L'ANALISI
08 Dicembre 2023 - 17:50
Sorelle nella chiesa di Santa Maria delle Grazie in occasione di una celebrazione speciale
SONCINO - La decisione ufficiale è stata comunicata: la Superiora generale dell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia, Maria Chiara Rivolta, ha scelto di chiudere definitivamente la comunità di Soncino che, dopo oltre un secolo e mezzo di storia, ospitava le ultime due sorelle rimaste, suor Graziella Filippini e suor Elide Moretto. Prima della fine del mese le religiose si trasferiranno dunque alla sede centrale, nel santuario di Comonte che si trova nella frazione di Seriate, in provincia di Bergamo. Il sindaco Gabriele Gallina: «Resterete nel nostro cuore». Il parroco don Giuseppe Nevi: «Il nostro futuro è insieme».
Un fulmine a ciel sereno? Non proprio, anche se la ‘botta’ si è fatta comunque sentire. Negli anni, gradualmente, la presenza numerica e il coinvolgimento delle suore ‘di Soncino’ nella vita e nell’organizzazione degli aspetti più importanti della vita del borgo, erano andate di pari passo, via via, scemando. Non che qualcuno l’abbia voluto, anzi, si è trattato per lo più di un processo naturale e non estraneo ad altre realtà simili. Per farla breve: di suore della Sacra Famiglia, a Soncino, ne erano rimaste ormai soltanto due. Sorelle che non hanno mai fatto mancare il loro aiuto, l’impegno, l’assistenza nel sociale, la preghiera. Ma non ‘novizie’, e certamente, da sole, non nelle possibilità di gestire quel che rimaneva del passato conventizio. Da qui la decisione presa dalla Madre superiora pur, a quanto si apprende, a malincuore.
Una scelta, insomma, dolorosa ma obbligata. E che ci si aspettava da un momento all’altro. Viene, dunque, naturale chiedersi, con questi dati alla mano, perché la missiva è stata accolta con tanto sconforto da tutti i soncinesi, credenti e non? La risposta, in realtà, è incisa nella storia stessa del Gioiello sull’Oglio. La santa fondatrice dell’Istituto, infatti, è Paola Elisabetta Cerioli, nata a Soncino nel 1816 col nome di Costanza. Sedicesima figlia di una famiglia nobile, si sposa a 19 anni. A 38, seguendo la vocazione, apre le porte del suo palazzo ai poveri, agli orfani e agli ammalati. Dona tutto quello che ha per aiutare gli ultimi, i mendicanti e i più sfortunati. Adotta, cresce e, soprattutto, fa studiare i bambini.
Tra il 1863 e il 1865 apre a Soncino e Leffe due case che ospitano la scuola agricola, il convitto per le orfane e le ricreazioni festive. È morta poco prima che il convitto maschile di Villacampagna fosse ultimato. A Seriate e soprattutto a Soncino le consorelle della sua Sacra Famiglia ne tramandano da allora le idee, la missione, gli scopi. Nel borgo, in particolare, sono state proprio le suore dell’istituto a gestire per oltre un secolo quella scuola ‘di Santa Maria’ che, oggi, ha trovato in InChiostro una coop che fa da erede materiale ma anche, per statuto, spirituale. Insomma, le suore di Soncino hanno cresciuto generazioni e generazioni di abitanti all’ombra della rocca. Ecco spiegato il legame profondo.
«Al dispiacere per un arrivederci dopo 160 anni, si accompagnano il sentito ringraziamento per quanto fatto e ancor di più la speranza che il futuro possa riservarci strade da percorrere insieme, nella collaborazione e nella condivisione», ha commentato l’arciprete della chiesa soncinese, don Nevi. Il saluto di commiato del sindaco: «La notizia riempie ovviamente di dispiacere l’amministrazione e la comunità tutta di Soncino. Dopo una lunga e significativa presenza nella nostra città, le suore della Sacra Famiglia resteranno nel nostro cuore, come lo è sempre la nostra Santa, per aver dato un grande contributo non soltanto al mondo educativo, crescendo tanti giovani, ma anche per la testimonianza delle opere e della vita di Santa Cerioli. A loro il nostro più profondo ringraziamento».
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