essere nel fatto che, complici i giorni festivi, le dimissioni procedono a rilento e i ricoveri sono più difficoltosi». In media a Crema si presentano ogni giorno 170 persone, con picchi di oltre 180.
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