L'ANALISI
CREMA
15 Dicembre 2023 - 05:05
CREMA - In regalo un mango, «frutto che per gli Indù simboleggia saggezza e prosperità», ma anche una dura reprimenda per le critiche mosse dall’associazione ‘Donne contro la violenza’, tramite un post sui propri profili social, risalente ad alcune settimane fa, all’operato della premier Giorgia Meloni in tema di parità di genere. Nei giorni scorsi il consigliere di minoranza di FdI Giuseppe Torrisi, ha esternato il proprio disappunto in commissione comunale Sicurezza, a cui era presente anche la presidente delle Donne Gianna Bianchetti. Alla fine della riunione si è rivolto alla leader dell’associazione.
«Nel post – ha ricordato Torrisi – è stato utilizzato un linguaggio aggressivo al solo fine di attaccare la prima donna premier della storia della Repubblica italiana e non solo dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista familiare e genitoriale. Il mio intervento nasce dall’evidenza che l’organizzazione di volontariato, che di base ha tra le sue finalità l’essere laica, aconfessionale e apartitica, non deve contravvenire alla sua mission, che è quella di diffondere nel territorio la cultura del rispetto per ogni persona. Auspico che in un futuro prossimo si possa tutti insieme collaborare senza alcuna enfasi».
Bianchetti replica: «Credo che in commissione, dove diamo atto di ciò che facciamo sul territorio, non fosse quello il tema all’ordine del giorno, ma ognuno è libero di fare come crede. A Torrisi ho detto di prepararsi in quanto potrebbe essere offesa altre volte la sua sensibilità. Il post voleva essere uno spunto di riflessione, non facciamo ogni volta il teatrino. Speriamo che la storia sia finita». Il post dell’associazione Donne contro la violenza aveva come titolo ‘Giorgia, femminista a sua insaputa’.
Nel mirino c’erano quelle che, secondo l’associazione, sarebbero le evidenti incongruenze tra le posizioni politiche ufficiali della donna a capo del governo e quelli che, in realtà, si rivelerebbero essere i suoi comportamenti nella vita di tutti i giorni, compresa la sfera privata. Ad esempio, le volontarie avevano scritto: «Non riconosce le lotte femministe che, nel 1946, hanno portato le donne a sede in parlamento, diviene la prima donna italiana premier, è combattente e aggressiva, rispetta il sistema patriarcale, si fa chiamare presidente, ma rompe con la tradizione femminile e delega ad altri le cosiddette ‘naturali’ funzioni di cura materne e familiari». E ancora: «Non riconosce le lotte femministe che nel 1975 hanno portato al nuovo diritto di famiglia, ma cresce in una famiglia matriarcale di sole donne, diventa ‘ragazza madre’ e vive ‘more uxorio’».
Infine: «Non riconosce a tutte le possibili famiglie il diritto di esistere e dà sostegno politico alla sola cosiddetta ‘famiglia tradizionale’, ma lascia il compagno quando questo non tiene conto del suo ruolo pubblico e le manca di rispetto, afferma il primato dell’essere genitori rispetto alla stabilità di coppia, dà forza alle migliaia di donne che tengono in piedi un matrimonio ormai finito in nome del ‘bene’ dei figli, afferma che la coppia può scoppiare ma genitori si è per sempre». A conclusione, la frase: «Sua figlia non porterà le pesche al padre». Torrisi ha sottolineato: «Le pesche sono fuori stagione per questo ho scelto il mango. Frutto consegnato rigorosamente.
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