L'ANALISI
22 Dicembre 2023 - 17:38
CREMONA - La notizia è fresca, ufficializzata proprio ieri: nel 2024 ormai alle porte, gli studenti della Cattolica e del Politecnico potranno studiare anche il sabato e la domenica, ospitati nei due atenei che resteranno aperti in fasce orarie molto ampie. Merito dell’accordo siglato tra la Fondazione Arvedi Buschini, l’Associazione Industriali e le due università: risultato fondamentale, considerando anche come nell’indagine-questionario effettuata tra gli oltre 2.300 studenti presenti a Cremona — illustrata dal professor Fabio Antoldi nei giorni scorsi — proprio quella richiesta sia emersa come prioritaria.
Prova a decollare, la Cremona del futuro: ingranando la quinta sul fronte socio culturale dell’università e ascoltando prima di tutto — e in fondo per la prima volta — chi quel fronte lo frequenta.
Ma è pronta al salto decisivo anche sul profilo logistico-edilizio: con la Cattolica da tempo incastonata nel meraviglioso complesso di Santa Monica, adesso inizia ad intuirsi anche come sarà (almeno esternamente) la sede del Politecnico nell’ex caserma Manfredini, le cui facciate già riqualificate fanno bella mostra di se, parzialmente svelate dalla rimozione dei ponteggi e del cellophane che per mesi le ha avvolte tra via Bissolati e via De Stauris.
Si notano già il rispetto della struttura architettonica esistente e il mantenimento dei colori originari, in quella che è destinata a diventare la ‘casa del sapere’ con un convitto in grado di accogliere 180 studenti. Nel cuore del campus pensato e in via di realizzazione e grazie al protocollo d’intesa siglato tra Agenzia del Demanio (proprietaria dell’ex caserma Manfredini), ministero dell’Interno, il Politecnico con la sua Fondazione, il Comune e la Provincia. Con il sostegno determinante e lungimirante di Fondazione Arvedi Buschini, che sostiene i costi della rifunzionalizzazione.
Alla fine, dentro un’area di 30mila metri quadrati, ci saranno 35 aule didattiche, un’aula magna da 300 posti, laboratori e biblioteca, una mensa da 300 coperti e 9.000 metri quadrati di verde. E nell’ex chiostro, lo studentato e una palestra da 250 metri quadrati. Tutto pronto, almeno stando alle previsioni originarie, entro la fine dell’anno prossimo. Forse prima. Che la città universitaria ha fretta di mostrarsi completa.
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