L'ANALISI
MOBILITAZIONE SINDACALE
05 Dicembre 2023 - 05:25
CREMONA - Un medico su due oggi farà sciopero (a partire dalla mezzanotte, per 24 ore) e, anche se tutte le prestazioni d’urgenza saranno garantite, come avviene nei giorni festivi, potrebbero non mancare i disagi. La mobilitazione nazionale, che riguarda anche gli infermieri, è stata proclamata dai sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up in particolare contro le politiche del Governo sulla sanità. Cinque i punti al centro delle rivendicazioni: assunzioni di personale, detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro, depenalizzazione dell’atto medico, cancellazione dei tagli alle pensioni. Anche a Cremona l’adesione è ampia.
«La goccia è stata la questione pensioni – spiega Ugo Barbini, segretario Anaao Assomed Cremona – ma da tempo la sanità sta capitolando e senza rimedi da qua a dieci anni rischia di collassare. Da dodici anni registriamo un taglio degli introiti della sanità, che ha come effetto fughe e dunque carenze di personale. Cosa che si ripercuote sulle attività giornaliere». Barbini spiega che anche a Cremona l’adesione si aggira attorno al 40-50%, perché naturalmente dovranno essere garantiti i servizi essenziali: «I contingenti minimi saranno assicurati in tutte le strutture del territorio, sappiamo bene che c’è una responsabilità ben diversa rispetto ad altre professioni. Saranno però sospese molte attività ambulatoriali e in merito ho chiesto agli iscritti al sindacato di avvisare i pazienti, evitando si presentino a vuoto in ospedale e concordando le modalità di recupero delle visite. Mentre saranno garantite urgenze e day hospital legati ad esempio a prestazioni chemioterapiche o ematologiche». Ridotti al minimo invece i colloqui coi parenti.
Anche gli ordini professionali, pur precisando la volontà di non entrare nel merito delle questioni prettamente sindacali, c’è sicuramente appoggio sui contenuti. Tant’è che oggi alla manifestazione nazionale di Roma sarà presente anche il presidente dell’Ordine dei medici di Cremona, Gianfranco Lima: «L’aspetto pensionistico sicuramente potrebbe avere un ulteriori impatto negativo pesante sulla professione, poi c’è la questione contratto che va affrontata. Vorrei sottolineare che da parte dei medici ci sarà comunque grande senso di responsabilità e dunque saranno garantiti tutti i servizi urgenti e necessari. In pratica ci sarà la stessa copertura dei giorni festivi pur trattandosi di un giorno feriale».
Enrico Marsella, presidente dell’Ordine degli infermieri di Cremona, ribadisce che è arrivato il momento di affrontare la situazione e dare un segnale forte: «Sono consapevole che potrà comportare qualche disagio, ma senza un cambio di rotta si rischia di alimentare ulteriormente l’uscita di personale sanitario. Per quanto riguarda gli infermieri si parla di 12-13mila che verranno a mancare. Ne va del sistema sanitario nazionale futuro: se non si formulano contratti degni di tale nome non si incentivano neppure le nuove generazioni ad intraprendere la professione. Ad oggi, infatti, ogni prospettiva di carriera è preclusa, perché chi entra sa che dopo 40 anni uscirà così com’è entrato».
Nella giornata di oggi, a livello nazionale, si stima la cancellazione di 1,5 milioni di prestazioni sanitarie. Fra le altre cose: 30mila interventi chirurgici non urgenti programmati, 180mila visite specialistiche, 50mila esami radiografici.
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