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4 NOVEMBRE

Il prefetto Conforto Galli: "Questi eventi storici conservano intatto il loro significato"

Nel cortile del Palazzo comunale la cerimonia della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate, commemorativa della vittoria del 1918 che unì all'Italia, dopo tre anni e mezzo di guerra, i territori trentini e giuliani

04 Novembre 2023 - 19:10

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(FotoLive/Leonardo Calvi)

CREMONA - Si è svolta questo pomeriggio nel cortile del Palazzo comunale la cerimonia della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate, commemorativa della vittoria del 4 novembre 1918 che unì all'Italia, dopo tre anni e mezzo di guerra, i territori trentini e giuliani.

Presenti le principali autorità civili e militari – tra le quali il presidente del Consiglio comunale Paolo Carletti, il vicepresidente dell'amministrazione provinciale Giovanni Gagliardi, i comandanti dei Carabinieri e delle Fiamme gialle, Paolo Sambataro e Massimo Dell'Anna, il questore Michele Davide Sinigaglia – le rappresentanze del Nastro Azzurro e delle associazioni d'arma con bandiere e labari, e diversi cittadini, è stata schierata una compagnia composta da un plotone di genieri del X Reggimento guastatori, uno di carabinieri, uno delle guardie di Finanza e da una delegazione dei volontari della Cri, nella quale spiccavano le crocerossine nella divisa blu.

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La compagnia ha reso gli onori al prefetto Corrado Conforto Galli, giunto accompagnato dal comandante del X Genio guastatori colonnello Vincenzo Criscuolo.

crocerossine

Dopo l'alzabandiera e l'esecuzione dell'inno nazionale, è stata data lettura dello storico 'Bollettino della vittoria' a firma del generale Armando Diaz, al quale hanno fatto seguito i messaggi del ministro della Difesa Guido Crosetto e del capo dello Stato Sergio Mattarella. Entrambi hanno manifestato con calore la gratitudine delle istituzioni alle Forze armate per il servizio che rendono in patria e all'estero nelle missioni dell'Onu e della Nato.

Forze armate come “espressione del popolo – così il presidente Mattarella – che volle l'Italia unita”, simboleggiata, nella Prima guerra mondiale, anche dalla “resistenza sul Piave” ; un impegno proseguito quando, “dopo l'8 settembre 1943, furono le Forze armate e il popolo italiano, uniti nella guerra di Liberazione, a permettere il riscatto della Patria”.

“Non si può dimenticare, non si deve”, ha rimarcato Crosetto, sottolineando che oggi le Forze armate sono in prima linea per la difesa della pace.

Un'articolata allocuzione quella del prefetto Conforto Galli, che ha in particolare affermato come il “fare memoria” nel 4 novembre non rappresenti una “ritualità” o un “ricordo formale”, denunciando invece “un atteggiamento relativistico” e una deriva favorita anche dalle accelerazioni della multimedialità nella quale storia e memoria faticano ad affermarsi, e si producono piuttosto “appiattimento culturale” e “omologazione dei comportamenti”. Al contrario, occorre “ribadire con fermezza che questi eventi storici conservano intatto il loro significato”.

Del 4 novembre 1918 il prefetto ha evidenziato sia il valore del completamento dell'Unità d'Italia, sia “la fine di una carneficina” costata al nostro Paese oltre 600mila Caduti. Doveroso è dunque ricordare, e trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza che “libertà, giustizia, uguaglianza, democrazia sono il frutto di sacrificio e di sofferenza”.

E altrettanto doverosa la riconoscenza nei confronti della Forze armate e delle Forze dell'ordine, dei Caduti, dei veterani, dei morti in servizio. Non poteva mancare, come già nei messaggi di Crosetto e di Mattarella, un cenno ai “tragici e preoccupanti scenari di guerra” che si sono ripresentati in zone a noi prossime, dall'Ucraina al Medioriente. Significativa in proposito, da parte del ministro, la citazione di Italo Calvino: “L'inferno dei viventi è già qui”.

Dopo gli onori finali e l'ammainabandiera, la cerimonia si è conclusa con la deposizione di una corona d'alloro in memoria dei Caduti alla lapide del Bollettino della Vittoria, accompagnata dalle note della “Leggenda del Piave” e del “Silenzio d'ordinanza” eseguite dalla Fanfara alpina Tridentina “Walter Smussi”.

In piazza del Comune un'esposizione di alcuni automezzi dell'Esercito, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza. 

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