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Supermercato nell'ex Snum: il 'no' della commissione riaccende le polemiche

Spuntano i verbali del parere contrario: ‘Così viene stravolto il contesto storico urbanistico’. Minoranze all’attacco di giunta e Virgilio: «Molto da chiarire...»

Mauro Cabrini

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mcabrini@laprovinciacr.it

21 Dicembre 2023 - 05:10

Supermercato nell'ex Snum: il 'no' della commissione riaccende le polemiche

CREMONA - Sostanzialmente chiusa la ‘protesta di popolo’, con il supermercato Eurospar inaugurato da ormai quasi un mese, e con l’iniziale dissenso dei residenti via via e almeno in parte superato dalla comodità del poter fare la spesa sotto casa, sul market nell’area ex Snum si riapre la polemica politica. E a riaccenderla sono i verbali della commissione Paesaggio, licenziati nel 2018 ma acquisiti solo ora dai consiglieri di Forza Italia e Viva Cremona. Documenti che attestano la bocciatura del progetto e — ecco la ragione della nuova alzata di scudi — il via libera dell’amministrazione a dispetto di quel parere contrario.

Il voto della commissione, allora presieduta dall’architetto Massimo Terzi, professionista indimenticato sconfitto dal Covid nell’aprile del 2020, è preceduto da una serie di rinvii e di osservazioni critiche in merito alla soluzione progettuale proposta.

Nella comunicazione del 19 aprile si legge a proposito del complesso edilizio: ‘Quanto ci viene proposto procede nella logica della sola trasformazione, ma non certamente in quella della sua evoluzione, rinunciando a compiere un ulteriore passo di trasformazione urbanistica, eliminando buona parte dell’attuale rapporto di separazione e rivitalizzando un’area marginale ormai priva di immagine ed energia, ma molto significativa come memoria e fatto urbano’.

Concetto ribadito nella seduta del 17 luglio 2018, quando a giustificare il terzo rinvio della pratica i commissari forniscono ulteriori indicazioni e spunti. Nello specifico si chiede una revisione del progetto e si declina una seria di prescrizioni.

La prima: ‘Il lotto dovrà essere progettato cercando di riproporre i margini edificati’.

La seconda: ‘Il nuovo edificio dovrà ispirarsi a tipologie edilizie riconducibili ai mercati rionali coperti’.

La terza: ‘I parcheggi al servizio dell’attività dovranno essere realizzati in quota prevalente al piano interrato del lotto riducendo sensibilmente quelli previsti a raso’.

E infine, si rimarca come il disegno degli spazi scoperti esterni dovrà valorizzare le mura storiche e possibilmente essere, anche parzialmente, fruibile: ‘Valorizzato eventualmente con piantumazioni che si ispirino alla situazione esistente’.
Tradotto alla luce di quel che sarebbe poi accaduto: non certo la massicciata ribattezzata ‘muro del pianto’ da chi se l’è ritrovata davanti alle finestre di casa ad oscurare l’orizzonte.

Tanto che la decisione finale, con valutazione ufficializzata nella seduta del 28 agosto 2018, si specchia nel progetto respinto con il voto contrario di tutti i componenti della commissione e viene definita dalle motivazioni esplicitate in un’analisi focalizzata sullo ‘stravolgimento’ degli elementi storici, architettonici e urbanistici del contesto presente tra via Giordano, via Ratti e via Cadore.

minoranze

Malvezzi, Fasani, Simi, Ceraso

«Premettiamo che le nostre riserve relative all’intervento edilizio non hanno mai riguardato la destinazione commerciale dell’area, a nostro avviso coerente con lo strumento urbanistico vigente, ma le caratteristiche architettoniche della nuova costruzione e la sua compatibilità con lo scenario circostante, con le norme tecniche attuative del Piano di Governo del territorio e con il regolamento edilizio — specificano al principio del loro attacco Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi (Forza Italia) e Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona) —. Così, dopo aver ascoltato attentamente in consiglio comunale le risposte del vicesindaco e assessore al Territorio Andrea Virgilio, e avendole ritenute non convincenti, abbiamo voluto approfondire il tema, inoltrando una richiesta di accesso agli atti per fare chiarezza su una vicenda che ha suscitato e a questo punto continua a suscitare non pochi interrogativi».

Anche per metodo, oltre che nel merito: «La documentazione richiesta ci è stata consegnata con notevole ritardo e in più riprese e, ancora oggi, risulta incompleta. Questo atteggiamento ostruzionistico non ci ha comunque impedito di ricostruire l’iter di una pratica durata anni e che presenta diverse zone d’ombra».

Tanto da legittimare, anche ora e almeno nell’ottica delle opposizioni, una presa di posizione di forte critica politica: «I pareri contrari della commissione erano noti a tutta la giunta comunale e non a caso il contenuto è stato integralmente riportato nel testo della delibera 189 del 13 ottobre 2021 con la quale è stata approvata la bozza di ‘Convenzione relativa alla richiesta di permesso di costruire convenzionato per la realizzazione dell’edificio commerciale. Quindi gli attuali amministratori erano ben consapevoli che i componenti della commissione Paesaggio da loro scelti a tutela della qualità urbana avevano espresso un parere contrario e, ciò nonostante, hanno approvato la bozza di convenzione, consentendo agli uffici comunali il rilascio del necessario permesso di costruire».

Nel mirino l’intera giunta e, nella giunta, in particolare (e di nuovo) il vice sindaco Andrea Virgilio, che presumibilmente anche per il suo attuale ruolo di candidato sindaco in pectore sta diventando una sorta di bersaglio privilegiato: «È stato proprio il vice sindaco a citare l’articolo 47 del regolamento edilizio nel suo intervento per giustificare la costruzione di un edificio con caratteristiche non coerenti con i principi regolatori dei caratteri architettonici e dei valori del contesto esistente — lo puntano Malvezzi, Fasani, Simi e Ceraso —, evitando però accuratamente di evidenziare che la possibilità di introdurre elementi innovativi, in deroga ai principi regolatori, passa obbligatoriamente da una valutazione degli uffici e delle commissioni Edilizia e Paesaggio, che in questo caso ha respinto la proposta progettuale. Allora, non possiamo che immedesimarci nei tanti professionisti e cittadini che hanno dovuto modificare i propri progetti, magari relativi interventi più contenuti, per adeguarsi ai pareri della commissione Paesaggio, pareri che in questo caso l’amministrazione comunale ha deciso di ignorare. L’esame degli atti messi a nostra disposizione rafforza i nostri dubbi iniziali e ci spinge a richiedere un ulteriore approfondimento, che riteniamo necessario per far chiarezza su una ricostruzione a nostro avviso lacunosa e imprecisa».

La richiesta: confronto in commissione Vigilanza. Ci sarà: la presidente Simona Sommi (Lega) la convocherà a inizio anno.

Quando Virgilio, quasi certamente, da candidato sindaco in pectore del centrosinistra sarà aspirante primo cittadino ufficiale. E in commissione tirerà aria da campagna elettorale.

LA RISPOSTA DI VIRGILIO

Ormai abituato a stare nel centro del mirino, in fondo anche consapevole di essere destinato al fuoco nemico sempre di più nell’eventualità quasi certa della candidatura a sindaco, a fronte dell’ennesimo attacco Andrea Virgilio non si scompone.
«Direi che su questa vicenda la destra mostra tre criticità».

La prima: «Poca coerenza, dal momento che uno dei principali promotori della polemica aveva previsto in via Giordano, nel suo Pgt, le potenzialità di una media struttura molto più grande di quella attuale».

La seconda lacuna: «È la tempistica: mi pare che questa critica sia piuttosto tardiva, visto che è da dieci anni che si parla di questo progetto recentemente inaugurato».

La terza: «È la più grave perché mostra un centrodestra schierato contro l’esigenza delle imprese che chiedono al pubblico di essere da supporto e non da ostacolo».

Conclusione squisitamente politica: «Chi polemizza sa perfettamente, per il ruolo che ricopre da anni, che il parere della commissione Paesaggio non è vincolante e resta nella discrezionalità della giunta. Lo è invece quello della Sovrintendenza, che ha dato il via libera al progetto. Dunque, ben venga l’ennesima iniziativa di un centrodestra che fatica a trovare temi e proposte e si aggrappa a polemiche e a commissioni di Vigilanza che mai sono sfociate in azioni conseguenti».

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