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CAPRALBA. LA STORIA

Per la signora Luciana 101 anni di ricordi: «In estate sono caduta, ma cammino ancora»

La festa alla residenza Guerreschi: In estate sono caduta, ma cammino ancora»

La Provincia Redazione

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29 Novembre 2023 - 17:27

Per la signora Luciana 101 anni di ricordi:  «In estate sono caduta, ma cammino ancora»

CAPRALBA - Di candeline ne ha spente 101. Luciana Ghisetti Giavarina, da quasi un anno e mezzo ospite della Residenza Guerreschi, ha tagliato il traguardo e festeggiato con una enorme torta ai frutti di bosco, che le piacciono tanto. Il compleanno è stato celebrato insieme agli altri ospiti e al personale della struttura residenziale, sanitaria e assistenziale. Nonostante una disavventura capitatale in estate, la contessa Luciana cammina ancora sulle proprie gambe.

«Qualche mese fa sono caduta e mi sono rotta un femore. Ero andata in bagno e ho avuto un piccolo capogiro; mi sono ritrovata distesa sul pavimento. Gli infermieri mi hanno soccorsa e mi hanno portata in ospedale, dove sono stata operata». Le preoccupazioni che la nobildonna non potesse più camminare erano grandi. «E invece, grazie a tante sedute di fisioterapia, mi sono rimessa in piedi. A volte sento ancora qualche dolore, ma sono contenta di essere tornata a camminare. Almeno mi sento indipendente».

Sui suoi gradi di nobiltà, la signora Luciana preferisce sorvolare. Non le piace che la si chiami contessa. Agli altri ospiti della residenza non ha mai voluto parlare del suo casato, che risiedeva a Ricengo. Della sua vita, però, parla volentieri.

«Sono nata a Milano, ma i mesi estivi li ho sempre trascorsi a Ricengo, nella villa di mio nonno». Luciana non lo ricorda, ma la villa fu acquistata nel 1762 da Lorenzo Giavarina insieme alle terre dei Vimercati Sanseverino. I Giavarina erano di origine ungherese. Nel Seicento si erano trasferiti nella Bergamasca, dove avevano fatto fortuna con il commercio di filati. Nel 1766 Lorenzo diede avvio ai lavori di trasformazione della dimora, facendone uno dei capolavori del Barocchetto nel Cremasco. In seguito divenne proprietà della famiglia Ghisetti.

«Quando è scoppiata la seconda guerra mondiale — prosegue Luciana — siamo venuti ad abitare a Crema, nella casa ereditata dal nonno in via Settembrini. Io ero figlia unica. In quel periodo ho conosciuto mio marito, che lavorava come rappresentante al Linificio. Io non ho mai lavorato, ma mi piaceva ricamare».

Se le chiedi cosa ricorda con maggiore soddisfazione della sua lunga vita, Luciana non ha esitazioni a rispondere: «I viaggi. Ne ho fatti tantissimi con mio marito in giro per il mondo. Ricordo quello nella Terra del fuoco, ma anche quello sulle Ande. C’erano ghiacciai alti come il duomo di Milano. Ma anche le crociere mi piacevano molto». Quando parla dei suoi viaggi e del marito, scomparso sei anni fa, ha gli occhi lucidi. E un velo di tristezza li ricopre quando pensa al cruccio più grande della sua vita: «Mi sarebbe piaciuto avere un figlio».

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