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IL LAVORO VINCE IN ROSA

Aziende al femminile: l’antidoto alla crisi

Il 25 novembre premio internazionale all’Università di Pavia per Nadia Bragalini

Elisa Calamari

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05 Novembre 2023 - 05:25

Aziende al femminile: l’antidoto alla crisi

CREMONA - Le imprese femminili non si arrendono di fronte alle difficoltà, dimostrano più forza e più resistenza sapendo anche attivare azioni di filiera verso l’internazionalizzazione. Proprio allo scopo di riconoscere queste peculiarità, Stati generali delle donne ha istituito il ‘Premio europeo per le imprese femminili’: è giunto alla sua seconda edizione e quest’anno vedrà fra le cinque prescelte, selezionate fra 1.337.000 aziende ‘in rosa’ del Paese, la cremonese Nadia Bragalini. Sarà premiata il 25 novembre presso l’Università degli studi di Pavia.

A Castelvetro Piacentino Bragalini ha fondato G&G Pet Food: nata quattro anni fa, propone una gamma di mangimi completi e mangimi complementari formulati con sostanze di origine vegetale, in grado di rispondere alle esigenze degli animali da compagnia e fornire supporto al loro benessere.

Non solo: Bragalini è fra le altre cose ambasciatrice italiana ‘Made in woman Made in Italy’ degli Stati generali delle donne, è coordinatrice distrettuale Lions 108 ib3 (province di Cremona, Lodi, Pavia, Piacenza) e presidente del gruppo Terziario donna di Confcommercio Piacenza.

nadia

Nadia Bragalini

Il suo slogan è eloquente: «Il futuro è di chi lo fa». E incarna perfettamente pragmatismo e tenacia che la contraddistinguono: «Naturalmente l’annuncio di questo riconoscimento è una grande soddisfazione – dice –. Amo essere un’imprenditrice e amo soprattutto essere un’imprenditrice al fianco delle donne. Sono orgogliosa dell’azienda che porto avanti insieme a mio marito, orgogliosa di avere investito in un piccolo territorio come quello di Castelvetro. Tra l’altro il sindaco, Silvia Granata, è una donna imprenditrice proprio come me. Coraggiosa e determinata».

donne

Bragalini, che di recente a Cremona ha contribuito concretamente all’adesione del Comune alla rete ‘Le città delle donne’, sottolinea come l’imprenditoria al femminile sia «importante motore del rilancio dell’economia».

Perché le donne «sanno fare, con grande passione e coltivando i sogni». Inevitabile chiederle se, prima dei meritati successi, abbia o meno incontrato difficoltà a muoversi nel mondo delle imprese proprio in quanto donna: «Non lo nascondo, qualche piccola difficoltà iniziale c’è stata – ammette –. Banalmente, quando rispondevo al telefono capitava mi chiedessero di parlare con mio marito. Oggi non è più così per fortuna – sorride –. Mi sono buttata nel nostro progetto appena prima del Covid, partendo da zero, affrontando poi le grandi difficoltà legate alla pandemia e condividendone le preoccupazioni anche con gli altri commercianti di Castelvetro. Ricordo ad esempio le battaglie davanti al ponte sul Po, contro il limite dei confini regionali che ci ostacolava tantissimo. Non ci siamo arresi. E a portare avanti quella battaglia sono state tante donne. Sono fiera di lavorare a Castelvetro, paese sempre più al femminile».

Saranno premiate anche Nicoletta Marin Gentilini (Padova); Romina Nicoletti (Roma); Cristiana Sartori (Pavia); Mariana Veintimilla (Milano).

IL 21,1% DELLE IMPRESE GESTITO DALLE DONNE

Al 30 settembre scorso le imprese iscritte all’anagrafe camerale della provincia risultavano 28.032 e di queste circa il 21,1% sono riconducibili a donne. Per imprese femminili si intendono tutte quelle con titolare donna, o quelle nelle quali la percentuale di partecipazione femminile tra i soci o gli amministratori è superiore al 50%: nel Cremonese sono 5.197 quelle attive, con una variazione su base annua negativa del -0,4%. Il saldo demografico del trimestre luglio-settembre, invece, risulta positivo di 10 unità, determinato dalle 73 nuove iscrizioni e dalle 63 cessazioni al netto dei provvedimenti d’ufficio. Rispetto allo stesso periodo del 2022 le iscrizioni sono aumentate del 4,3% mentre le cessazioni non d’ufficio sono diminuite con maggiore intensità (del 16%) e rappresentano circa il 27% delle cessazioni sul totale delle imprese.

Il comparto produttivo a maggior tasso di femminilizzazione resta sempre, di gran lunga, quello del commercio: si contano 1.396 imprese, vale a dire il 27% del totale. Seguono le 936 aziende femminili che operano nelle ‘altre attività dei servizi’, cioè i servizi alle persone. Le imprese agricole e i pubblici esercizi, cioè i servizi di alloggio e ristorazione, costituiscono invece, singolarmente, circa l’11% del totale. Mentre nelle attività manifatturiere operano 382 imprese ‘rosa’ e cioè il 7% del totale. La scelta delle imprenditrici cremonesi sembra quindi piuttosto chiara e concentrata, con le cinque sezioni citate che occupano circa i tre quarti del totale delle imprese femminili attive alla fine dello scorso anno.

Va detto però che le variazioni nelle consistenze dei settori economici principali risultanti dal confronto con quelle registrate a fine settembre 2022 sono negative. Quasi la totalità dei settori rosa ha subito infatti una contrazione: spiccano il calo dei servizi di alloggio e ristorazione (-3,8%), del commercio (-3%) e delle costruzioni (-1,9%). Aumentano invece rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente i servizi alle imprese (+3,1%), i servizi alla persona (+1,5%) e l’agricoltura (+0,2%).

Infine gli addetti impiegati dalle imprese femminili: complessivamente in provincia sono 14.336, vale a dire circa 2,8 per ogni attività. La maggior parte dell’occupazione la troviamo nei settori delle attività manifatturiere e del commercio, rispettivamente con 2.620 e 2.555 addetti che occupano oltre il 36% della manodopera complessiva. A questi seguono, con 1.739 addetti, i servizi di alloggio e ristorazione e con 1.588 addetti i servizi alla persona. Le imprese femminili di maggiori dimensioni in termini di addetti si trovano nella sanità e assistenza sociale, dove arrivano mediamente a oltre 22 occupati ciascuna.

A livello nazionale gli ultimi dati a disposizione sono quelli di fine 2022 forniti dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, dai quali si evince che il settore mostra maggiore innovazione, maggiore attenzione al welfare aziendale e soprattutto più attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale: sono circa 1.337.000 le imprese in rosa registrate, cioè il 22,21% del totale.

Rapporto percentuale che è dunque lievemente maggiore rispetto a quello cremonese. Confrontando il 2022 con il 2021, poi, si scopre che sono duemila in più le imprese femminili nelle attività professionali, quasi 1.500 in più quelle attive nelle attività immobiliari, circa mille in più nei servizi di comunicazione e nelle attività finanziarie, 800 in più nel noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese.

Un settore dunque fondamentale ed emergente, ma che però si mostra ancora fragile. Che ha bisogno di ulteriore aiuto. Non a caso tra le novità previste la scorsa primavera dal ddl Made in Italy c’è stata anche la riserva di 10 milioni di euro, per l’anno 2024, allo scopo di favorire proprio l’imprenditoria femminile e in particolare l’accesso a finanziamenti agevolati con una copertura fino al 90 % (fino a 3 milioni di euro) per progetti.

«Sempre più donne scelgono di mettere sul mercato le proprie competenze ed il proprio talento aprendo attività in alcuni settori che ancora sono a prevalente presenza maschile», sottolinea Isa Maggi di Stati generali delle donne. Che motiva così il ‘Premio europeo imprese femminili’ attribuito anche a Nadia Bragalini: «Per avere contribuito ad orientare le strategie di crescita dell’economia italiana in una dimensione internazionale con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare, investendo in processi per l’utilizzo di fonti rinnovabili».

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