L'ANALISI
06 Novembre 2023 - 10:53
Roberto Galletti
CREMONA - Roberto Galletti, 44 anni, educatore socio-pedagogico nell’ambito delle tossicodipendenze è il candidato unitario alla segreteria cittadina del Pd.
Prende in mano un Pd che da primo partito in città con 10.933 voti alle comunali del 2019 è stato scavalcato da FdI e si è fermato alle ultime politiche a 8.455 voti (per la Camera). Qual è il messaggio degli elettori e come pensa che il Pd debba reagire?
«Ogni elezione è un discorso a sé. Nelle ultime amministrative, contestuali alle europee, abbiamo avuto un ottimo risultato come Pd e coalizione, mentre alle europee abbiamo assistito all’exploit della Lega di Salvini. Evidentemente siamo risultati più credibili nella dimensione cittadina. A Cremona conta la concretezza delle cose e le relazioni tra le persone. I cremonesi non credono alla propaganda e ai messaggi mendaci. Noi ci siamo e abbiamo lavorato con energia per il bene della città. La destra continua ad essere, oltre che conflittuale, carente di visione e di progettualità. Penso che noi dobbiamo essere quelli che puntano ad una città che si sviluppa senza dimenticare nessuno. Penso agli anziani, ma anche ai giovani e a quelli della mia generazione che, sempre più spesso, si trovano a conciliare il lavoro con la cura dei figli e, contemporaneamente, delle famiglie d’origine: una sfida per i servizi di welfare e per la comunità intera».
Fra gli ultimi risultati elettorali ci sono anche i 5.021 voti presi alle Regionali di febbraio, una consultazione in cui è andato a votare il 42,09% degli elettori. Cosa sta succedendo anche a Cremona al sistema politico configurato nella nostra Costituzione? I partiti hanno ancora un ruolo di rappresentanza dei cittadini?
«Questo è un fenomeno che caratterizza questo periodo storico della democrazia del nostro Paese e dell’Europa. La politica ha perso credibilità e in un sistema globalizzato ed interdipendente non riesce ad essere sufficientemente incisiva nel dare risposte ai bisogni legittimi dei cittadini. Ma, al netto degli indubbi fenomeni di corruzione e malcostume, anche la vulgata dell’antipolitica, a partire dall’attacco indiscriminato alla «casta» e ai «costi» della politica, con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, la contraddittoria e pretestuosa rivendicazione di competenze e gratuita abnegazione, hanno contribuito ad allontanare le persone dalla politica, o al limite ad occuparsi della cosa pubblica in modo populista e non senza livore. Il risultato è che oggi effettivamente fare politica è estremamente faticoso per chi – come tanti – avrebbe anche competenze e motivazione da mettere a disposizione, ma non il tempo o le condizioni materiali per dedicarvisi. Cosicché la politica rischia di diventare lo spazio per chi può permetterselo o per chi ha interessi privatistici da difendere. Finché la nostra rimarrà una repubblica parlamentare certamente i partiti di per sé sono uno strumento di rappresentanza e partecipazione dei cittadini, anche se, per esserlo più compiutamente, bisognerebbe rivedere il sistema elettorale (più che l’assetto istituzionale). Tuttavia se, come ho detto, diventano spazio solo per alcuni, difficile che a lungo andare non si trasformino davvero in caste...»
Quanti sono gli iscritti e i circoli in città?
«Gli iscritti della città sono più di 200: un bel numero visti i tempi. Credo che pochi altri partiti possano vantare un tale patrimonio. Con l’ultimo congresso nazionale abbiamo incrementato le iscrizioni ed è un buon segno di vitalità e partecipazione. Ad ogni modo penso che il peso e l’incisività di un partito non debbano essere misurati solo dal numero degli iscritti, contano altrettanto le relazioni sul territorio e, ancor di più, la riconoscibilità dei valori e delle proposte che metti in campo».
Qual è il bilancio delle Giunte Galimberti?
«Trovo che, complessivamente, la città in questi anni sia diventata più vivace e attrattiva. Sul piano urbanistico sono stati messi in cantiere, anche prima del Pnrr, progetti importanti e che saranno fondamentali per il futuro. È stata posta molta attenzione all’edilizia pubblica locale: abitativa e scolastica, ai servizi socio-assistenziali ed educativi e, grazie al contributo privato, al comparto universitario. Questi sono i fatti. Come ho già avuto modo di dire altrove, credo sia necessario proseguire con più incisività — per quanto di competenza di un ente locale — sulle infrastrutture che collegano la città al suo interno e all’esterno: con il resto della provincia, della Lombardia e delle altre regioni. Così come bisognerà fare uno sforzo maggiore per garantire la dovuta cura e manutenzione degli spazi pubblici: ad esempio strade, verde, gestione dei rifiuti, nella consapevolezza che le risorse per la spesa corrente dei Comuni sono troppo limitate a fronte delle necessità».
L'opposizione vi accusa di lasciare una città «diroccata» e «insicura»: cosa si poteva fare meglio?
«L’opposizione ha il vizio di enfatizzare. La destra non ha progetti e non esprime una visione di città. In Consiglio comunale sono palesi le loro diatribe interne tra consiglieri che cambiano giacca per saltare sul carro del vincitore di turno e spaccare i loro stessi gruppi. Il risultato sono solo polemiche, non proposte, né una sana contrapposizione. Il risultato è anche un appiattimento generale del dibattito e della qualità della politica. Sul tema della sicurezza, ad esempio, mi sembra che altro non facciano che scimmiottare i loro leader nazionali e la loro propaganda. A Cremona, infatti, quanto si tratta effettivamente di una questione di rischio per l’incolumità e l’ordine pubblico? Di reati? O quanto invece si tratta più che altro di disagio e maleducazione? La nostra visione non è e non deve limitarsi alle telecamere e ai vigili di quartiere. Una città è sicura se ci sono attività e luoghi frequentati. Non mi riferisco solo ad attività e spazi di commercio e consumo, ma anche a spazi dove semplicemente ci si possa incontrare, in cui si possa stare, produrre espressività, fare attivismo. Per questo servono i vigili, ma servono anche gli educatori, gli oratori, i gruppi e le associazioni di volontariato e quant’altro. Chi presenta soluzioni facili e solo repressive ci prende in giro e, in una città come la nostra, soprattutto non centra l’obiettivo e di fatto non risponde alla realtà della questione».
Però non ha risposto: in cosa questa amministrazione poteva fare meglio?
«Le politiche pubbliche sono frutto di un percorso e di una evoluzione. Tutto è migliorabile ma la cosa importante è aprire delle opportunità. Dieci anni fa nessuno pensava a una città aperta ai giovani, oggi abbiamo le università nel cuore del centro storico, questo apre a nuovi bisogni e a nuovi servizi e la città in questo dovrà essere all’altezza di questa sfida. Come dicevo dobbiamo ancora insistere su alcuni capitoli come la manutenzione. Il cofinanziamento ai macroprogetti ha sacrificato risorse destinate a questo. In più i vincoli di bilancio fanno il resto».
La stagione delle civiche è finita? Il Pd proporrà un suo candidato sindaco alle comunali?
«Il Pd in questa città è anche una forza civica, perché le sue coalizioni sono composte da forze civiche, come avviene del resto anche nelle altre città lombarde dove siamo al governo. Noi stessi intendiamo la nostra azione in un’ottica di comunità, tra le persone e i propri bisogni. Ci sono già interlocuzioni importanti con gruppi di cittadini che ci accompagneranno nel percorso verso le amministrative. Cremona non sta con le mani in mano e il protagonismo dei cittadini è indubbio. E spesso, giustamente, il Pd e il centrosinistra sono considerati comunque un punto di riferimento. Il nostro candidato sarà un profilo coerente con il progetto che intendiamo esprimere. Come è stato evidente sinora, non abbiamo mai vincolato a priori il candidato sindaco all’appartenenza al partito. Mi piacerebbe che la candidatura sia espressione di un’esperienza e di una soggettività collettiva. Bisogna prendere atto – se vuoi anche a malincuore – che l’epoca dei grandi leader è finita. Adesso abbiamo bisogno di grandi persone che hanno voglia di impegnarsi in un grande lavoro per la città».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris