L'ANALISI
18 Novembre 2023 - 16:38
L’attracco alla Cava Ronchetto di Motta Baluffi
MOTTA BALUFFI - Che ne sarà del canale di navigazione che collega, o per meglio dire collegava, il fiume Po con l’attracco e la cava Ronchetto? La possibilità che possa essere riattivato per la navigazione, al momento, non c’è, anche in seguito al recente ‘stop’ al progetto di rinaturazione dell’area del Grande Fiume. Il mese scorso lo ha comunicato Aipo agli enti e associazioni coinvolti. L’Agenzia interregionale per il fiume Po, ha evidenziato «diverse e numerose criticità che ad oggi non consentono al soggetto attuatore di poter perfezionare la determinazione conclusiva e proseguire nell’attuazione dell’intervento».
Della navigabilità del canale, che andrebbe dragato per ripristinarne la funzionalità (passa troppo poca acqua), si è parlato in consiglio comunale, in seguito alla presentazione di una interpellanza del capogruppo di minoranza Matteo Carrara che ha chiesto «cosa si sta facendo per informare l’Autorità di bacino distrettuale al fine di creare un progetto per il canale che collega il Po con la lanca Ronchetto e permettere così il ricircolo dell’acqua mantenendo la biodiversità della flora e della fauna esistenti e quali idee saranno valutate per ripristinare la navigabilità del canale». Il consigliere ha ricordato che il progetto di rinaturazione «prevede l’abbassamento dei pennelli del fiume per recuperare le lanche che, visto l’abbassamento del fiume, ora non vengono più riempite dall’acqua del Po durante le piene autunnali e primaverili».
Il sindaco Antonietta Premoli ha risposto che il ripristino del canale di navigazione tra fiume Po e cava Ronchetto per ora non è previsto in seguito alla sospensione del progetto (di rinaturazione), «per problematiche regionali».
Tutto fermo, dunque. L’ex gestore dell’Acquario del Po Vitaliano Daolio delinea un quadro piuttosto desolante della situazione: «Purtroppo sono circa dieci anni che non viene fatto nulla al canale, tanto che adesso, in estate, potrebbe essere coltivato. Non ci si passa nemmeno con la canoa, forse l’unico mezzo sarebbe un hovercraft. E pensare che un tempo ci entrava la Stradivari. Naturalmente, questa situazione incide pesantemente anche sull’attracco, realizzato con 250mila euro di soldi pubblici, e ora in stato pressoché di abbandono».
Daolio non nasconde la sua amarezza: «Io avevo un’attività di pescaturismo in piena regola, con sei houseboat e quattro imbarcazioni, ma con il canale chiuso e l’impossibilità di accedere all’attracco era impossibile programmare qualunque attività. L’ultimo anno mi sono spostato a Isola Pescaroli, ma lo scorso anno ho deciso di chiudere e di andare in pensione. Sette o otto anni fa presentai un progetto da 300mila euro che il Gal Oglio Po finanziava al 90 per cento a fondo perduto e che prevedeva l’apertura del canale, la messa in sicurezza dell’Acquario, una tensostruttura esterna da riservare ad eventi, una scala per consentire alle persone con disabilità di accedere all’Aquario. Avrei mantenuto tutta l’area. Il progetto fu però dimezzato dall’amministrazione comunale e successivamente venne accantonato. Purtroppo non venne presa in considerazione l’offerta di una onlus che si era detta disponibile a coprire il 10 per cento della cifra mancante».
Per Daolio «è inutile che si parli di valorizzazione del fiume se poi non si fanno progetti per far funzionare un attracco già esistente, in una zona tra l’altro così bella». Meta, fin quando è stato possibile, anche della ‘Vogalonga’.
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