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IL CREMASCO AL VERTICE DELL'ANCI

Rossoni: «Mattarella? Gli ho solo detto sono anch’io democristiano»

Il presidente dell’Area omogenea cremasca incontra il capo dello Stato a Firenze: «Un riferimento»

Stefano Sagrestano

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stefano.sagrestano@gmail.com

27 Ottobre 2023 - 05:05

Rossoni: «Mattarella? Gli ho solo detto sono anch’io democristiano»

CREMA - «Questo è il saluto di un democristiano». Pronunciando queste parole, nel segno di una comune appartenenza alla storica area politica dei cattolici italiani, Gianni Rossoni ha stretto la mano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un incontro brevissimo, pochi istanti: lo scambio di sguardi e il cenno d’intesa, avvenuto mentre il Capo dello Stato passava tra la folla di sindaci, circa tremila intervenuti martedì a Genova, in occasione dell’assemblea nazionale dell’Anci. L’immagine della stretta di mano tra il sindaco di Offanengo e presidente dell’Area omogenea cremasca e il capo dello Stato è stata riportata da diverse testate nazionali.

«Fa sempre un grande piacere poter incontrare un presidente della Repubblica — racconta Rossoni, rientrato nella tarda serata di mercoledì, dopo aver seguito i due giorni di lavori dell’assemblea —: soprattutto Mattarella, che ha una caratura che lo rende un simbolo del nostro Paese, in cui tutti gli italiani si riconoscono. Una figura riconosciuta come riferimento di unità e appartenenza». Rossoni cita il discorso del presidente.

«Da quando è in carica, ogni anno non manca mai all’assemblea nazionale dell’Anci. Onora questa istituzione e il ruolo dei sindaci. Ce lo ha ribadito chiaramente anche l’altro giorno nel suo intervento ufficiale. Siamo il primo riferimento dei cittadini, quando si verificano delle calamità naturali. I municipi sono anche protagonisti della grande modernizzazione del Paese. E un altro passaggio del discorso, che mi è rimasto impresso, è stato quando ha detto che dai Comuni parte la fiducia della gente nelle istituzioni». Concetti ribaditi anche dalla premier Giorgia Meloni, intervenuta da remoto.

«Ha sottolineato il ruolo fondamentale di unione tra territori e cittadini, l’importanza del rapporto tra Comuni e governo. Il presidente Anci, Antonio De Caro, ha dato piena disponibilità di collaborazione tra municipi e governo e espresso qualche preoccupazione rispetto al fatto che i tagli ventilati, all’interno della manovra economica, possano mettere in crisi il bilancio degli enti locali. Come sempre l’assemblea è stata un momento importante, in prospettiva 2024». Fascia tricolore indosso, Rossoni non ha dunque perso l’occasione di portare l’omaggio e il saluto di tutti i cremaschi a Mattarella. «I Comuni sono il primo banco di prova della vitalità di una democrazia, della nostra democrazia. E sarebbe un errore privilegiare scorciatoie su questo terreno — ha sottolineato Mattarella —: la vitalità che caratterizza il rapporto tra le persone e i Comuni indica, che va perseguita con ostinazione la strada del sempre maggiore coinvolgimento dei cittadini, elemento certamente non secondario di legittimazione. Anche per contrastare la preoccupante tendenza al disimpegno elettorale».

Parole pronunciate in seno al dibattito in corso, innanzitutto, sulla disaffezione alle urne. L’intero discorso di Mattarella è stato un eloquente elogio a chi, ogni giorno, è in prima linea nell’amministrare la cosa pubblica, in stretto e costante contatto con i cittadini. Sindaci, che il presidente considera come le «sentinelle dei bisogni e delle fatiche di una comunità, perché passa da qui la tenuta sociale e lo sviluppo dell’Italia. I Comuni, con le loro esperienze, sono la prefigurazione di ciò che sovente viene poi raccolto nella legislazione e in atti di governo». Il loro parere, secondo Mattarella, conta anche su questioni di portata nazionale, come il Pnrr. «Un’occasione storica per il Paese — lo ha definito il capo dello Stato — con la mobilitazione di importi ingenti, addirittura superiori a quelli del provvidenziale e mitico piano Marshall», ovvero quando gli Usa fornirono all’Italia gli aiuti materiali che permisero di risollevarsi dalle macerie del secondo conflitto mondiale.

«TERZO MANDATO, PER NOI È GIUSTO»

Al centro dell’attenzione dell’assemblea, il terzo mandato per i sindaci dei comuni oltre i cinquemila abitanti. Il presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio De Caro, ha rilanciato questa possibilità. «Ha ricordato al governo che il ruolo del sindaco è l’unico istituzionale soggetto a limitazioni temporali», sottolinea Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo. A oggi, il terzo mandato è realtà solo per gli enti locali sino a cinquemila residenti. Potrebbe essere esteso sino ai quindicimila: la legge elettorale, il maggioritario a turno unico, è la stessa. Se ne saprà di più entro Natale. «Come Anci Lombardia abbiamo già firmato un documento, che chiede il terzo mandato sino ai quindicimila», conclude Rossoni, interessato in prima persona all’eventuale novità, essendo in scadenza di secondo mandato.

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