L'ANALISI
26 Novembre 2023 - 05:05
Silvana Galimberti
CASALMAGGIORE - «Essere tutore, attualmente di dieci minori, ha aumentato la mia gioia». Parole di Silvana Galimberti di Casalmaggiore, che venerdì sera alla cooperativa La Famiglia di Vho, ha raccontato la sua particolare esperienza — unica nel Casalasco ma non solo — nell’ambito della serata promossa dagli Amici di Emmaus in collaborazione con Soms, Agnese’s Friends, Arcigay La Rocca, Lega di Cultura, Sai, Cgil, Ioaccolgo e Csv Lombardia Sud, quarta tappa della rassegna ‘Migrare: il diritto e la fatica’. Al centro dell’incontro ‘Esperienze, percorsi e soluzioni possibili per i minori stranieri non accompagnati’, con i contributi del progetto Sai, della Cooperativa sociale Nazareth di Cremona e dell’associazione Il Girasole di Cremona.
Quello di Galimberti, assistente sociale e consulente, è stato un racconto appassionato: «Nessuno dei ragazzi di cui sono tutore abita vicino a casa mia. Il primo è stato un kosovaro. Ci incontravamo a Milano. Adesso ne ho dieci, a Udine, Pescara, Napoli, Cagliari, solo per citarne alcuni». Galimberti ha aggiunto che la figura del tutore «rappresenta gli interessi dei minori non accompagnati». Questi minori sono solitamente collocati in strutture di accoglienza o famiglie affidatarie, ma il tutore non è necessariamente l’affidatario. I tutori svolgono il loro compito senza ricevere un compenso per il loro lavoro. Il loro contributo è basato su un impegno civico e umanitario.
«Non servono requisiti particolari. Attualmente è aperto un bando di selezione del Garante regionale per l'infanzia e l’adolescenza che si chiuderà il 23 giugno 2024. Dopo aver presentato la domanda si viene convocati e ti chiedono il motivo della tua adesione. Io ho risposto che volevo rappresentare qualcun altro che ne avesse bisogno. E questi ragazzi, che non hanno parenti, hanno bisogno di qualcuno che firmi per loro l’iscrizione alla scuola o per eventuali cure mediche in caso di necessità. Si deve poi seguire un corso online di 40 ore e alla fine c’è una udienza al Tribunale dei minori, che adesso viene fatta online, per l’accettazione formale dell’incarico. Non bisogna avere paura dell’impegno, non è richiesta una presenza continua. Il tutore assiste, ma non cura».
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