L'ANALISI
08 Dicembre 2023 - 05:15
CREMONA - Con l’abbassarsi delle temperature, -1 mercoledì dopo il tramonto, si fa ancora più dura la giornata, e soprattutto la notte, di chi vive in strada. Si tratta di persone che hanno fatto la scelta di vivere senza una vera e propria casa, e magari si arrangiano in una roulotte. Ma anche di chi è finito ai margini perché dipendente da alcol o droghe oppure di chi dorme in un furgone dopo la separazione e la perdita del ‘focolare’. Maria Adriana Trovati, della cooperativa sociale di Bessimo è coordinatrice del Progetto Torrazzo che si occupa di «promuovere percorsi di contrasto al disagio di giovani e adulti a rischio di marginalità».
«Abbiamo — spiega Trovati — uno sportello in via Buoso da Dovara 108 aperto il lunedì e il mercoledì dalle 8.30 alle 11.30. Durante il 2023 si sono rivolte a noi circa 200 persone con tante fragilità diverse. Da noi chi ha bisogno può fare una doccia, può fare colazione. Laviamo anche i vestiti non solo di chi vive in strada, ma anche di chi è in un alloggio popolare e magari ha avuto le utenze staccate o ridotte. Una volta alla settimana poi arriva una figura del Serd, un’infermiera, che distribuisce farmaci da banco e prende appuntamenti per chi ha un’impegnativa».
C’è poi la parte sociale: «Il nostro servizio fa da ponte fra la strada e i servizi territoriali come i Servizi sociali». Gli operatori non si limitano a stare dietro lo sportello, ma durante la giornata - non di notte - escono in strada per una mappatura il contatto con chi ha bisogno». In questi giorni crescono le richieste di un posto caldo dove dormire. Il Comune ha una convenzione con la Casa dell’accoglienza della Caritas per 12 posti di asilo notturno, di cui 11 occupati. «Quando i posti sono esauriti, indirizziamo le persone ai dormitori più vicini: Piacenza, Crema o Brescia, dove però hanno le loro regole. «Abbiamo anche la distribuzione del Banco alimentare e vengono a prendere quello che possono usare». È stata anche distribuita a chi vive in strada una mappa con indicati chiaramente i punti in cui recarsi per ricevere servizi gratuiti.
«Chi vuole aiutarci — spiega Trovati — può portarci dei vestiti. Da uomo, perché l’80% delle persone in strada sono uomini». Progetto Torrazzo è in sostanza il nome con cui agisce una rete che comprende il Comune, l’Asst di Cremona, le cooperative sociali Cosper e Nazareth e poi l’Azienda Sociale Cremonese, le associazioni Articolo 32, No Spreco, la San Vincenzo, il consorzio Solco, la cooperativa Igea, servizi per l’accoglienza, la Caritas, la Croce Rossa, il consultorio Ucipem, Mestieri Lombardia e Itardd. Nutrito il team, 12 persone: per l’Asst Roberto Poli e Antonino Gallo, due assistenti sociali del Comune, un educatore Cosper e un mediatore e traduttore della coop Nazareth. La Cooperativa di Bessimo mette in campo tre educatori, fra cui la coordinatrice del progetto, un assistente sociale, una psicologa e un’Asa. In questa rete ci sono anche i Frati Cappuccini di via Brescia.
E sempre con lo scopo di aiutare persone senza fissa dimora il Comune ha sottoscritto un accordo ad aprile con il ministero del Lavoro per la realizzazione di alcuni obiettivi sociali del Pnrr. Al Comune sono stati assegnati 1.090.000 euro per la realizzazione di ‘Stazioni di posta’ finalizzate ad aiutare le persone senza fissa dimora ad accedere facilmente all’alloggio temporaneo, in appartamenti o in case di accoglienza. «A breve — spiega l’assessore Rosita Viola — metteremo a bando i servizi che quindi non saranno gestiti dal Comune, ma dal privato del Terzo settore. Ricordo che siamo capofila di tutto il distretto di Cremona che comprende 48 Comuni».
Fra i servizi c’è «uno spazio multifunzionale dedicato alla stazione di posta per persone in situazione di marginalità e grave deprivazione, comprensivo di uno spazio strutturato per l’accoglienza notturna e poi servizi di sportello e presa in carico, orientamento e invio alla rete di servizi territoriali (sociali o specialistici); accoglienza notturna; mensa; beni alimentari e altri servizi essenziali di primo aiuto; deposito beni essenziali; accesso alla residenza anagrafica virtuale e fermo posta; percorsi di inclusione sociale che prevedano corsi, laboratori e attività con il coinvolgimento del Terzo Settore e il coordinamento in rete con l’Ats e i Servizi per l’Impiego».
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