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I DATI DELL'ISPRA

Problemi idrogeologici, Torricella del Pizzo il paese più a rischio

La vicinanza del fiume Po minaccia anche Spinadesco, al secondo posto con oltre il 56% del territorio interessato. Segue Gerre de' Caprioli

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

14 Novembre 2023 - 05:15

Problemi idrogeologici, Torricella del Pizzo il paese più a rischio

CREMONA - I recenti disastri provocati dal maltempo in Toscana ed Emilia-Romagna hanno riportato d’attualità la conformazione dei territori e il tema della sicurezza in caso di frane e alluvioni.

L’Ispra (Istituto superiore per la protezione ambientale) ha elaborato cinque indicatori nazionali di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali, con l’obiettivo di fornire un importante strumento conoscitivo a supporto delle politiche nazionali di mitigazione. E’ emerso che la popolazione a rischio frane in Italia è pari a 1.303.666 abitanti (2,2% del totale) e quella a rischio alluvioni è pari a 6.818.375 abitanti (11,5%). Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio sono Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto e Liguria.

rischio

Entrando nel dettaglio, la provincia di Cremona, totalmente pianeggiante, è naturalmente più interessata ai problemi idrogeologici: è Torricella del Pizzo il paese più a rischio, con circa il 74% della superficie potenzialmente interessata da problemi idraulici. La vicinanza del fiume Po minaccia anche Spinadesco, al secondo posto con oltre il 56% del territorio interessato. Infine Gerre de' Caprioli, dove c’è una distinzione fra rischio 2 (medio) che interessa 4,4 chilometri quadrati e rischio 3 (elevato) che riguarda 4,2 chilometri quadrati. Quasi la metà dell’area è a rischio anche a Martignana di Po (46,7%) e a Gussola (45%). E’ dunque il vecchio Eridano a minacciare maggiormente il territorio Cremonese, dove i tre principali centri abitati risultano però abbastanza al sicuro dal punto di vista idraulico: a Cremona le aree a rischio 3 sono pari al 15% del territorio e quelle a rischio 2 al 40,8% circa; a Casalmaggiore rischio ridotto al 12,6% e a Crema ad un massimo del 9,9% per quanto riguarda il rischio medio.

Per quanto riguarda gli affluenti del Po che di recente hanno dato diversi problemi, troviamo ad esempio un rischio del 18,8% ad Ostiano per l’Oglio e del 9,9% a Pizzighettone per l’Adda. Diversi i paesi a rischio idraulico zero, come ad esempio Vailate, Trescore, Trigolo, Vaiano, Soresina, Annicco, Fiesco, Castelleone, Pandino, Sospiro, Offanengo.

Tornando al territorio nazionale, le industrie e i servizi ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono 84.441 con oltre 220mila addetti esposti a rischio. Sono esposte al pericolo di inondazione nello scenario medio, 642.979 unità locali di impresa (13,4% del totale). I beni culturali potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono invece 12.533 nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata; raggiungono complessivamente 38.153 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I monumenti a rischio alluvioni sono 33.887 nello scenario a pericolosità media e raggiungono i 49.903 in quello a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi.

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