L'ANALISI
14 Dicembre 2023 - 05:05
CREMA - La prima pietra venne posata nel 2008 sul versante milanese e nel 2009 su quello cremasco: alla luce degli ultimi aggiornamenti, vent’anni potrebbero non bastare per il raddoppio completo della Paullese tra la città e San Donato Milanese, 40 chilometri in tutto. Niente da fare per l’eliminazione dei semafori ‘tappo’ di San Donato e l’avvio dei lavori del nuovo ponte di Spino slitta al 2026. Al momento, l’unica certezza è che la riqualificazione tra la Cerca e la Teem dovrebbe concludersi ad aprile, dopo un evidente rallentamento l’estate scorsa. Il resto sono solo ipotesi. Il consigliere regionale milanese dei Cinque Stelle, Nicola Di Marco, ha ottenuto gli atti relativi all’opera.
Prima nota dolente sono i famigerati semafori di San Donato, responsabili di code infinite in cui ogni giorno rimangono imbottigliati anche migliaia di cremaschi. «Grazie a un finanziamento ministeriale relativo al Fondo progettazione opere prioritarie — chiarisce — la Città metropolitana aveva dato l’incarico a una società di progettazione di redigere la fattibilità tecnico-economica e lo studio preliminare ambientale per l’eliminazione delle intersezioni semaforizzate con via Moro e con via Gela lungo la Paullese». Dal Comune però è arrivato un «no».
Criticata l’invasività delle rampe degli svincoli, che renderebbero impossibile la conformità urbanistica. «Tra le soluzioni alternative individuate, che Città metropolitana si riserva di verificare, c’è la riprogettazione dello svincolo di via Gela attraverso un cavalcavia simile a quanto realizzato a Peschiera Borromeo — conclude —: comporterebbe la necessità di nuovi ponti sul Lambro, con incremento del costo dell’opera, fondi che Città metropolitana al momento non ha». Ancora lontana anche la realizzazione del secondo ponte sull’Adda a Spino. L’ultimo aggiornamento ha allungato le previsioni di avvio del cantiere di un anno: dal 2025 al 2026.
«Il progetto definitivo è stato approvato in linea tecnica il 25 agosto scorso — prosegue l’esponente dei Cinque Stelle —: l’avvio dei lavori comunicato dalla Provincia di Cremona alla Regione è previsto per l’inizio del 2026, la conclusione per la fine del 2027. L’intervento consiste nella realizzazione di un nuovo ponte con impalcato metallico, affiancato all’esistente, da utilizzare per il transito nel senso di marcia verso Crema. Sul manufatto attuale verranno realizzate le necessarie opere di manutenzione e adeguamento». Come noto, è decisivo reperire i fondi mancanti.
«Il quadro economico — sottolinea Di Marco — è di 38 milioni di euro e per la copertura finanziaria ne risultano, ad oggi, disponibili 28,9. Il 20 ottobre la Provincia di Cremona e Città metropolitana hanno chiesto di poter utilizzare i finanziamenti del Piano Lombardia, 5 milioni di euro destinati al secondo lotto secondo stralcio (il raddoppio tra Zelo e il ponte vedi box). Per quanto concerne l’iter di prosecuzione del procedimento, il progetto definitivo dovrà essere oggetto di verifica e di validazione propedeutica alla procedura di appalto integrato, poi trasmesso al Cipess per l’approvazione ministeriale di competenza».
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