L'ANALISI
20 Dicembre 2023 - 15:44
Il generale Roberto Vannacci con il presidente Giorgio Moriero
SOLAROLO RAINERIO - «Sono aperto anche alle critiche più caustiche, però nessuno dei leoni da tastiera che mi contesta viene mai a confrontarsi direttamente con me». Il generale Roberto Vannacci, autore del discusso libro ‘Il mondo al contrario’, ieri sera è stato protagonista della cena benefica organizzata al ristorante ‘La Clochette’ dal Rotary Club Piadena Oglio Chiese, il primo club rotariano d’Italia ad averlo invitato e anche insignito, per volontà del presidente Giorgio Moriero, della spilla di socio onorario.
Stimolato dalle domande del giornalista Vanni Raineri e dei partecipanti alla cena, Vannacci ha dato una prima stoccata alla petizione online di Onda Queer Casalmaggiore ‘Impediamo la cena con il generale Vannacci’, che ha raccolto 327 adesioni: «Dilettanti. Altri ne hanno fatte tre a mio favore: una ha preso 9400 firme, una 5400 e la terza 4800. Questa è la 36esima presentazione del libro che faccio e continuerò a farne e a esporre le mie idee».
Sul concetto di anormalità riferito ai gay, Vannacci ha detto che «non essere normale è semplicemente un fatto statistico. Se fossi alto due metri e 20 non mi considererei normale, ad esempio, perché non è la normalità essere così alti. Ma questo non significa dare giudizi morali, non ho mai pensato a nulla del genere. Solo che appena uno esce dal pensiero unico, viene ostracizzato».
Su Paola Egonu Vannacci ha sostenuto che anche se italiana, i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità: «Siccome è molto intelligente non si è lamentata e ha capito cosa intendevo. Si dà del razzista a chi evidenzia le differenze tra una persona e l’altra, ma per me le differenze sono il motore dell’universo. Non abiterei mai dove tutti fossimo uguali».
Il generale ha ammesso che in alcuni passaggi, quelli più contestati, ha usato «la provocazione, ma sono convinto di non essere stato offensivo».
Sull’omicidio di Giulia Cecchettin e le considerazioni sul ‘patriarcato’, ‘humus’ da cui deriverebbero i femminicidi, Vannacci ha detto che «sono gli uomini deboli a fare del male alle donne. Sono uomini che non sanno stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Il maschio forte, se abbandonato, si rialza e ricomincia da capo. Nella società che conosco, una famiglia patriarcale non la troverei: le decisioni più importanti, nella mia, ad esempio, sono state prese dalle donne».
Sulla sua volontà di scendere in politica: «Non lo so, ora faccio il mio lavoro». Il suo libro intanto verrà stampato in Germania, Spagna, Romania e Slovenia. Ieri a pranzo Vannacci è stato al ‘Seler’ di Piadena.
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