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Il giudice Guido Salvini va in pensione: 40 anni di «indipendenza personale»

Entrato in magistratura nel 1982, ha lavorato anche a Cremona. Portano la sua firma l'indagine ‘calcio scommesse’ e il caso ‘Tamoil’, il più importante processo sull’inquinamento ambientale

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

13 Dicembre 2023 - 16:22

Il giudice Guido Salvini va in pensione: 40 anni di «indipendenza personale»

CREMONA - L’indagine ‘calcio scommesse’ e il caso ‘Tamoil’, il più importante processo sull’inquinamento ambientale: un caso che ha fatto scuola. L’uno e l’altro portano ‘la firma’ di Guido Salvini, magistrato milanese che nei suoi 40 anni di carriera ha lavorato anche a Cremona. Compiuti i 70 anni lunedì scorso, ora è in pensione. Giudice indipendente nel senso di una «indipendenza personale», anche perché, come ha sempre detto, si «è tenuto lontano dalle correnti» e non ha mai avuto brama «di incarichi direttivi», Salvini è pronto a portare avanti quell’impegno «storico e culturale sui temi della giustizia e della ‘memoria’ e della riflessione sul nostro recente passato», che lo ha visto sempre tenere lezioni e dibattiti in scuole, università, sedi comunali e associazioni culturali e giovanili. E a lavorare ancora nelle Commissioni parlamentari, come quella Antimafia.

Entrato in magistratura nel 1982, si è occupato, prima come giudice istruttore e poi come gip, di inchieste sull’eversione di destra e di sinistra, più recentemente di terrorismo internazionale. Dopo la parentesi a Cremona, è tornato di nuovo a Milano dove si è occupato dell’infiltrazione delle mafie al nord e di indagini riguardanti fenomeni sociali, come le curve ultrà e i ‘trapper’. «I momenti più coinvolgenti di questi quarant’anni - ricorda Salvini - sono stati certamente gli anni del terrorismo durante i quali con altri colleghi siamo riusciti a convincere centinaia di giovani ad abbandonare la lotta armata e a reinserirsi nella società. Così come sono state coinvolgenti, per me che ero studente all’epoca dei fatti, le indagini che hanno consentito di dare una paternità storico-giudiziaria alla strage di piazza Fontana».

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