L'ANALISI
15 Dicembre 2023 - 16:23
CASALMAGGIORE - Preparare gli studenti del Polo Romani alla visita programmata per febbraio alla Casa circondariale di Cremona. Questo l’obbiettivo dell’incontro che questa mattina a partire dalle 9 per un paio di ore si è svolto in aula magna al Polo Romani. A parlare ai ragazzi e alle ragazze è stato invitato don Roberto Musa, cappellano del carcere di via Ca’ del Ferro, alcuni giorni fa protagonista di un incontro analogo all’Istituto Einaudi di Cremona. L'evento – denominato ‘La scuola incontra il carcere’ – è stato organizzato dalla docente di religione Antonella Maria Maglia. «La visita – ha spiegato la professoressa Maglia – sarà articolata in due gruppi e coinvolgerà tre quinte dell’Itis, una quinta del liceo scientifico, una quinta del liceo classico».
Durante gli incontri, don Musa ha esplorato diversi aspetti del sistema penitenziario italiano, focalizzandosi in particolare sulla realtà del carcere di Cremona. Ha stimolato una riflessione tra gli studenti sulle differenze tra la vita quotidiana di un individuo libero e quella di un detenuto, impegnato a risarcire il proprio debito con la società. Un altro tema chiave è stata l’importanza dell’aspetto rieducativo della detenzione, come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana. Particolarmente toccante per gli studenti è stato il racconto delle storie personali di alcuni condannati. Un altro aspetto toccato questa mattina è stato quello della molteplicità di nazionalità presenti nella struttura carceraria: «Sono rappresentate 50 nazionalità e a volte il dialogo è difficile. Ad esempio, quando c’è il ramadan (il mese sacro del digiuno nella religione islamica, nda), c’è chi lo rispetta e chi no, ed è stato necessario strutturare il funzionamento della cucina per consentire a tutti di mangiare quando è possibile».
Don Musa ha parlato anche di reinserimento sociale e lavorativo. A Cremona don Roberto ha fondato ‘Fratelli tutti’, una cooperativa di tipo B con la previsione di una seconda panetteria con laboratorio, simile a quella già esistente in via Robolotti, dove lavoreranno sia ex detenuti che persone con disabilità.
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