L'ANALISI
30 Luglio 2023 - 07:49
CREMONA - La premessa è scontata, ma d’obbligo: a poco meno di un anno dalle elezioni della primavera 2024, con almeno quattro-cinque mesi di tempo per definire (e nel caso ridefinire) gli assetti che dovranno condurre alla scelta finale del candidato sindaco, ancora si ragiona di ipotesi. Non proprio suggestioni da inizio calciomercato, però. Perché, almeno per ora, la rotta verso le amministrative di Cremona si declina seguendo le traiettorie di non più di quattro, cinque nomi. Quelli hanno iniziato a circolare già a inizio primavera, quelli vengono sostanzialmente confermati nelle ultime ore dall’interno dei partiti e quelli restano. Tre a centrodestra: in prima linea Alessandro Zagni e Chiara Capelletti, l’uno e l’altra espressione di Fratelli d’Italia, ovviamente in grado per la forza del momento di dettare legge e imporre decisioni ai partner Lega e Forza Italia. Impossibile anche solo supporre, adesso, chi alla fine scenderà in campo con l’obiettivo finale di sedersi sulla poltrona occupata negli ultimi dieci anni da Gianluca Galimberti.
Zagni, seppure entrato da poco in FdI, ha il peso che gli consegnano (da una parte) l’esperienza amministrativa e (dall’altra) il numero di preferenze che ha dimostrato di poter garantire: commercialista, ex assessore alla Sicurezza della Lega durante il mandato di Oreste Perri e candidato sindaco nella successiva tornata elettorale (2014), quando il Carroccio strappò con gli alleati per presentarsi solo, cinque anni fa era stato a lungo aspirante primo cittadino in pectore, ‘benedetto’ pubblicamente da tutti fino ad essere sorpassato al fotofinish da Carlo Malvezzi. Storia di complicati equilibri politici. Finita con il rimpianto dell’esito: Zagni, da solo, prese 1.132 voti. E quella è la dote che pone di nuovo sul piatto.
Lontana dalla prima linea da qualche anno, tornata sul fronte perché di nuovo convinta dalla proposta di Giorgia Meloni, anche Chiara Capelletti (funzionaria responsabile della Comunicazione di Ats Val Padana) ha comunque una lunga storia politica alle spalle. Figura di spicco di Alleanza Nazionale prima e del Pdl poi, tra i fondatori di FdI nel territorio, è stata assessore provinciale a Cultura e Sport, candidata alle Regionali e consigliere comunale. E potrebbe avere un grande vantaggio: è donna, potenzialmente la prima ad occupare palazzo comunale. Sullo sfondo, stando ai rumors, ci sarebbe anche Claudio Bodini: presidente di Siamo Noi onlus, ha dalla sua il profilo personale e il grande impegno donato alla città durante i mesi più bui del Coronavirus. Ma per il momento, appare defilato: attende; consapevole di non essere la prima opzione.
Non ce ne sono più di due nel centrosinistra che proverà a mantenere il governo della città: Luciano Pizzetti e Andrea Virgilio. Pizzetti, sottosegretario alle Riforme dal 2014 al 2016 con l’esecutivo di Matteo Renzi e poi alla Presidenza del Consiglio dei ministri dal 2016 al 2018 con quello di Paolo Gentiloni, stabilmente in Parlamento da senatore e da deputato nelle tre legislature comprese fra il 2008 e il 2022, è descritto da un curriculum politico che non ha necessità di essere declinato. Anche Andrea Virgilio, Dem da sempre, capogruppo del Pd in consiglio comunale e in Provincia, prima assessore di peso e poi vice sindaco con Galimberti, non ha bisogno di presentazioni.
L’uno e l’altro espressione della stessa corrente del Partito Democratico, non sono solo politici che da sempre condividono idee e strategia, ma anche legati da un rapporto consolidato. Tanto che, a lungo e per tutti, il secondo è sempre stato considerato ‘uomo del primo’. Comunque capace di slegarsi, rivendicando autonomia, quando è servito. O l’uno o l’altro, adesso. Eppure, non sarebbe rottura: nel senso che, quale che sia la decisione finale, sarebbe concordata e condivisa, con il primo disposto a supportare il secondo e il secondo disponibile a sostenere il primo. Fine settembre-inizio ottobre, la dead line della scelta. Il terzo ‘incomodo’ non c’è.
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