L'ANALISI
02 Novembre 2023 - 18:35
Carlo Malvezzi e Federico Fasani
CREMONA - Ad innescare il caso erano state le dichiarazioni di Claudia Monteverdi, entrata in consiglio comunale al posto di Marcello Ventura — dimissionario causa gli impegni da consigliere regionale —, ma non nel gruppo di Fratelli d’Italia. «Vado nel gruppo misto perché FdI, dopo le elezioni comunali, non mi ha più né contattata, né coinvolta, né cercata». Abbastanza, seppure a otto mesi dal voto, per innescare la schermaglia politica con vista sulle amministrative.
Pd all’attacco: «Ecco una nuova, grottesca, puntata della serie ‘Faide nel centrodestra cremonese’ — aveva affondato il colpo il capogruppo del Pd, Roberto Poli, sfruttando il ‘gran rifiuto della neoconsigliera —. A Monteverdi rivolgo i migliori auguri di buon lavoro, ma la sua scelta rende plasticamente evidenti la confusione e le tensioni interne al partito e all’intera coalizione cui appartiene. Che si contraddistingue per personalismi e assenza di visione e azione politica». Ha temporeggiato, il centrodestra: riflessione e raccolta materiale per preparare la controffensiva. Arriva ora ed è quasi un dossier, confezionato da Forza Italia in difesa dell’alleato e dell’intero centrodestra: contenuti e fotografie. Con premessa naturalmente concentrata sulla velenosa incursione di Poli.
«Le migliori forze Dem locali, nello specifico niente meno che il capogruppo in consiglio comunale Roberto Poli, si cimentano in una raffinata operazione di pettegolezzo sulle vicende politiche del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia — ribattono, insidiosi quanto Poli, i consiglieri Carlo Malvezzi e Federico Fasani —. Si può tralasciare l’inopportunità di ficcare il naso in casa d’altri quando ce ne sarebbe abbastanza guardando in casa propria, ma non si può tralasciare l’incredibile considerazione secondo cui il centrodestra non sarebbe pronto a governare: rispetto a chi?». Già, perché secondo Fi chi ha dimostrato di «non saper governare» è proprio il centrosinistra da dieci anni insediato a palazzo comunale.
Snocciolano l’elenco del ‘non fatto’ e del ‘fatto male’, gli azzurri. Guardando al passato e pensando al futuro, quando grazie al Pnrr e ai contributi regionali la prossima giunta sarà chiamata a gestire ingenti risorse per opere pubbliche complesse. «E qui casca l’asino — nella visione di Forza Italia —. È sufficiente infatti osservare le numerose situazioni di degrado del patrimonio pubblico in città di cui la giunta comunale si disinteressa. Cremona è costellata di impalcature abbandonate, transenne, nastri inibitori e cartelli di pericolo a documentare l’incapacità di intervenire efficacemente e tempestivamente su immobili comunali. Per non parlare delle condizioni generali di strade, marciapiedi, illuminazione e verde pubblico». Contrattacco per capitoli. Il primo: il centro storico.
«Si va dalla pluriennale puntellatura con tubi innocenti degli archi di palazzo comunale, nel frattempo diventato isola riproduttiva per i piccioni che coraggiosamente sfidano la carta stagnola, alle transenne di sicurezza che impediscono l’accesso alle montagnole dei giardini pubblici di Piazza Roma, dall’impalcatura lignea permanente della recinzione del giardino della scuola Vida allo stato di decadenza delle mura e del manufatto di porta Mosa, tutti luoghi a ridosso di piazza del Duomo. Com’è compatibile tutto questo con la vocazione turistica della nostra città?». Secondo: il cimitero, inquadrato nel degrado che «indigna» nei giorni dedicati ai defunti: «Lo stato di decadimento in cui versano molti comparti del camposanto e la scalinata monumentale non sono più né accettabili né sopportabili e dicono anche di una profonda mancanza di rispetto per i vivi e per i defunti».
I cantieri ‘infiniti’, la terza stazione della ‘via crucis’ amministrativa secondo FI. Prima fra tutte la «scandalosa vicenda» del parcheggio multipiano di via Dante: «Un’opera architettonicamente banale e priva di complessità strutturale ed impiantistica — infilano il dito nella piaga, Malvezzi e Fasani —, che si sta trascinando da cinque anni tra le penose scuse di una giunta in balia delle circostanze». E poi il caso San Felice, con focus sulla palestra oggetto proprio di recente della protesta di alcuni residenti: «Il cartello del cantiere indica come data di ultimazione dei lavori di adeguamento e ristrutturazione il 2 marzo 2021. Peccato che di questo passo non saranno sufficienti quattro anni per restituire ai cittadini un impianto funzionante».
La riflessione generale, ad incorniciare idealmente i temi toccati: «Non dobbiamo stupirci se i nostri vicini di casa (Mantova, Brescia, Bergamo), hanno saputo creare le condizioni, anche attraverso la cura e il decoro urbano, necessarie per ottenere il prestigioso riconoscimento di capitale della cultura, mentre Cremona è rimasta al palo. La bocciatura della candidatura a ‘Città creativa dell’Unesco per la musica’ mette il sigillo su un decennio di insuccessi».
Conclusione tornando al punto di partenza: «Dove trova la sinistra cremonese il coraggio di giudicare inadeguati i propri avversari dopo un decennio come quello appena trascorso? — è la domanda retorica —. Dove lo trova una sinistra che sta lasciando alle proprie spalle una città diroccata, dimostrando totale insensibilità e incapacità amministrativa? Con quale faccia può presentarsi agli elettori e chiedere ancora la fiducia dei cremonesi?». Poli direttamente nel mirino, per finire: «Prima di dubitare della capacità di governo del centrodestra, non farebbe meglio a prendere atto dei fallimenti del suo partito?». Aspettasi replica. Del resto, al voto mancano ‘solo’ otto mesi.
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