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CREMONA

Vigilante dell'Ipercoop violentò e ricattò una donna, condannato a 4 anni e 6 mesi

A settembre di un anno fa l'aveva sorpresa a rubare una piastra per i capelli del costo di 49,90 euro, subito pagata e restituita. Accusato di estorsione, violenza sessuale e violenza privata. Oggi la condanna

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

18 Ottobre 2023 - 15:53

Violentata e ricattata da un vigilantes dell'Ipercoop, condannato a 4 anni e 6 mesi

Il centro commerciale CremonaPo

CREMONA - «Quel 14 settembre sono stata proiettata nell’inferno». L’inferno di essere violentata e ricattata sessualmente da un vigilante dell’Ipercoop, al centro commerciale CremonaPo, che a settembre di un anno fa, l’aveva sorpresa a rubare una piastra per i capelli del costo di 49,90 euro, subito pagata e restituita. Accusato di estorsione, violenza sessuale e violenza privata, oggi Pietro «il greco», 54 anni, è stato condannato dal gup, in abbreviato, a 4 anni e 6 mesi di reclusione e a risarcire la vittima, donna fragile, parte civile con l’avvocato Michela Soldi, a 5mila euro di provvisionale. L’uomo rimane agli arresti domiciliari con la facoltà di recarsi a lavorare per tre ore in una piadineria. Il pm, Davide Rocco, aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione. Entro 90 giorni sarà depositata la motivazione della sentenza.

«Il mio assistito ha sempre riconosciuto le sue responsabilità. Aveva mandato una lettera di scuse», ha detto il suo avvocato Walter Ventura. «Una lettera indirizzata alla Procura, alla mia assistita non ha mai chiesto scusa», ha ribattuto l’avvocato Soldi. «Siamo disponibili a scusarci con la ragazza», ha garantito il difensore. La vittima, da allora, è in cura dallo psicologo e dallo psichiatra, «ha perso stima di sé, ha flashback continui, quel violento episodio è entrato nella sua vita», ha sottolineato l’avvocato Soldi.

L'avvocata Michela Soldi 

A fine agosto del 2022, l’addetto alla sicurezza fermò la ragazza con la piastra rubata nonostante lei avesse i soldi nel portafoglio. Lei saldò il debito, rincasò. Più tardi ricevette una telefonata. Era il vigilantes. I dati della giovane li aveva ricavati dal modulo compilato dopo averla sorpresa con la refurtiva. Fu l’inizio dell’incubo.

Per non passare guai ed essere denunciata, Pietro «il greco», sino a quel giorno uomo tutto d’un pezzo e con la fedina pulita, la ricattò. Con «tono intimidatorio», è scritto nel capo di imputazione, pretese «soldi e sesso per non far partire la denuncia». La chiamò ancora, accampando la scusa che «le cose erano peggiorate». Il 14 settembre le diede appuntamento in una zona industriale vicino al CremonaPo. Le mise paura, la minacciò di poterla fare arrestare, la costrinse a dargli 150 euro. E a compiere atti sessuali in auto.

La vergogna di rivelare ai suoi genitori il «peccato» di aver rubato (e subito ripagato) la piastra per i capelli, spinse la vittima nelle mani di «quel tipo prepotente». Ma dopo quel primo appuntamento, la giovane raccontò tutto alla madre e al padre, quindi denunciò l’addetto alla sicurezza ai carabinieri. Al Comando si organizzò la trappola.

L'avvocato Walter Ventura

Mercoledì 21 settembre, la giovane donna diede appuntamento al vigilantes in via Cà del Binda. Lui salì sull’auto di lei, che sotto il sedile nascose lo smartphone per registrare l’incontro. L’audio è agli atti dell’indagine. Spavaldo lui che pretendeva altri 50 euro e sesso. Terrorizzata lei, che alle sue richieste rispondeva con un filo di voce. «Alza le braccia. Ripeti: ‘Io sono una str…, sono una t… che ha rubato e sono fortunata di aver trovato un coglione come te che è molto buono e me l’ha fatta purgare in questa maniera qua, invece di denunciarmi, perciò sono contenta di …’». Si dipingeva caritatevole con chi ruba per fame, il vigilantes. «Gli do io 5 euro». E faceva la morale ai giovani ladri come la giovane che pur con i soldi, rubano magari «per noia». Aveva fretta, Pietro «il greco»: «Bando alle ciance, perché mi sono rotto i … Dai che oggi ho mal di testa. Io fermo i delinquenti tutto il giorno». La gazzella dei carabinieri sgommò, la vittima saltò fuori dall’auto e scappò. Il vigilantes le disse: «Dove vai, dove vai?». Scattarono le manette. Quel giorno in galera ci finì lui.

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