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Sindacati, levata di scudi contro la finanziaria: «Alimenta la precarietà»

Folla alla manifestazione voluta da Cgil e Uil in risposta alla nuova legge di bilancio: «Poche risorse per i contratti da rinnovare»

Giacomo Guglielmone

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gguglielmone@laprovinciacr.it

24 Novembre 2023 - 17:27

Sindacati, levata di scudi contro la finanziaria: «Alimenta la precarietà»

CREMONA - Folla, slogan, striscioni e il consueto corredo di bandiere sventolate da persone di quasi ogni età. È stata decisamente partecipata la manifestazione che si è svolta stamattina per le vie di Cremona organizzata da Cgil e Uil, «in risposta a una legge di bilancio giudicata inadeguata e insoddisfacente». I due sindacati avevano proclamato due giornate di sciopero nazionale e mobilitazione in Lombardia, che sono andate in scena il 17 novembre scorso e oggi, sulla base di una piattaforma unitaria sottoscritta anche dalla Cisl presentata in occasione della mobilitazione dello scorso maggio, è volta a sostenere i diritti dei lavoratori e dei pensionati, contrastando una politica economica che li sta sempre più impoverendo.


La mobilitazione di oggi, contrariamente a quella del 17, è stata su base territoriale. A Cremona è stato organizzato un corteo partito alle 9.30 da Palazzo Cittanova, terminato in piazza Roma, dove si sono susseguiti gli interventi di lavoratrici, lavoratori e delegati sindacali. Sul palco sono saliti anche Germano Denti, coordinatore della Uil Cremona, e Elena Curci, segretaria generale della Cgil Cremona, che nei giorni scorsi, a più riprese, anche tramite note congiunte, avevano spiegato ragioni e obiettivi delle manifestazioni.


«Nella legge di bilancio non esiste alcuna risposta per affrontare l’emergenza salariale, già falcidiata da inflazione e speculazione - spiegano Curci e Denti -. Non sono stanziate risorse per i rinnovi dei contratti pubblici né per detassare quelli privati, il supporto all’occupazione femminile e giovanile è inesistente e, anzi, il Governo alimenta la precarietà reintroducendo i voucher e liberalizzando i lavori a termine. Oltre a questo, mancano completamente azioni concrete per favorire politiche industriali che necessitano di investimenti significativi».

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