L'ANALISI
31 Ottobre 2023 - 05:05
Palazzo Ghisalberti, nuova sede del Provveditorato di Cremona
CASALBUTTANO - Le vie dell’Ufficio scolastico regionale a quanto pare sono infinite, come quelle del Signore. Ma le scelte degli uomini, a differenza di quelle della Provvidenza, se risultano incomprensibili si possono almeno discutere. Specialmente quando non è ben chiara la loro giustificazione.
È il caso dell’ormai ex dirigente dell’istituto comprensivo di Casalbuttano Angiolino Albini, classe 1957, casa e famiglia a Quinzano d’Oglio, che venerdì scorso, nel giro di 24 ore e a soli due mesi dall’inizio dell’anno scolastico, ha ricevuto da Milano l’invito a farsi da parte. Ovvero la fredda comunicazione che dal giorno dopo avrebbe dovuto lasciare libero il suo posto di responsabile delle tre scuole attive sotto alla Torre di Norma, da cui dipendono anche i plessi di Robecco, Bordolano e Corte de’ Cortesi. E lui ha obbedito.
La decisione ha creato, ovviamente, meraviglia, ma anche malumori, sconcerto, incredulità, sgomento e dispiacere tra i colleghi e le famiglie per la mancanza di quel largo e doveroso preavviso che è (o dovrebbe essere) indice di correttezza e sensibilità. E perché i suoi quarantaquattro anni di esperienza nel mondo dell’insegnamento hanno lasciato il segno.
Dunque avrebbero meritato un trattamento diverso.
Lo dimostra la lettera inviata al giornale per testimoniare, oltre allo stupore, la solidarietà e la gratitudine dei collaboratori al funzionario. Albini, pur avendo i requisiti per andare in pensione, aveva chiesto e ottenuto di poter restare in servizio un altro anno. Non è l’unico, nel mondo della dirigenza scolastica è una prassi che ha tanti precedenti.
Dunque ai primi di settembre, quando è suonata la prima campanella, lui è rimasto al suo posto di timoniere nelle scuole cremonesi e in quella bresciana di Borgo San Giacomo, gestendo con la professionalità che gli è sempre stata riconosciuta, l’avvio del nuovo anno scolastico. Vuol dire assecondare le esigenze della didattica con quella di tanti professionisti, con gli occhi puntati sulle risorse, sempre troppo esigue. Un compito tutt’altro che facile, perché quando le teste sono tante e i numeri elevati, i problemi aumentano di giorno in giorno.
La settimana scorsa, però, è arrivata la doccia fredda che tutti, a cominciare dal diretto interessato, non hanno affatto digerito, alimentando qualche dubbio in più sul riconoscimento del lavoro duro e impegnativo che ricade sui presidi e sulle loro responsabilità. «Non sussistono i presupposti per continuare».
E se parli proprio con chi tra le mura delle scuole ci lavora da una vita, in questi giorni raccogli tanta amarezza e delusione: «Siamo considerati dei numeri, ma dietro alle sigle ci sono persone con storie di grande impegno e sacrificio che continuano ad amare la scuola».
L’ex preside ha già fatto pulizia sulla scrivania e negli armadi. Sono giorni duri, per lui. Chi lo conosce bene conferma che c’è davvero rimasto male.
Egregio direttore,
venerdì 27 ottobre termina una settimana scolastica, impegnativa come tutte le altre, soprattutto nei primi mesi, quando tutto è ancora da definire e da programmare, si rientra a casa e come un fulmine a ciel sereno appare sul display di un tablet una notizia: il tuo dirigente da domani sarà in pensione forzata. È successo questo a noi personale scolastico dell’IC di Casalbuttano. Il nostro ormai ex dirigente Angiolino Albini, che aveva chiesto all’UST di rimanere in servizio un altro anno pur avendo l’età pensionabile, ha ricevuto dallo stesso ufficio la notizia del pensionamento forzato.
Sappiamo tutti come sono le leggi e si era consapevoli che questo poteva accadere, ma quanto successo fa sorgere molte domande.
Vista la penuria di dirigenti e visto l’esperienza di questo professionista sarebbe cambiato molto nel farlo terminare l’anno scolastico?
I dirigenti dell’ufficio hanno pensato cosa significa lasciare un istituto comprensivo (anzi due perché lui uno lo dirigeva, uno lo reggeva) senza dirigente scolastico ad anno scolastico iniziato?
Sanno che il dirigente pensionato in questi due mesi ha espletato tutte le pratiche dell’avvio dell’anno che sono molteplici e complicate?
Sono consapevoli che la scuola è un’istituzione educativa fatta di persone e lasciare orfane di una guida qualunque squadra di lavoro in corso d’opera è sempre un danno?
Se non possiamo mettere in discussione il regolamento, possiamo però dire con fermezza che questa decisione è profondamente irrispettosa della persona in questione e di tutti coloro che con la stessa lavoravano, ci si sente davvero considerati puri numeri. È profondamente irrispettosa della scuola e di tutto quello che questa importante agenzia educativa richiede ogni giorno. Ed è una decisione decisamente fuori tempo, ripeto che non sarebbe cambiato davvero nulla se il nostro dirigente avesse potuto guidarci fino al 30 giugno. Non ci resta che augurare tanta serenità al nostro dirigente che ha dedicato la sua vita alla scuola e sperare che questa istituzione torni ad essere considerata come dovrebbe, come la più importante realtà educativa e di costruzione del futuro che un paese ha e non come un’azienda dove contano solo i numeri e il denaro.
Il personale docente e non docente dell’Istituto comprensivo di Casalbuttano
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