L'ANALISI
18 Ottobre 2023 - 05:00
CREMONA - Le automobili presenti nel territorio comunale di Cremona occupano oltre 575mila metri quadrati, l’equivalente di 80 campi da calcio; invece gli abitanti della città, idealmente affiancati l’uno all’altro, coprono una superficie complessiva di appena 46mila metri quadrati, vale a dire 16,4 volte in meno. I numeri — elaborati da Ambientenonsolo su dati Istat — offrono con chiarezza la misura della pervasività delle quattro ruote nel perimetro cittadino. Il rapporto auto-residenti rispetto allo spazio occupato colloca Cremona al terzo posto in Lombardia, di poco alle spalle di Varese e Como. Se non sorprende che il fanalino di coda regionale sia Milano, per effetto della densità abitativa, non si può ignorare come il tasso di motorizzazione cremonese in relazione al suolo disponibile sia particolarmente elevato: le automobili ‘valgono’ lo 0,82% dell’estensione territoriale complessiva. Una percentuale tutt’altro che trascurabile per una città mediamente urbanizzata e che fa vanto dell’ampio respiro delle sue aree verdi.
C’è un altro dato in valore assoluto — certamente più immediato, anche se meno profondo — che permette di dare un ordine di grandezza alla diffusione dei veicoli a quattro ruote: in città ne sono registrati più di 46mila, per un rapporto di 646 ogni mille abitanti. Un valore in linea con la media nazionale che, comunque, resta di gran lunga superiore al dato europeo: nel 2021, secondo Eurostat, il numero di auto per abitante nell’Ue si è attestato a quota 0,57. L’ennesima riprova della dipendenza dalle auto degli italiani (cremonesi compresi).
La necessità di ridurre la quantità di autovetture che circolano nelle città è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea. Nel Vecchio continente, tra l’altro, il settore dei trasporti è l’unico che ha aumentato le proprie emissioni dal 1990 ad oggi (+24%), mentre le emissioni medie sono diminuite del 26%. «In prospettiva, un aumento della densità abitativa nei centri urbani pone sfide sempre maggiori per l’ecosistema e gli attori della mobilità, pubblici e privati», si legge nel report ‘Connected Mobility 2025’ di The European House - Ambrosetti, che individua nella mobilità connessa uno strumento importante per abbattere il traffico e l’inquinamento e per accrescere la sicurezza. Su questi tre assi portanti si muove l’attività dello studio strategico avviato nel 2021 con sette tavoli di lavoro, che ha realizzato 14 progetti pilota con enti pubblici locali e aziende private in alcune città italiane, per la precisione Firenze, Modena, Bari, Roma, Milano, Torino, Parma e Varese.
Sulle rilevazioni numeriche si innesta la programmazione degli scenari futuri: come si muoveranno le città del domani? Secondo Sergio Savaresi, docente cremonese del Politecnico di Milano e guru della guida autonoma, si aprono due possibilità, illustrate a inizio anno durante uno degli incontri di Cremona si può! Lab: l’una contempla un ecosistema caratterizzato da spazi urbani liberi, con poche auto, di piccole dimensioni, autonome, pubbliche ed elettriche; l’altra si basa sul concetto di mobilità virtuale e prevede soluzioni in grado di offrire — sfruttando anche il metaverso — alternative accessibili alle attività che normalmente richiedono mobilità fisica.
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