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Bertolaso: «Infermieri da reclutare all’estero»

Le parole dell’assessore lombardo scatenano la reazione dell’Ordine

Davide Luigi Bazzani

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09 Novembre 2023 - 09:24

Bertolaso: «Infermieri da reclutare all’estero»

L'assessore Guido Bertolaso

CREMONA - Levata di scudi degli infermieri cremonesi e, più in generale, lombardi, di fronte al progetto, annunciato dall’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, di reclutare personale all’estero.

A prendere posizione è il coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Regione Lombardia, che ha il suo rappresentante provinciale in Enrico Marsella. La reazione è di «stupore» di fronte alla soluzione annunciata di reclutare e formare personale infermieristico estero. Perché, secondo gli infermieri lombardi, occorre «il coinvolgimento attivo degli ordini professionali, enti pubblici sussidiari dello Stato in relazione all’esercizio della professione per la tutela della salute dei cittadini».

Bertolaso ha spiegato che «tutto nasce dalla constatazione che purtroppo ancor più di quello che riguarda la categoria dei medici, le professioni sanitarie, soprattutto quella degli infermieri, ma non solo gli infermieri, sono delle attività che non sono più suggestive come poteva essere un tempo, e le ragioni sono tante, non solo quelle economiche».

Di qui la necessità di guardare anche oltreconfine. Per l’assessore «è abbastanza logico andare a vedere prima nell’area mediterranea e poi in quei Paesi dove sappiamo che c’è molta manodopera potenziale e dove la lingua può anche essere un problema superabile. Per intenderci, è evidente che formare un infermiere cinese e poi insegnargli l’italiano è un po’ più difficile che formare un infermiere in Argentina e insegnargli la nostra lingua».

L’obiettivo è quello di «stipulare degli accordi internazionali tramite la nostra rappresentanza per formare infermieri e altre professioni sanitarie in Paesi che andremo a individuare e che stiamo contattando anche attraverso nostri docenti, insegnargli la lingua, e poi farli venire qui in Italia per svolgere la propria professione nell'ambito delle nostre strutture, che inizialmente saranno soprattutto pubbliche e poi se ci sarà spazio anche private», precisa Bertolaso. D’altronde, «se continuiamo ad avere concorsi che vanno deserti — osserva — bisogna trovare una soluzione, che non è solo quella di aumentare lo stipendio, cosa che stiamo facendo, ma è anche quella di andare in giro per il mondo a trovare persone qualificate che vogliono fare questo lavoro».

Sul fatto che fare l’infermiere non sia più attrattivo, Bertolaso sostiene che «è un lavoro estremamente impegnativo e difficile e a livello di costi e benefici è una mansione molto più complicata rispetto a quelle che sono le moderne professioni, dove basta stare a casa davanti a un computer per guadagnare un sacco di soldi».

Dal canto suo, il Coordinamento ricorda di aver sollecitato più volte l’assessore a un incontro, «inoltrando proposte concrete per tutelare la salute dei cittadini e per valorizzare i professionisti, al fine di frenare l’emorragia di infermieri e far sì che la professione infermieristica diventi una prima scelta nella universitaria dei giovani. Nonostante ciò, l’assessore non ha mai incontrato i rappresentanti degli infermieri per condividere strategie e proposte che vanno oltre l’aumento dello stipendio, di cui peraltro non vi sono tracce, e il reclutamento all’estero. Si sottolinea, inoltre, come quest’ultima soluzione non pare abbia avuto gli esiti ipotizzati con la recente esperienza degli infermieri indiani. Ci si chiede anche quanto sia etico fare una campagna di reclutamento di questo tipo, in Paesi in cui il sistema sanitario versa in condizioni critiche».

Gli infermieri rinnovano «con forza» la loro richiesta e disponibilità per un tavolo di lavoro permanente, che affronti con metodo e visione condivisa, tra Regione Lombardia e Ordini Professionali, il gravoso scenario professione infermieristica nel sistema sanitario regionale lombardo.

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