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CREMONA. IL PROCESSO

Protesta davanti alla ProSus, udienza rinviata ad aprile: l'avvocato Lucentini bloccato a Roma per lo sciopero

Il legale difende 10 dei 15 lavoratori indiani accusati di violenza privata. Il giudice gli riconosce l'impedimento legittimo

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

01 Dicembre 2023 - 16:32

Protesta davanti alla ProSus, udienza rinviata ad aprile: l'avvocato Lucentini bloccato a Roma per lo sciopero

Roberto Montanari e Gianfranco Caffi

CREMONA - Lo sciopero del trasporto ferroviario oggi ha bloccato a Roma Marco Lucentini, l’avvocato che a Cremona difende 10 dei 15 lavoratori indiani accusati di violenza privata: l’8 agosto del 2019 inscenarono una protesta davanti ai cancelli della ProSus affinché fossero riassunti 19 colleghi piantati a casa ad aprile dalla cooperativa 3T. Nell'azienda che all’epoca macellava 14mila suini a settimana (2 mila al giorno), per l’accusa i 15 bloccarono sia l’uscita sia l’ingresso dei camion e la notte successiva costrinsero Gianfranco Caffi, all’epoca presidente del Cda del la Pro.Sus a incontrare Roberto Montanari, delegato sindacale dell’Usb (Unione sindacale di base), e a firmare un accordo con il quale si impegnava a sottoscrivere un nuovo appalto di servizi, con un fornitore diverso dalla cooperativa 3 T che garantisse la riassunzione dei lavoratori.

Alle 13 era fissato il processo per sentire 5 testimoni del pm: Caffi, parte civile con l’avvocato Fabio Maria Giarda, Montanari e gli investigatori. Ma con una Pec arrivata in mattina, l’avvocato Lucentini ha spiegato il suo “legittimo impedimento”.

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L'avvocato Fabio Maria Giarda

Impedimento “non legittimo” sia per il pm onorario Silvia Manfredi sia per l’avvocato di parte civile. Perché dopo il ‘giovedì nero’ dei treni con il caos nelle stazioni e l’ira del ministro Matteo Salvini finiti sui mass media e in vista dei disagi di oggi, il collega romano avrebbe potuto attrezzarsi. “Era uno sciopero dei treni, non dei trasporti”. E, quindi, l’avvocato avrebbe potuto viaggiare “in aereo o in auto”. “Magari non ha la patente” ha rimpallato l’avvocato Paolo Brambilla: difende gli altri cinque indiani. In aula gli è toccato difendere il “legittimo impedimento” del collega.

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L'avvocato Paolo Brambilla

“Impedimento legittimo”, ci ha messo una pietra sopra il giudice: si tornerà in aula il 19 aprile del 2024 per raccontare i fatti accaduti nell’estate di quattro anni fa.

I FATTI

Alle 6 del mattino dell’8 agosto, giovedì, la polizia fu chiamata alla Prosus, perché 12 lavoratori del sindacato Usb erano saliti sul tetto della direzione; altri 40-50 in sciopero avevano fatto tre presidi non autorizzati.

Primo presidio: quindici lavoratori (gli imputati) bloccarono l’ingresso e l’uscita dei camion, sedendosi a terra , “attuando una sorta di resistenza passiva nonostante fosse stato loro chiesto di spostarsi e di lasciar passare i mezzi”, è scritto nelle carte dell’indagine.

Secondo presidio: sul tetto, altri 15 lavoratori sventolarono le bandiere dell’Usb, scandirono slogan di protesta, inneggiando allo sciopero e affermando di non voler scendere sino all’arrivo da Piacenza di Montanari, a loro dire il solo a potere dare il contrordine, ad ‘autorizzare’ la cessazione della protesta. Il blocco sarebbe continuato fino all’accoglimento delle loro rivendicazioni sindacali.

Terzo presidio: quindici lavoratori stazionarono nell’area della Prosus.

Gli investigatori raccolsero i motivi della protesta: dalla concessione dei buoni pasto al corretto inquadramento professionale, dall’attribuzione di varie indennità alla riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro, alla riassunzione di 19 lavoratori lasciati a casa a seguito di un cambio di appalto di lavoro nel mese di aprile.

Picchetti, blocco e tentativi (naufragati) di mediazione andarono avanti per tutto il giorno, finché nella notte arrivò Montanari. I delegati accettarono di sedersi attorno al tavolo con Caffi, il quale “di fatto – è annotato negli atti – è stato costretto ad accettare le condizioni imposte dallo stesso Montanari, siglando una bozza di accordo tra Pro Sus e sindacato di base, a seguito della quale, l’azienda si è vista costretta ad accettare, entro il 15 settembre, di avvicendare la cooperativa 3T con altro fornitore di servizi, sottoscrivendo un nuovo appalto che garantisse la restituzione a tempo indeterminato dei 19 lavoratori che il 19 aprile non erano stati riconfermati dalla cooperativa”.

Alle quattro di notte, Montanari diede l’okay a interrompere il presidio.

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