L'ANALISI
18 Ottobre 2023 - 05:05
CREMA - Sono 35, ma rappresentano una goccia nel mare. Il nuovo bando per le case popolari, che è stato aperto lunedì, mette a disposizione un pugno di alloggi, suddivisi tra Crema e i centri della cintura. Mediamente, però, le famiglie aventi diritto sono 300. Il che significa che solo un 10% delle richieste verrà soddisfatto. In realtà ci sarebbero altri 17 appartamenti ma, come si legge nel documento approvato nei giorni scorsi dalla giunta di Fabio Bergamaschi, «nello stato di fatto non sono immediatamente assegnabili per carenze di manutenzione». Senza adeguati lavori di ristrutturazione, insomma, non lo saranno nemmeno nei prossimi mesi.
La raccolta delle domande scadrà il 24 novembre. In prima battuta gli alloggi saranno assegnati in via provvisoria. Ma dopo le opportune verifiche sulla dichiarazione dei singoli nuclei familiari, verrà formata la graduatoria definitiva, con la conseguente lista di attesa. Le caratteristiche per poter partecipare sono le medesime degli anni scorsi: la cittadinanza italiana, di uno Stato dell’Unione europea, la condizione di stranieri titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo o almeno biennale e che esercitino una regolare attività di lavoro subordinato o autonomo. La residenza anagrafica o l’occupazione devono essere in Lombardia.
Chi presenta la richiesta non deve aver avuto casi di decadenza dall’assegnazione di alloggi per morosità colpevole, non deve aver occupato abusivamente un appartamento e non aver ceduto la casa precedentemente assegnata. Comparando i dati degli appartamenti messi a disposizione nei 48 Comuni dell’ambito territoriale cremasco nel 2021 e nel 2022 e quest’anno, si nota comunque un incremento delle disponibilità di alloggi, pari al 41%. Senza però tornare ai numeri del 2021, comunque sempre esigui per la fame di case del territorio. Stando a quanto riportava nei mesi scorsi il report redatto dalla società Kcity rigenerazione urbana, su incarico dell’Azienda speciale consortile Comunità sociale cremasca, nel periodo compreso tra il 22 marzo 2021 e il 30 aprile 2021, le unità abitative rese disponibili per l’assegnazione risultavano complessivamente 67, distinte in 58 immediatamente assegnabili e nove non idonee per carenze di manutenzione.
Lo studio si era basato sulle graduatorie dell’Azienda regionale per l’edilizia residenziale. Un anno e mezzo dopo, il nuovo bando — aperto tra il 15 settembre e il 31 ottobre 2022 — aveva visto scendere gli alloggi totali disponibili a 43, ma con solo 24 pronti per essere abitati. Quest’anno la ripresa a quota 35 abitabili e 17 vuoti, ma non idonei. Evidente come, con tali numeri, sia impossibile soddisfare le centinaia di domande inserite nella graduatoria. «Siamo di fronte, ormai da anni, ad una emergenza abitativa — commenta l’assessore comunale al Welfare Anastasie Musumary —: le famiglie sono sempre più numerose. Il modello attuale non funziona, è importante investire sull’edilizia popolare, attraverso forme sostenibili».
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