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CREMONA

Tribunale in affanno: «Il ministero della Giustizia mandi personale»

Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli avvocati, interviene sull’allarme lanciato dal presidente del Anna di Martino, preoccupata dell'imminente trasferimento in blocco di «otto unità»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

16 Novembre 2023 - 17:51

Tribunale in affanno: «Il ministero della Giustizia mandi personale»

Alessio Romanelli

CREMONA - Il tono è perentorio: «Il ministero della Giustizia deve mandare personale, senza se e senza ma. Non ci sono alternative: ‘Blocco, paralisi se non arriva il personale’. Non ci sono altri scenari. Devono mandare personale». Il tono imperativo è di Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli avvocati che interviene sull’allarme lanciato dal presidente del Tribunale, Anna di Martino, preoccupata del trasferimento in blocco, imminente, di «otto unità». Soprattutto della partenza di un direttore amministrativo, attuale responsabile dell’Ufficio spese giustizia, figura apicale di un ufficio nevralgico.

Ufficio che «si occupa del pagamento dei giudici onorari e di pace, dei consulenti, dei periti, e del pagamento delle spese di giustizia. E il patrocinio gratuito: in questo momento di difficoltà economica, sono tantissimi i cittadini che hanno accesso al servizio giustizia solo ed esclusivamente perché c’è il gratuito patrocinio. Bloccare questo significa indirettamente andare a minare il diritto del cittadino di fare domanda di giustizia». Perché «la giustizia è un bene primario come il pane, la salute, l’informazione: dev’essere assicurato sempre a tutti i cittadini. Al cittadino dev’essere dato un servizio di qualità come qualità della decisione e come qualità dei tempi della decisione».

Il presidente Anna di Martino


Il presidente Romanelli torna al caso specifico. «Il Tribunale di Cremona ha questa particolarità: per quanto riguarda i magistrati, siamo a livello ottimale. Credo che non ve ne siano stati così tanti. Ultimamente, tendono a fermarsi anche di più. Gli ultimi magistrati arrivati sono qui da più di cinque anni. È una cosa positiva il fatto che non ci sia un turnover eccessivo dei giudici. Viceversa, sotto il profilo del personale amministrativo, da sempre il Tribunale ha delle scoperture di organico. Ci dovrebbe essere un certo numero di dipendenti ad ogni livello: dirigente, direttore di cancelleria, cancellieri, assistenti, operatori. Da sempre c’è una scopertura particolarmente significativa e impattante nelle figure di vertice».

Gli allarmi si sono ripetuti negli anni. «Ciò nonostante, da sempre il Tribunale bene o male, ha funzionato seppur con delle limitazioni». Dal passato al presente. «Ora se ne vanno in parecchi - prosegue Romanelli — . Il fatto che vadano è fisiologico. Il problema è che non arriva nessuno. Questo creerà, inevitabilmente, dei problemi. Ci saranno rallentamenti che come Avvocatura non possiamo accettare. Non tanto perché noi lavoriamo in Tribunale tutti i giorni, ma perché va ad incidere sul servizio che viene reso al cittadino e, quindi, su quel bene costituzionale che si chiama giustizia, che sia giustizia civile, giustizia penale, giustizia di volontaria giurisdizione come quella che riguarda gli amministratori di sostegno e le tutele. Va ad incidere sui diritti dei cittadini. E, quindi, per noi è inaccettabile».


Romanelli concorda con l’iniziativa presa dal presidente di Martino di battere i pugni sul tavolo del Ministero, inviando una nota. «Ha fatto benissimo a scrivere immediatamente al Ministero, perché è da Roma o, eventualmente, da Brescia, dal Distretto che devono arrivare nuove risorse per sostituire chi se ne va. Siamo d’accordo su questa richiesta e non potrebbe essere diversamente». Tuttavia, «come Avvocatura riteniamo che non possa evocarsi uno scenario come il blocco. Il blocco non ci può essere, la paralisi non ci può essere. Ci muoveremo anche noi per cercare di far sì che ci sia l’attivazione da parte del potere centrale in modo tale che vengano mandate risorse essenziali in Tribunale».

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