L'ANALISI
23 Novembre 2023 - 05:10
CASALMAGGIORE - Ieri sono stati finalmente tolti i ‘veli’ alla facciata della chiesa di San Rocco che ora, liberata dalle impalcature installate per gli interventi di consolidamento, dopo 15 anni – le opere iniziarono infatti nel 2008 -, può essere vista nella sua interezza. La seconda fase dell’intervento di recupero, progettato dall’architetto Gabriele Pezzini per la parte architettonica e dall’architetto Daniele Mazzini per la parte strutturale, in raccordo con la proprietà (la parrocchia di Santo Stefano e San Leonardo guidata da don Claudio Rubagotti), è alle battute conclusive.
Si è trattato di un’operazione complessa, seguita passo dopo passo in strettissimo raccordo con la Diocesi e in particolare con don Gianluca Gaiardi, responsabile dei beni culturali ecclesiastici e con il Soprintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova Gabriele Barucca. A duecentomila euro ammonta il costo della seconda ‘tranche’ dei lavori, portati avanti anche in estate, recuperando anche il tempo che era stato perso per inghippi vari. È stato completato il recupero delle volte interne e l’interno del campanile, permettendo il collegamento tra la chiesa superiore e inferiore, che in prospettiva andrà sistemata perché ora piena di detriti.
L’obbiettivo più importante, definito sin dalle prime battute dei lavori, era evitare il crollo totale della chiesa e salvare gli angeli in stucco posti sulla facciata ed è stato raggiunto con soddisfazione generale della comunità. Va ricordato che uno stimolo importante per il recupero e la tutela dell’edificio venne dalla sensibilizzazione svolta dal Polo Romani, che da almeno tre lustri si occupa di San Rocco, e che tuttora sta proseguendo, in particolare con un lavoro legato agli apparati decorativi.
Il fatto che si sia evitato il collasso delle murature scampate alla demolizione degli anni Cinquanta e la scomparsa del pregevole apparato decorativo in stucco posto a coronamento dell’arco presbiteriale è di un assoluto rilievo. Il Soprintendente, coinvolto dalla scuola, a suo tempo ha preso a cuore la vicenda e ha ottenuto un contributo di 100 mila euro per iniziare l’operazione, che si è tradotta nella posa di una struttura di sostegno laterale, nel consolidamento degli “spalloni” e nella nuova copertura leggera e modulare, indispensabile per salvare gli affreschi.
Ma non basta. Ora, come è stato in più occasioni ribadito, occorrono ulteriori interventi di conservazione che possano poi portare al risanamento degli apparati decorativi interni e alla fruizione del bene. La facciata potrà essere il fondale di rappresentazioni e anche il pendio dell’argine potrà forse diventare una sorta di piccolo anfiteatro.
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