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TURISMO: IL BOOM OLTRECONFINE

E l’effetto Torrazzo trascina Castelvetro Piacentino

Pernottamenti più che raddoppiati rispetto al pre Covid: 5.687 presenze in 9 mesi

Elisa Calamari

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08 Novembre 2023 - 10:25

E l’effetto Torrazzo trascina Castelvetro Piacentino

Gli amministratori di Castelvetro sul Po con il sindaco di Busnes Franck Hannebicq: il paese rivierasco e la località francese hanno stretto un patto di amicizia nel nome dello scalogno

CASTELVETRO PIACENTINO - Il 2023 sembra essere l’anno della riscossa turistica anche per il paese di confine situato al di là del Po: definito più volte periferia di Cremona, sta beneficiando infatti della vicinanza del Torrazzo… ma non solo. Lo confermano i numeri appena messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, dai quali emerge che Castelvetro, in termini di presenze negli esercizi ricettivi, è il territorio che è cresciuto di più in provincia di Piacenza. Approfondendo i dati, si nota un incremento dei turisti sia italiani (provenienti soprattutto da Lombardia e Piemonte) sia stranieri (in particolare tedeschi e francesi). A entrare nel merito è l’ex sindaco e attuale capogruppo di maggioranza, Luca Quintavalla: «Nel periodo gennaio-settembre di quest’anno è stato calcolato un +27% di turisti registrati nelle strutture ricettive del paese rispetto al 2019, mentre il numero di notti in cui si sono fermati è cresciuto del 125%». Quindi più visitatori ma anche permanenze maggiori.

Le percentuali schizzano ulteriormente in alto se il confronto viene fatto con l’anno 2022: visitatori cresciuti del 50% circa con pernottamenti saliti del 72%. C’è poi un distinguo fra turisti italiani e turisti stranieri: nei primi nove mesi dell’anno i primi sono stati 4.380 (per un totale di 15.622 pernottamenti) e i secondi 1.307 (con 3.119 pernottamenti). Significa che i 5.687 turisti hanno trascorso in media tre notti a Castelvetro. Il maggiore incremento (+155%) riguarda i pernottamenti di visitatori italiani rispetto al periodo pre Covid. «Questi dati molto positivi ci fanno capire che siamo sulla strada giusta – è il commento congiunto del sindaco Silvia Granata e degli assessori a Turismo e Cultura, rispettivamente Barbara Rossi e Pier Luigi Fontana –. Stiamo raccogliendo i frutti del lavoro di questi anni, avviato dall’amministrazione Quintavalla e legato alla promozione del nostro territorio e delle nostre eccellenze ambientali ed enogastronomiche. Ciò anche sfruttando la vicinanza con la città di Cremona e potenziando la collaborazione pubblico-privato».

Il sindaco Silvia Granata di Castelvetro Piacentino

Insomma, i piacentini non nascondono l’effetto Torrazzo: fiere ed eventi al di là del ponte sono sicuramente un plus. Ma sottolineano che molto è stato fatto anche per migliorare la vivibilità e l’offerta locale: «Castelvetro in questi anni ha perseguito la strategia di rigenerazione urbana e di trasformazione. Così, dall’essere solamente un punto di passaggio, è diventato luogo di incontro dove si vive bene, si mangia bene e si trovano buoni servizi. Pensiamo ad esempio alla visibilità ottenuta grazie alla Sagra dello Scalogno, alla valorizzazione del fiume Po con il progetto Ponticello, alle collaborazioni con Isola della Scala per il riso e con la città francese di Busnes proprio all’insegna dell’ortaggio. E poi ci sono i progetti musicali, portati avanti anche insieme a Cremona. Un plauso – concludono gli amministratori – va infine agli imprenditori: ad alberghi, B&B, agriturismi, ristoranti, servizi turistici legati al fiume Po. Credono ed investono nel nostro territorio e con loro vogliamo continuare a lavorare in stretta sinergia, per cercare di sfruttare al meglio le tante potenzialità di ulteriore sviluppo che ci sono in questo settore».

L'assessore Barbara Rossi


Il mese con più presenze a Castelvetro è stato settembre, vale a dire proprio quello della Sagra dello scalogno: 866 turisti e 2.034 pernottamenti. Quello più ‘fiacco’ è stato invece gennaio con soli 346 visitatori. Curiosità: altre località piacentine storicamente più attrattive nei primi nove mesi di quest’anno hanno al contrario perso visitatori. É ad esempio il caso di Bobbio (-18,4% rispetto al 2019) e di Castell’Arquato (-39,4%). Borghi storici dunque meno appetibili, segno che è evidentemente cambiata la tipologia di domanda.

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