L'ANALISI
02 Novembre 2023 - 05:10
CASALMAGGIORE - Il settore socio-sanitario ha un disperato bisogno di nuove professionalità e gli studenti di oggi potrebbero essere la risposta a tale carenza. Si inquadra anche in questa prospettiva l’incontro che si è tenuto nell’aula magna del Polo Romani con la Fondazione Elisabetta Germani di Cingia de’ Botti. L’obiettivo era promuovere tra gli studenti la cultura scientifica ancorandola ai bisogni del territorio e agli sbocchi professionali in ambito socio sanitario. Al centro la malattia di Alzheimer. L’iniziativa aveva l’obiettivo di stimolare la curiosità scientifica degli studenti, ponendo in rilievo l’importanza delle discipline scientifiche nell'analisi e nella comprensione delle patologie contemporanee.
A inquadrare l’evento è stata la dirigente dell'istituto, Daniela Romoli, che ha accolto con entusiasmo sia gli studenti delle quattro classi partecipanti — due del Liceo scientifico e due dell’Istituto professionale a indirizzo socio-sanitario — sia i professionisti della Fondazione. Nicolò Doselli e Gaia Boschini hanno poi introdotto gli esperti, mentre Federica Tartaglione e Federica Schiattarella hanno offerto una panoramica sull’Alzheimer, mettendo in luce non solo gli aspetti medici ma anche l’impatto emotivo della malattia sul paziente e sui familiari.
Isabella Salimbeni, direttore sanitario della Fondazione, ha presentato dati allarmanti relativi alla diffusione della demenza e ha posto l'accento sull’importanza della prevenzione, menzionando i dodici fattori di rischio principali. Ha anche voluto sfatare due miti comuni associati alla demenza, ribadendo che le persone affette da Alzheimer hanno sempre una capacità di comprensione e che, con l’approccio corretto, possono essere gestite efficacemente.
Camilla Tagliasacchi, terapista occupazionale della Fondazione, ha parlato dell’innovativo ‘giardino terapeutico’, una risorsa non farmacologica efficace per i pazienti con Alzheimer. Ha sottolineato come queste terapie alternative stiano guadagnando sempre più riconoscimento nella cura della malattia.
Concludendo, Michele Merlini e Mario Antonio Cucumo, rappresentanti della Fondazione, hanno evidenziato le opportunità professionali nel settore socio-sanitario, incoraggiando gli studenti a considerare carriere in questo campo, con un messaggio incisivo. L’iniziativa ha, dunque, sapientemente unito cultura, scienza e prospettive professionali.
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