L'ANALISI
15 Dicembre 2023 - 18:27
Il geologo Gianni Porto, gli avvocati Gian Pietro Gennari, Claudio Tampelli e il chimico Fabio De Nicoli
CREMONA - «Ho voluto che i dati ricavati dagli ultimi tre piezometri posizionati a ridosso del confine con la raffineria Tamoil venissero resi pubblici e condivisi - ha esordito questa mattina Maurilio Segalini, presidente della Canottieri Bissolati presentando i dati delle ultime rilevazioni messe in atto dai tecnici coinvolti dagli avvocati Gian Pietro Gennari e Claudio Tampelli —. I dati ci dicono che l’inquinamento da idrocarburi è ancora in atto, non si è mai fermato e non è una questione che risale a 15 anni fa. Abbiamo avuto conferma che, 15 anni dopo l’autodenuncia che ha aperto il caso Tamoil, sotto la Bissolati c’è ancora surnatante, cioè idrocarburi che galleggiano sull’acqua e che non sono residuali, ma ‘freschi’».
A raccontare lo stato dell’arte e a chiedere di non considerare chiuso l’affare Tamoil, questa mattina presso la canottieri Bissolati, sono stati gli avvocati Gian Pietro Gennari, Claudio Tampelli, il geologo Gianni Porto e il chimico Fabio De Nicoli.
E mostrando i siti dove i tecnici della Bissolati hanno posizionato i piezometri a ridosso dell’area confinante con l’ex raffineria, l’avvocato Gennari in merito ha osservato che: «Nel mese di novembre la Bissolati ha approntato tre nuovi piezometri: Pz6, Pz7 e Pz8. E i dati parlano chiaro. Su un limite massimo di idrocarburi totali di 350 microgrammi al litro, consentito dalla normativa, nel Pz5 abbiamo rilevato 22.500, nel Pz6 16.650 e nel pz7 6.000000 e nel Pz8 295000».
E in merito Tampelli ha specificato: «In questi piezometri il surnatante è presente in quantità allarmanti che superano decine di centinaia di migliaia di volte quelle previste dalla legge. Quello che noi sosteniamo è che l’inquinamento è ancora in atto, non è residuale, ma continuamente alimentato».
E Gennari, rincarando la dose, ha detto che «La posizione dei piezometri realizzati dalla Bissolati corrisponde a quella prevista dalla legge per i punti di conformità che servono per verificare se l’inquinamento progredisce oppure è rallentato. A nulla serve aver messo i punti di conformità a ridosso del fiume e lontano dal confine con Tamoil. Da queste nuove analisi l’inquinamento non è solo progredito, ma è anche aumentato e, in seguito alle analisi fatte nel 2022, il prodotto che oggi troviamo qui è un prodotto recente. A testimoniarlo sono le tipologie di idrocarburi rilevati di natura recente fra i 5 e 10 anni. Non è quindi più l’inquinamento che è andato sotto il procedimento penale che copriva un arco di tempo dal 2001 al 2007, ma siamo in presenza di un nuovo inquinamento, riconducibile a una nuova ipotesi di reato, se qualcuno vorrà indagare. Tutto ciò costituisce un nuovo fatto dal punto di vista dell’inquinamento ambientale dell’area della Bissolati che non può essere disgiunta nei processi amministrativi da quella dell’area della Tamoil».
E spiegando la tipologia di reperti rilevati dai piezometri di recentissima costituzione il geologo Gianni Porto ha messo in evidenza: «Al confine della Bissolati che dà sulla raffineria noi abbiamo registrato non solo un ingresso di prodotto surnatante, ma soprattutto un tipo di prodotto attribuibile al cherosene che per parola di Tamoil viene stoccato nei depositi solo dal 2019. Se c’è il cherosene in Bissolati che Tamoil tratta solo dal 2019, siamo in presenza di un nuovo evento inquinante per il quale la barriera idraulica che hanno costruito non ha funzionato. Noi chiediamo che la barriera tenga, facciano delle modifiche per migliorare la situazione e che facciano una barriera fisica. Bisogna prendere una decisione amministrativa a tutela della comunità».
Gli avvocati procederanno nella causa civile, ma sottolineano che i dati registrati dimostrano che l’azione inquinante è continua e impone una presa di posizione degli enti preposti al controllo e di una nuova strategia per fare in modo che l’azione inquinante non continui a danno non solo della società ma dell’intera comunità cremonese: «Nella conferenza dei servizi di giovedì porteremo i nostri dati e chiederemo come si intenda procedere per tutelare la proprietà della Bissolati e la salute pubblica», hanno concluso gli avvocati della canottieri.
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