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LA STORIA

Odissea giudiziaria: «la verità» dopo sette anni

Indagato nel 2016 con l’accusa di aver falsificato la documentazione austriaca con cui targò 500 veicoli ora Sardini, dell’agenzia di pratiche automobilistiche Bonazzoli, è stato assolto. Tradito dal suo collaboratore

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

03 Novembre 2023 - 07:39

Odissea giudiziaria: «la verità» dopo sette anni

Lorenzo Sardini

CREMONA - Il 22 novembre prossimo saranno sette anni da quel martedì (anno 2016) quando nella sua agenzia di pratiche automobilistiche, lo ‘Studio Bonazzoli’ in viale Trento e Trieste, si presentarono gli investigatori della polizia stradale di Bolzano. Lorenzo Sardini scoprì di essere indagato per aver falsificato documentazione austriaca con cui targò in tutta Italia più di 500 veicoli. Quel giorno, Sardini trasecolò e si trovò catapultato «in un incubo». Sette anni dopo, il 27 aprile scorso, il giudice del Tribunale di Bolzano, Stefan Tappeiner, ha assolto Sardini «per non aver commesso il fatto». I falsi (dal 23 gennaio del 2014 al 2 marzo del 2016) li aveva ‘fabbricati’ il suo collaboratore di Merano, Torsten Premstaller, 59 anni, il quale, reo confesso, ha patteggiato 1 anno e 10 mesi di reclusione.


Adesso che la sentenza è divenuta irrevocabile, Sardini, 58 anni il 3 dicembre prossimo, da più di 30 consulente per la circolazione dei mezzi di trasporto, cresciuto professionalmente nell’agenzia di mamma Romana, mai un problema con la giustizia, racconta la sua odissea fatta di momenti di disperazione e di tante notti insonni. Di amici che gli hanno tolto il saluto, di clienti furiosi che lo chiamavano da tutta Italia e lo hanno denunciato, di colleghi e di alcuni funzionari della Motorizzazione «con cui lavoravo quotidianamente», che gli hanno fatto terra bruciata attorno. «La mia professionalità è precipitata». Un’odissea fatta di interrogatori, di decine di processi in giro per l’Italia nati dalle denunce dei clienti, con al suo fianco gli avvocati Luisa Degli Angeli e Roberto D’Errico di Bologna.


Sardini si era fidato di Premstaller, titolare della società ‘4XTEK srl’ di Merano. Costui si occupava della procedura e della documentazione austriaca, Sardini della successiva nazionalizzazione dei veicoli in Italia. I documenti glieli consegnava Premstaller. «Ero convinto che fossero autentici, provenienti dalla Motorizzazione austriaca di Graz». Erano tutti falsi, invece. Il 27 gennaio del 2017, sentendosi truffato, Sardini si presentò in questura a Cremona e denunciò Premstaller. Quanto spiegato allora alla polizia, il titolare dell’agenzia di viale Trento e Trieste lo ha poi confermato al processo. La sua denuncia è riversata nelle 26 pagine di motivazione della sentenza di assoluzione. È andata così.


A fine 2013, per motivi di lavoro, Sardini conobbe Premstaller, il quale all’inizio del 2014 gli propose di collaborare con lui e di effettuare alcune pratiche di nazionalizzazione in Italia. Nonostante le rassicurazioni sulla regolarità delle sue pratiche, Sardini voleva garanzie. E ciò in quanto un suo amico, imprenditore nel settore del noleggio di automobili che conosceva anche Premstaller, gli soffiò che circa la nazionalizzazione di alcuni veicoli c’erano stati problemi con la polizia giudiziaria di Padova.

Sardini più volte chiese a Premstaller di fargli avere direttamente dalla motorizzazione austriaca l’attestazione che garantisse la correttezza della procedura eseguita all’estero, «anche per poter rispondere ai direttori tecnici della motorizzazione italiana che mi chiedevano spiegazioni sui documenti esteri». La «prova» arrivò il 7 marzo del 2016: una lettera proveniente da ‘Das Land Steiemark’, la motorizzazione austriaca di Graz, con timbro che riportava il sigillo di Stato e firma autografa dell’Ing. Sigrfied Ausserkofler.


«Certo della genuinità dell’atto pervenutomi», Sardini lo consegnò al tecnico della motorizzazione italiana, «pensando di aver risolto e dissipato ogni dubbio». E, invece, quel 22 novembre gli investigatori di Bolzano si presentarono nella sua agenzia di Cremona. «Ho scoperto, con estremo stupore e molta rabbia, che la documentazione relativa alle pratiche estere effettuate esclusivamente dal signor Premstaller era falsa... questa vicenda mi sta rovinando la vita sia moralmente che economicamente», disse poi Sardini al processo, attraverso una lunga dichiarazione scritta.

Osserva il giudice Tappeiner: «Quanto dichiarato dal signor Sardini non è stato smentito dalle risultanze dell’istruttoria dibattimentale e, anzi, ha trovato conferma nelle dichiarazioni del testimone», ossia dell’imprenditore nel settore del noleggio auto. Al processo ha riferito di aver incontrato Premstaller che, in lacrime, gli confessò di aver messo in piedi la truffa nel tentativo di risollevarsi da una crisi economica causata da investimenti sbagliati. Ma «Sardini era completamente ignaro del progetto criminoso». Sette anni dopo, l’assoluzione riabilita Sardini. «Fine di un incubo».

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