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I CONTI IN TASCA AGLI ENTI

Il tesoretto di Centropadane, per Cremona oltre 6 milioni

La Provincia vuole usare la sua parte per un’operazione immobiliare: l’acquisto della ex sede di Aem

Massimo Schettino

Email:

mschettino@laprovinciacr.it

17 Novembre 2023 - 09:31

Il tesoretto di Centropadane, per Cremona oltre 6 milioni

CREMONA - C’è un tesoretto da 26,1 milioni di euro nei conti di Centropadane che i soci hanno deciso di dividersi. Una prima tranche da 15 milioni è già stata distribuita con un beneficio per le casse dell’amministrazione provinciale pari a 2,3 milioni euro. E di 600mila euro per quelle del Comune. La seconda parte del tesoro sarà spartita nei primi mesi del 2024. All’ente guidato da Paolo Mirko Signoroni arriveranno altri 1,7 milioni per un totale di poco più di 4 milioni. Sui conti del Comune all’inizio del prossimo anno saranno versati altri 400mila euro, per un totale di poco più di un milione. La fetta cremonese del gruzzolo ammonta complessivamente a 6,6 milioni.

Tuttavia questa improvvisa disponibilità di fondi non verrà utilizzata dall’amministrazione provinciale, almeno nell’immediato, a beneficio dei cittadini finanziando manutenzioni a strade o scuole o nuove infrastrutture, ma sarà impiegata per un’operazione immobiliare del costo di vari milioni. La provincia, infatti, vuole acquisire l’ex sede dell’Aem, valutata in 1,4 milioni di euro, e ha pubblicato un avviso per manifestazione pubblica di interesse finalizzata ad un’indagine esplorativa di mercato ai fini dell’acquisto di un immobile da destinare a sede dei servizi tecnici dell’ente. E l’identikit tracciato porta in viale Trento e Trieste.

Dove però oltre all’acquisto occorre mettere in conto anche la ristrutturazione con l’ipotesi che l’edificio debba essere abbattuto e ricostruito da capo. Nel 2021, quando il palazzo veniva svuotato e si pensava che potesse essere usato dal Comune, la prospettiva di investimento era di 4 o 5 milioni di euro. Insomma, un’operazione che fra acquisto e lavori potrebbe toccare i 6 milioni di euro. Regista dell’operazione è Giovanni Gagliardi, che è sia consigliere comunale del Pd che vice presidente della Provincia.

Giovanni Gagliardi

«È vero — spiega — che potremmo usare i fondi per altro, ma questo è un ottimo affare. L’immobile infatti è inutilizzato e possiamo spuntare un buon prezzo. Specifico che noi abbiamo pubblicato un avviso generico e dunque valuteremo altre offerte di edifici, se arriveranno. Ma quel palazzo è un vero affare. Normalmente costerebbe il doppio. E occorre considerare che in seguito all’operazione voluta da Massimiliano Salini di cessione al Fondo Eridano, la Provincia non è più padrona dei suoi immobili e dobbiamo pagare un affitto per i nostri uffici tecnici in via Belfuso e via Bella Rocca. Abbiamo poi saputo che il Fondo avrebbe intenzione di vendere quegli immobili e dunque ci troveremmo ‘sfrattati’. Se non abbiamo già degli immobili in cui trasferire quegli uffici? Se li avessimo non cercheremmo di comprare. Acquistando la ex sede di Aem fermeremmo un immobile ampio e in centro con grande spazio anche per i mezzi dell’Ufficio tecnico. La ristrutturazione, poi, potremo farla con i fondi della Regione, ma ci penserà chi verrà dopo di noi. Abbiamo già usato fondi del Pnrr per trasferire al Polo tecnologico di via del Macello gli uffici del Lavoro».


Il Comune ha invece già utilizzato i fondi del tesoretto per la spesa corrente del 2023. Si tratta delle riserve della Società Autostrade Centropadane spa che si sono liberate a seguito della risoluzione del contenzioso con alcune banche finanziatrici che si trascinava dal 2018. Il gruzzolo ammontava a 34.274.131 euro, fondi di investitori pubblici e privati bloccati nei ‘forzieri’ di Unicredit, Credit Agricole e la Cassa Depositi e Prestiti come indennizzo dell’onere per lo scioglimento anticipato del finanziamento a lungo termine sottoscritto nel 2008, quando ancora gestiva la tratta autostradale A21. Relativa ai tassi di interesse e alla conclusione anticipata del contratto, la clausola era stata utilizzata dalle banche dopo che la concessione della A21 è stata messa a gara e nel 2018 è passata al gruppo Gavio e sono stati estinti i debiti in corso.

Il 9 giugno le Centropadane hanno approvato una proposta transattiva che prevede l’impegno degli istituti di credito a corrispondere alla società la somma omnicomprensiva di 26.100.000 «a saldo stralcio e tacitazione di ogni pretesa dedotta dalla società nel sopra citato giudizio». L’accordo con le banche è stato trovato e ha anticipato la discussione al Tar che era prevista entro la fine dell’anno. I soci di Centropadane hanno deciso di dividersi il tesoretto pro quota in due tranches. E gli azionisti bresciani valgono il 42,40% del capitale che ammonta a 30 milioni, i cremonesi il 25,32% (15,54% la Provincia; 4,07% il Comune e 5,71% la Camera di commercio). Fra gli altri soggetti che partecipano al capitale sociale c’è anche Aem con il 3,47%.

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