L'ANALISI
CREMONA: CASO CHIUSO
14 Dicembre 2023 - 13:22
L'avvocato Roberto Alquati, presidente di Tamoil raffinazione, e l'avvocato Davide Venturino per Tamoil Italia Spa. Dietro il sindaco Gianluca Galimberti e l'avvocato Alessio Romanelli per il Comune
CREMONA - Per il disastro ambientale colposo, il colosso libico Tamoil sborsa al Comune un risarcimento complessivo di 2 milioni e 400 mila euro per il danno di immagine e per i costi sostenuti nel procedimento amministrativo. Se nel penale (tre gradi di giudizio), Tamoil era già stata condannata a risarcire al Comune, parte civile, 1 milione di euro - una provvisionale immediatamente esecutiva - ora ne aggiunge 1,4. È l’accordo raggiunto nella causa civile promossa dall’ente che di milioni ne aveva chiesti 40. Richiesta «esorbitante» per Tamoil, che si era costituita in giudizio. L’accordo si è perfezionato oggi davanti al giudice civile, Daniele Moro, che nelle precedenti udienze aveva formalmente invitato Comune e Tamoil a valutare l’opportunità di conciliare la controversia, proponendo, egli stesso, 1 milione e 400mila euro.
Chiusa questa partita giudiziaria, ne resta aperta un’altra, la più importante: quella sul risarcimento del danno ambientale. La palla passa al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il solo legittimato a promuovere, eventualmente, la causa a Tamoil. L’accordo di oggi porta da un lato la firma del sindaco Gianluca Galimberti per il Comune, assistito all’avvocato Alessio Romanelli, dall’altro le firme degli avvocati Roberto Alquati, presidente di Tamoil Raffinazione, e Davide Venturino per Tamoil Italia spa e per Enrico Gilberti, il manager condannato, in via definitiva nel processo penale, a 3 anni. La causa civile era cominciata il 19 gennaio di quest’anno. All’udienza del 25 luglio scorso, il giudice aveva invitato le parti a valutare l’opportunità di conciliare la controversia, precisando, all’udienza successiva del 26 ottobre, la sua proposta conciliativa. Ovvero, la «corresponsione da parte dei convenuti all’attore (il Comune, ndr) della somma complessiva di euro 1.400.000,00 – somma da aggiungersi a quella già corrisposta all’esito dei procedimenti penali».
E «rinuncia del Comune di Cremona ad ogni altra pretesa riconducibile ai pregiudizi o riconducibile ai fatti allegati nell’atto introduttivo del giudizio, spese di lite compensate tra le parti». La conciliazione è andata, dunque, a buon fine stamane, nell’udienza fissata alle 12.30, cominciata dieci minuti dopo e chiusa alle 13.08. «Una giornata importante», ha commentato il sindaco Galimberti. Nel processo penale (rito abbreviato) - il più rilevante a Cremona in tema ambientale - la prima sentenza di condanna è del 18 luglio 2014: l’aveva emessa il gup, Guido Salvini, che nel riconoscere il disastro ambientale, aveva condannato Tamoil a risarcire 1 milione (provvisionale) al Comune rappresentato dal cittadino radicale Gino Ruggeri, parte civile in luogo dell’ente: la giunta Perri aveva, infatti, deciso di non costituirsi. Sarà la giunta Galimberti a raccogliere il testimone di Ruggeri nel processo bis: la Corte d’Assise d’Appello di Brescia il 20 giugno 2016 aveva pronunciato sentenza di condanna per disastro ambientale colposo, sentenza confermata dalla Corte di Cassazione il 25 settembre 2018.
L’avvocato Romanelli parte dai ringraziamenti «al sindaco e all’amministrazione comunale per la fiducia e per tutto il supporto avuto da parte degli uffici, e, in particolare, dal Settore ecologia e dall’Avvocatura comunale: l’avvocato Enrico Cistriani». Da Romanelli il «grazie al cittadino radicale Gino Ruggeri, dal momento che tutto ha avuto inizio grazie alla sua coraggiosa iniziativa civile e giudiziaria. Con l’accordo di oggi si conclude un giudizio iniziato nel 2012». E «si conclude nel migliore dei modi, in quanto vede un importante riconoscimento economico a ristoro dei danni patiti dal Comune, che sono principalmente quello di immagine per la lesione del diritto come ente amministrativo e come ente rappresentativo della città. Ci sono, poi, i danni patrimoniali per le spese sostenute per il procedimento amministrativo Tamoil. Adesso - conclude l’avvocato Romanelli - è necessario che parta, finalmente, l’azione giudiziaria del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, unico soggetto legittimato per il risarcimento del danno ambientale che è la voce di danno più rilevante».
«Questo risultato di grande rilievo conferma la correttezza del percorso che l’amministrazione ha intrapreso a partire dal 2015, innanzitutto con la scelta di sostituire il cittadino Gino Ruggeri nella causa penale e quindi con la decisione di avviare la causa civile, conclusasi oggi», la nota diramata oggi dal Comune. «Questa causa - prosegue la nota - ha visto riconosciuto definitivamente il danno che la città ha subito, così come è stato riconosciuto il serio, costante e grande lavoro che dall’inizio di questa vicenda è stato portato avanti anche da tutti i tecnici del Comune di Cremona». Comune che «ha fatto propria la proposta conciliativa del giudice e la transazione, che implica la rinuncia ad ogni altra pretesa riconducibile solo al procedimento civile in oggetto e che consente di avere ora la possibilità di investire per la città una somma di molto superiore a quella già ottenuta all’esito del procedimento penale».
Prossimo passo: la convocazione della commissione «prevista dalla delibera di consiglio comunale del 10 aprile 2019, nella quale si vincolava l’importo della provvisionale ad opere di tipo ambientale». La giunta «insieme alla sua maggioranza, pensa che sia importante usare parte rilevante di questi fondi per restituire zone della città antropizzate a verde pubblico, in forme diverse, alberature, boschi, prati armati, in modo che l’investimento sul verde continui e si rafforzi». E «altrettanto ritiene che si debba insistere su investimenti relativi al fotovoltaico, per avere sempre più energia pulita in città e contribuire a rendere sempre più Cremona autonoma energeticamente». Scelte che «nascono dalla consapevolezza che occorre continuare e rafforzare l’attenzione all’ambiente sviluppata in questi anni». Il risultato di oggi «si lega alla costante attenzione che sul comparto, insieme agli enti preposti, è mantenuta in termini di controllo della situazione ambientale, peraltro fortemente migliorata negli anni».
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