L'ANALISI
09 Dicembre 2023 - 05:15
Il presidente Vincenzo Cappelli e Bernardino Visconti
CREMA - Dopo il successo mondiale del film da Oscar Chiamami col tuo nome, che ha portato nella città-set decine di migliaia di turisti, la Pro loco ha in serbo una carta per attirare altri visitatori. Nello specifico, un itinerario ispirato alle vicende dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Con particolar riguardo alla figura che ha ispirato l’Innominato. Già sperimentato con gli iscritti all’università della Libera età e con i soci della Pro loco stessa, il percorso verrà proposto ai turisti a partire della primavera. E a illustrarlo è Vincenzo Cappelli, presidente dell’associazione di promozione turistica.
«Abbiamo individuato questa nuova possibilità di scoprire la città, trovando spunti di similitudine coi Promessi Sposi. Il percorso serve a scoprire angoli di Crema che per la loro storia e per quanto accaduto in qui luoghi possono risvegliare le vicende narrate da Manzoni». Partirà da palazzo Benzoni-Donati, ossia la casa dell’Innominato. «Paola Benzoni — spiega Cappelli — aveva sposato Giambattista Visconti. E loro figlio Bernardino è è proprio l’Innominato. La conferma l’aveva data lo stesso Manzoni a Margherita Provana, che frequentava il suo salotto. L’Innominato ha vissuto a Crema, ma anche a Bagnolo, dove i Benzoni avevano delle proprietà. Si dice sia morto in quel paese. Di Bagnolo era pure uno dei bravi».
Il secondo luogo che ricorda le vicende manzoniane si trova invece in piazza Duomo, davanti al bar Marini: «Qui c’era il mercato dei grani, che ricorda l’episodio della carestia di Milano, che vede protagonista Renzo. Volgendo le spalle, troviamo la torre campanaria, che nel Seicento era usata come torre di guardia. La campana veniva suonata in caso di pericolo e questo riporta alla mente don Abbondio, che fa suonare la campana quando gli dicono di celebrare in segreto il matrimonio tra Renzo e Lucia, perché si sente in pericolo». Sempre in piazza, il riferimento successivo è a palazzo vescovile, all’epoca palazzo della Notaria e degli Avogadori, con richiamo ad Azzeccagarbugli, l’avvocato del romanzo.
«Due passi più in là — prosegue Cappelli — c’è la chiesa di San Bernardino di città, antica sede dell’osservanza francescana. Il punto di contatto coi Promessi Sposti è Fra’ Cristoforo, nobile prima della conversione, che dopo aver ucciso un suo pari si rifugia nella chiesa dei Cappuccini». La quinta tappa dell’itinerario è la ex chiesa di San Rocco in piazza Marconi. «Era stata edificata per implorare la protezione del Santo contro la pestilenza del 1630, narrata nel romanzo ma che anche a Crema aveva dimezzato la popolazione. In via Santa Chiara, invece, abbiamo l’ex convento delle Clarisse, uno dei cinque conventi femminili di una città che aveva 50 famiglie nobiliari. Come per la Monaca di Monza, anche qui i giovani andavano a insidiare le monache. Paola Benzoni morirà in questo convento, come la Gertrude dei Promessi Sposi».
Tornando verso il centro, davanti all’ingresso della biblioteca di via Civerchi ci sono due anche in pietra, di quelle dove si sedevano i bravi. «Scendendo verso piazza Garibaldi — conclude Cappelli — possiamo vedere il lato nord della chiesa di San Benedetto mai intonacato per il sopraggiungere della peste e il vecchio corpo di guardia dove si dovevano lasciare le armi e dare le proprie generalità, come fece Renzo quando entrò a Milano. Infine, nell’oratorio di San Giovanni in via Matteotti, i dipinti del Barbelli ci mostrano come vestiva la gente nel Seicento».
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