L'ANALISI
10 Novembre 2023 - 18:40
POMPONESCO - Dopo la nascita a Viadana nei mesi scorsi del riconoscimento De.Co., Denominazione comunale di origine, assegnata al lüadel viadanese prodotto da tre panetterie (Scaglia, Martelli, Dolce e Salato), anche Pomponesco potrà conferire una simile attribuzione al proprio lüadel, riconoscendone quindi la peculiarità locale e le caratteristiche, aprendo così una sfida del gusto che si baserà anche su precise norme scritte nero su bianco. La giunta di Pomponesco guidata dal sindaco Giuseppe Baruffaldi ha infatti nominato la commissione a cui spetterà valutare le domande di assegnazione della De.Co., istituendo anche l'apposito registro comunale e adottando un apposito marchio.
«Vogliamo tutelare e valorizzare le attività agroalimentari e le tradizionali locali, che costituiscono una risorsa di sicuro valore economico, culturale e turistico, nonché uno strumento di promozione dell'immagine del nostro paese», fa sapere l'amministrazione comunale di Pomponesco. «Il marchio identificativo De.Co. darà risalto alla tipicità territoriale di prodotti agroalimentari e gastronomici caratteristici del territorio, con l'obiettivo di censire e valorizzare quei prodotti agroalimentari e le tradizioni legate alla storia e alla cultura del territorio comunale, così da promuoverle e garantirne la sopravvivenza».
La commissione sarà presieduta da Gabriele Giacomoli (il vice sindaco delegato dal primo cittadino) e composta da Miki Negri (indicato dal capogruppo di minoranza Maicol Caffarra ), dal presidente della Pro loco Francesco Brozzi, dal direttore dell'Archivio di Stato di Parma Marzio Dall'Acqua, dal giornalista e critico enogastronomico Andrea Grignaffini, dallo chef Gian Luigi Salvato, dalla ristoratrice Mara Mori, dal giornalista Luca Ghirardini, dal sommelier Cornelio Marini. A questo punto la palla passa alle attività commerciali che producono il lüadel di Pomponesco in due versioni, simili ma diverse: lo storico prodotto messo in tavola da cinquant'anni dal ristorante Cavalier Saltini (così facendo ne ha salvato la memoria e la tradizione) e quello della panetteria Il Cesto, che da alcuni anni ne ha fatto un proprio punto di forza.
Saranno loro a dover chiedere, se lo vorranno, l'attribuzione della De.Co. in modo da differenziare anche dal punto di vista normativo il lüadel di Pomponesco da quello viadanese. Non è una questione solo di campanilismo, perché le due specialità sono davvero diverse pur avendo un'origine comune. Questa specie di pan-focaccia era preparato nei forni di campagna prima di cuocere il pane: quando il lüadel era fragrante al punto giusto, solo allora il forno aveva raggiunto la temperatura perfetta per il pane. «A Pomponesco si utilizza il lievito di birra nell’impasto, che rende il lüadel più leggero, con la possibilità di gustarlo anche il giorno dopo la cottura», ha avuto modo di spiegare Mentore Negri, Gran Maestro della Confraternita degli Amici del Lüadel, nata nel 2019 e presieduta da Alberto Mazzi. A Viadana, invece, niente lievito. Sapore, aspetto, profumo e consistenza diversi, quindi, la sfida del gusto è lanciata.
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