L'ANALISI
12 Dicembre 2023 - 05:20
CREMONA - Dopo le cabine telefoniche, chiuse in archivio dai cellulari, e i gettoni, seppelliti dalla rete, tocca dunque a loro, le care, storiche cassette rosse della posta, mandate in pensione da sms, whatsapp, 'vocali' e mail. Un finale prevedibile, scontato, una crisi inevitabile: nessuno o quasi scrive lettere e spedisce cartoline. È vero, le cassette resteranno tra noi diventando smart e digitali, ma di certo non saranno più le stesse. Al massimo potrà capitare di rivederle in qualche vecchio film o spunteranno nelle pagine di un libro. Il mondo cambia, e non ci si può fare niente. Non c'è però addio senza un pizzico di nostalgia.
Quei contenitori metallici, piccoli 'monumenti' della storia e della memoria collettive disseminati per le strade delle nostre città e dei nostri paesi ed entrati nella quotidianità di tutti, hanno veicolato plichi anonimi e montagne di corrispondenza senza particolare rilevanza, ma hanno anche accolto e custodito un saluto carico di affetto inviato da lontano o da vicino, i palpiti suscitati da un messaggio d'amore, le confidenze fatte o ricevute da un amico. In qualche caso, le speranze affidate a un curriculum. Notizie buone e cattive indistintamente.
Quando, via da casa, non si sapeva o non si ricordava dove fosse uno di quei 'guardiani' silenziosi e c'era la fretta di comunicare qualcosa di importante, si domandava in giro per arrivare in tempo prima che il contenitore fosse svuotato e il contenuto raccolto negli appositi sacchi, smistato, indirizzato. E chi davanti a quella feritoia con le due diciture, 'Per la città' e 'Per tutte le destinazioni', non ha esitato, letto e riletto, infine lasciato cadere le proprie parole ma sempre con un po' di trepidazione? Avrò fatto giusto o mi sarò sbagliato? Probabilmente eravamo così abituati a vedere le cassette rosse da non esserci nemmeno accorti che, giorno dopo giorno, erano diventate inutili. Soltanto l'ombra ininfluente di un'epoca tramontata da tempo. Anche questo è vero, eppure non si può fare a meno di chiedersi: a chi toccherà uscire di scena, chi sarà il prossimo?
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